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Agape
a) agàpe: termine con
cui la Bibbia designa l'amore reciproco fra Dio e gli uomini – b) àgape: banchetto fraterno (usato soprattutto con valore
religioso). [*]
Agnus Dei
Ultimo canto dell'Ordinario della Messa, entrato
nella liturgia latina per arginare il movimento iconoclasta e ribadire la
posizione ortodossa della Chiesa romana.
Alleluia
Acclamazione che riprende una
locuzione ebraica che significa «lodate Dio»:
a) È
un'acclamazione inserita in molti canti liturgici, sempre a conclusione dei
brani nel tempo pasquale.
b) Canto interlezionale della
Messa. Nella liturgia romana il canto della parola Alleluia prevede un
ampio melisma sulla sillaba finale -ia (= jubilus). Segue un
versetto alla fine del quale si ripete l'Alleluia iniziale.
Anno liturgico
Il ciclo delle celebrazioni
liturgiche che ha come centro la Pasqua cristiana. Si articola in tempi forti
(Avvento, Tempo di Natale, Quaresima, Tempo Pasquale) e in tempo ordinario. → Scheda
Antifona
Brano musicale relativamente
breve che si canta, solitamente, collegato a un salmo. Nell"uso moderno
l'antifona è cantata prima del salmo e alla sua conclusione dopo
il Gloria Patri. Ci sono
antifone con versetti e antifone molto lunghe autonome, cioe prive di salmodia. Le antifone con salmi
si trovano sia nella liturgia delle
Ore, sia nella Messa (introito, comunione).
Antifonario
Libro liturgico destinato
al solo Ufficio, alla sola Messa, sia all'Ufficio che alla
Messa:
a) dell'Ufficio: libro con le melodie delle antifone e dei responsori, spesso anche dei versicoli. Talora sono presenti
anche le melodie integrali del salmo invitatorio. Degli altri salmi, cantati in
corrispondenza con le antifone, si dà il solo incipit testuale e
la differentia. Raramente
sono indicati gli inni e, in tal
caso, con il solo incipit o la sola prima strofa.
b) della
Messa: libro che contiene i soli testi, non la musica, dei brani del proprio
della celebrazione eucaristica.
c) dell"Ufficio e della Messa: libro
onnicomprensivo dei canti con musica sia della liturgia delle Ore, sia della
Messa. È la tipologia comune nelle tradizioni liturgiche ambrosiana e
ispanica, dove il libro contiene i testi dei canti con notazione musicale.
Nella liturgia romana questo libro liturgico e un'eccezione.
Apografo
Termine usato con significati
diversi. Il prefisso apo- ('condotto da') indica un generico manoscritto
non autografo o comunque originale. Un uso non felicissimo adotta il termine
'apografo' per indicare i codici derivati direttamente dal testo
originale o addirittura dall'autografo. Con questo uso il termine è
adottato per indicare la trascrizione/ricalco di un'epigrafe. [*]
Apostoli
I primi (dodici) seguaci di
Cristo inviati a predicare il regno di Dio secondo l"insegnamento del
Maestro.
Augmentatio
Scansione del tempo per
cui, in presenza di prolatio maior, il tactus coincide con la minima e
non, come d'uso, con la semibreve. Non v'è una ragione esplicita per cui
si debba o meno praticare l'augmentatio; è sempre una ragione
interna alla scrittura musicale a suggerirlo. [*]
Avvento
Periodo di preparazione al Natale: inizia quattro domeniche
prima della festa nel rito romano o sei domeniche nel rito ambrosiano.
Ballade
Una delle tre formes fixes in cui si suddivide il
genere della chanson. La ballade monodica è testimoniata principalmente nel repertorio
trovierico, anche se in tale periodo la distinzione tra ballade e virelai non era ancora del tutto chiara. A partire dalla seconda
metà del Duecento (con Adam de la Halle), fino a tutta l'epoca
fiamminga, essa fu trattata anche polifonicamente, in genere a tre voci. Di
norma, solo la voce superiore era affidata ad un'esecuzione vocale, mentre le
altre due venivano eseguite da strumenti. Lo schema formale di ogni strofa si
può riassumere in AAB. [cc1]
Ballata
Genere poetico-musicale in voga
in Italia a partire dal sec. XIII, dapprima in forma monodica, corale e
danzata, poi solistica e lirica, infine (dal sec XIV) polifonica. Fu uno dei
generi praticati dai compositori dell'ars nova italiana. Modellata sul virelai, la ballata prevedeva la
presenza di un ritornello ('ripresa') seguito da una strofa composta da due
'piedi' (serie di versi che condividono schema metrico e melodia) e una 'volta'
(con melodia analoga a quella della ripresa ma testo differente); ad una prima
successione ripresa/piede/piede/volta, ne poteva seguire una seconda. La
ripresa poteva anche solo incorniciare la composizione, senza ripresentarsi tra
una strofa e l'altra. [cc1]
Barform → Scheda
Benedicamus Domino
Breve acclamazione
cantata che termina un Ufficio liturgico o una Messa.
Benedictus
Cantico di Zaccaria (Lc 1,
68-79); si canta nella sezione finale delle Lodi.
Bibbia
I libri ritenuti ispirati da Dio e
raccolti in due serie: l'Antico Testamento corrispondente piu o meno
alla Bibbia ebraica e il Nuovo Testamento. Negli esemplari dei secoli
XIII e XIV spesso nell'Antico Testamento manca il salterio; talora invece il
salterio di una Bibbia completa presenta integrazioni liturgiche (cantici per
le Lodi, Litanie...).
Breviario
Raccolta di tutti i brani per
la celebrazione della liturgia delle
Ore. Dopo il Temporale, il Santorale (proprio e comuni),
la Dedicazione della chiesa e
l'Ufficio dei morti, ci sono di solito formule per le commemorazioni /
suffragi, le benedizioni per i lettori, ecc. Nell'Italia Meridionale sono
superstiti alcuni esemplari redatti in base al principio della giustapposizione
di singoli libri/sezioni, mentre di solito i breviari sono redatti in base a un
assemblaggio completamente integrato dei diversi elementi che costituiscono un
singolo formulario.
Caccia
Genere poetico-musicale tipico
dell'ars nova italiana, il cui testo sovente descrive in modo realistico
scene di caccia, con frequente uso di onomatopee. Generalmente a tre voci, essa
è caratterizzata dall'andamento a canone delle due voci superiori,
mentre la terza detta tenor anche se non è di origine
liturgica è indipendente da esse e affidata a un'esecuzione
strumentale. Si annoverano tuttavia anche casi di cacce in cui tutte e tre le
voci sono dotate di testo e formano un canone a tre parti. [cc1]
Cadenza
Formula musicale di riposo che si
trova alla conclusione di frasi melodiche sia alla fine di un brano (cadenza
finale), sia all'interno di un pezzo (cadenza mediana). Una cadenza mediana
conclude il primo emistichio della salmodia.
Calendario
Prospetto dei giorni
dell'anno da gennaio a dicembre con l'indicazione dei santi (per lo piu uno
solo o una coppia) di cui si celebra la festa o la memoria. L'indicazione del
giorno segue il calendario civile romano. Diversi tipi di integrazioni (colore
dell'inchiostro, «l(ectiones) IX o XII» , termini come duplex
maius) evidenziano i santi che godono di un culto particolare. Il
calendario si trova soprattutto all'inizio di Breviari e di Messali, ma anche in altre
situazioni, come in vari trattati di medicina (questo fatto si spiega per la
presenza nei calendari delle indicazioni relative ai dies aegyptiaci, i
due giorni ai mese in cui era sconsigliato fare i salassi).
Canone
Parte centrale della Messa, che segue il Sanctus e contiene la grande
formula eucaristica della consacrazione. Inizia con le parole Te igitur,
clementissime Pater.
Cansò
Canzone trobadorica strofica
di argomento amoroso. La melodia di ciascuna strofa (cobla) è
articolata secondo lo schema AAB (due pedes e una cauda).
[cc1]
Cantatorio
Raccolta dei canti della Messa eseguiti dal solista o dalla schola: Responsorio, Graduale, Tratto, Alleluia, Offertorio.
Cantico
Brano poetico simile ai
salmi che si trova nei libri biblici ed e utilizzato nella liturgia delle Ore. Ad eccezione dei
cantici Benedictus, Magnificat, Nunc dimittis che sono
tratti dal Vangelo di Luca, gli altri sono desunti dall'Antico Testamento.
Questi cantici sono cantati alle Lodi in quarta posizione. Tre altri cantici
veterotestarnentari sono invece cantati nel terzo notturno del Mattutino monastico.
Cantillazione
Proclamazione del
testo biblico su una melodia semplice che prevede fondamentalmente tre
elementi: inizio, corda di recita, cadenza. In periodi lunghi ci
possono essere delle flessioni intermedie della voce, in corrispondenza di
cesure testuali segnate perlopiu dal moderno 'punto e virgola'.
Canto fermo
Sinonimo di canto gregoriano; nelle
composizioni a piu voci (polifonia) indica di solito la voce del tenor,
la cui melodia a note lunghe (ferme) è derivata dal repertorio
gregoriano.
Canto fratto
Genere di canto
liturgico in uso soprattutto dal Seicento, che fa uso di note con valore
ritmico preciso ed è perciò espresso con notazione mensurale. Le
composizioni in canto fratto, utilizzate spesso in ambito francescano,
appartengono di solito all'Ordinario della Messa (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus) e possono anche essere a due
voci.
Canto piano (cantus planus)
Sinonimo di canto
gregoriano.
Cantor (magister scholae, primicerius)
Ministro deputato ad eseguire i brani solistici e ad intonare le
melodie che l'assemblea è chiamata a cantare durante le celebrazioni
sotto la sua direzione.
Cantus
Canto interlezionale della Messa nella liturgia ambrosiana;
corrisponde al Tratto romano.
Capitolo
Gruppo di ecclesiastici, detti
«canonici», che svolgono il servizio in coro in una chiesa cattedrale o collegiata.
Capitulare epistularum
Elenco dei giorni liturgici (nella successione del Temporale e del Santorale) con l'incipit dell'epistola la lettura
che nella Messa precede il Vangelo e il rimando al libro biblico da cui
è tratta.
Capitulare evangeliorum
Elenco dei giorni liturgici (nella successione del Temporale e del Santorale) con l'incipit del relativo Vangelo e il
riferimento al libro dei Vangeli da cui e tratto.
Capitulare lectionum
Elenco
dei giorni liturgici (nella successione del Temporale e del Santorale) con l'incipit delle letture della Messa e dei
relativi libri da cui sono tratte. I Capitularia rendono possibile e
relativamente facile l'uso di una Bibbia durante la celebrazione della Messa.
Tali elenchi si trovano di solito alla fine di un codice biblico.
Cattedrale
Chiesa madre e capitale di
ogni diocesi (duomo); e così chiamata perché contiene la cattedra
o trono del Vescovo.
Ceneri, mercoledi delle
Giorno
penitenziale che cade 40 giorni prima di Pasqua; segna l'inizio della quaresima.
Census
È il nome con cui si designa
il più importante repertorio di manoscritti polifonici rinascimentali: Census. Catalogue of Manuscript Sources of Polyphonic Music 1400-1550, 5
voll. a cura di Charles Hamm e Herbert Kellman, Neuhausen-Stuttgart: American
Institute of Musicology, 1979-1988 (Renaissance Manuscript Studies, 1). I
manoscritti, individuati da una sigla città/biblioteca/numero
(MunBS12 = Munich, Bayerische Staatsbibliothek, n. 12) sono elencati
alfabeticamente nei primi 4 volumi. La descrizione del ms. è però
sintetica e si limita a indicare il numero di brani e gli eventuali autori
citati. Il quinto volume offre vari indici fra cui anche quello per autore.
Purtroppo il Census non è un repertorio analitico e se dice in
quali mss. compare un certo autore non è in grado di individuare quali
brani sono ivi contenuti. [*]
Chanson
Genere di musica profana
francese. Si distingono varie fasi nell'evoluzione della chanson. Nata
come corrispondente della cansó trobadorica presso i trovieri,
essa era scritta monodicamente anche se presumibilmente eseguita con un
accompagnamento strumentale non scritto; la sua struttura con ritornelli
(chanson à refrain) andò gradualmente suddividendosi in
tre tipologie, dette formes fixes: ballade, virelai e rondeau. Dalla metà del Duecento
queste tre forme della chanson assunsero una veste polifonica,
generalmente a tre voci: di norma, solo la voce superiore era affidata ad
un'esecuzione vocale, mentre le altre due venivano eseguite da strumenti. Verso
l'inizio del Cinquecento, lo stile della chanson si separò nettamente in
due repertori differenti: la chanson fiamminga, caratterizzata da un
ordito notevolmente contrappuntistico, e la chanson parigina, che
alternava sezioni omoritmiche a sezioni blandamente contrappuntistiche,
nonché sezioni in metro ternario a sezioni in metro binario. [cc1]
Chiave
Segno posto all"inizio del rigo
musicale per indicare la posizione di alcune note di riferimento, di solito il
fa (chiave di F) e il do (chiave di C).
Clausola
Sezione degli organa in cui il tenor non era a
note lunghe, ma seguiva la ritmica modale: esso aveva dunque un andamento
più mosso, ciascuna delle sue note corrispondendo a una, due o tre note
delle altre parti (duplum ed, eventualmente, triplum e quadruplum) (stile discanto); tali sezioni
intervenivano in corrispondenza dei melismi della melodia liturgica costituente
il tenor. [cc1]
Collegiata
Chiesa dove esiste un capitolo di canonici addetti al
servizio liturgico.
Colletta
Prima orazione all'inizio della Messa
romana, spesso usata anche come preghiera del giorno nella liturgia delle Ore. Nella liturgia
ambrosiana si chiama oratio super populum.
Color
Nel mottetto isoritmico, ciascuna delle
esposizioni di una stessa serie di note (generalmente tratta da un canto
liturgico preesistente) da parte del tenor. Tutte le esposizioni insieme
costituivano la linea melodica completa del tenor del mottetto (cui
erano attribuiti i valori ritmici determinati dalla tàlea). [cc1]
Uno dei
quattro sistemi (insieme a proportio, diminutio e augmentatio) per alterare
l'integer valor. [*]
Communio → Comunione, antifona di.
Compieta
È l'ora canonica che conclude la giornata
prima del riposo notturno.
Comune dei santi (Commune sanctorum)
Raccolta di formulari sia per la Messa che per la liturgia delle Ore per varie
categorie di santi (apostoli, evangelisti, martiri...).
Comunione, antifona di
Canto
che accompagna il rito di comunione. Fino al sec. XII il canto di comunione
aveva la medesima struttura dell'introito: prevedeva l'alternanza con versetti salmici.
Comunione
Rito durante il quale coloro
che celebrano la Messa (presidente
ed assemblea liturgica) si cibano del corpo e sangue di Gesu Cristo.
Conductus
Inizialmente il conductus era un canto processionale sacro, che fu inserito anche in
alcuni drammi liturgici per accompagnare le entrate dei personaggi. Ma ben
presto esso venne adottato dai musicisti dell'ars antiqua come
composizione di argomento profano e spesso politico, pur mantenendo l'uso della
lingua latina nel testo. Inizialmente monodico, il conductus fu scritto
anche polifonicamente; in tal caso, la sua caratteristic principale, oltre allo
stile vocale prevalentemente sillabico, consisteva nel fatto che il suo tenor era di libera in venzione, e non tratto da un canto gregoriano
preesistente. [cc1]
Contrafactum
Il brano o la pratica
per cui un testo viene sostituito alla stessa intonazione. [*]
Corale
Termine generico che indica la
funzionalita di un libro liturgico (Antifonario, Graduale, Salterio, Innario) ad uso di un coro. Di
solito un libro corale è molto grande.
Corda di recita
Nota sulla quale si canta
una serie piu o meno lunga di sillabe o di parole sempre alla stessa altezza
melodica.
Coro
a) Gruppo di persone nel
medioevo perlopiù sacerdoti e religiosi che si riuniscono per
pregare. Il coro è strutturato in due gruppi minori che si alternano in
varie preghiere, ad esempio, nel canto dei salmi.
b) Spazio di un
edificio di culto dove un gruppo si riunisce per pregare, di solito nel presbiterio o nell'abside
delle chiese.
Corpus antiphonalium officii [CAO]
Monumentale edizione critica delle antifone dell'Ufficio pubblicata in 6 volumi
da René-Jean Hesbnert fra il 1973 e il 1979. Delle oltre 800 fonti prese
in considerazione 12 sono disposte sinotticamente (6 nel I vol. Cursus
romanus e 6 nel II Cursus monasticus). [*]
Corpus Domini / Christi
Festa in onore
dell'Eucaristia, che si
celebra il giovedì dieci giorni dopo Pentecoste.
Credo
Professione di fede cristiana.
È entrato nella Messa romana
verso il 1015. → Scheda
Cripta
Cappella sotterranea, quasi sempre
sotto una chiesa piu vasta.
Dedicazione di una chiesa
Rito
pontificale, presieduto da un vescovo, per destinare in modo solenne uno spazio
architettonico a luogo di culto.
Differentia
Una delle possibili
conclusioni melodiche di un versetto salmodico, normalmente indicata nei libri
di canto liturgico con le vocali « e u o u a e » sotto la
notazione. Queste vocali appartengono alle due parole che concludono il Gloria Patri (sempre cantato
a conclusione di un salmo): seculorum amen.
Diminutio
Pratica della notazione mensurale per cui il tactus accelera la sua pulsazione. → Approfondimento [*]
Diocesi
Circoscrizione territoriale della
Chiesa cattolica, amministrata da un vescovo e composta di parrocchie
(anticamente pievi e curazie).
Discanto
Una tra le più antiche
pratiche polifoniche medievali (le prime testimonianze scritte risalgono
all'xi-xii sec.): alla melodia liturgica veniva sovrapposta una parte
autonoma che lo seguiva nota contro nota. Le note della parte aggiunta erano
solitamente consonanti con quelle del canto dato e la parte in discanto
procedeva preferibilmente per moto contrario rispetto al canto liturgico. Si
contrapponeva in questo senso all'organum parallelo. Più tardi venne detto
'stile di discanto' il tipo di scrittura adottato nelle clausole del repertorio di Notre
Dame (fine xii-inizio xiii sec.) e nel conductus, generi in cui anche
il tenor procede in ritmo modale come le altre parti. In quest'accezione 'stile
di discanto' si contrappone a 'stile di organum' (caratterizzato dalla presenza
di lunghe note di bordone al tenor). [cc1]
Doppio (duplex)
Grado di festività
come 'semidoppio', 'semplice', eccetera. → Rito.
Dossologia
Acclamazione con cui si
loda e glorifica Dio. Tutti gli inni si concludono con una strofa di dossologia
il cui testo varia secondo l'anno liturgico. → Gloria Patri.
Duplum
voce aggiunta al tenor liturgico negli organa e nelle clausole della Scuola di Notre
Dame. Gli organa a due voci erano appunto detti organa dupla. Negli
organa a tre e quattro parti, al tenor e al duplum si
aggiungevano triplum e quadruplum. La stessa
nomenclatura si applica alle parti vocali del conductus e del mottetto
politestuale dei secoli XII e XIII; in quest'ultimo genere il duplum prende il nome di motetus.
[cc1]
Elevazione
Gesto liturgico con cui si
compie un rito di offerta; indica specialmente il gesto con cui il sacerdote
innalza l'ostia e il calice appena consacrati presentandoli allo sguardo dei
fedeli.
Emistichio
Meta di un versetto di
salmo.
Envoi
Breve stanza conclusiva (congedo)
collocata dai trovieri al termine di una lirica strofica; per i trovatori
è preferibilemente detta 'tornada'. Spesso contiene informazioni sul
committente, l'autore o il contesto storico.
Epifania
Festa del 6 gennaio dove si
commemorano tre «manifestazioni» di Gesu Cristo: l'adorazione dei
sapienti Re Magi, il battesimo nel Giordano e le nozze di Cana.
Epistola
Significa
«lettera»; nella Messa romana è la lettura prima del Vangelo, spesso tratta dalle lettere di san Paolo.
La liturgia ambrosiana prevede invece due letture prima del Vangelo: il
«profeta» tratta dall'Antico testamento, e l'«Apostolo»
dal Nuovo testamento.
Epistolario / Comes
Raccolta delle
letture che si proclamano nella Messa prima del Vangelo; sono disposte secondo la
successione dell'anno liturgico del temporale e del santorale.
Esorcismo
Formula, presente nei
rituali, rivolta contro i demoni e gli effetti della loro opera.
Evangelistario
Raccolta delle
letture evangeliche della Messa gia
selezionate e disposte secondo la successione dell'anno liturgico del temporale e del santorale.
Exultet
Canto con il cui il diacono
proclama le meraviglie della notte di Pasqua attraverso la storia della salvezza.
Feria
Giorno della settimana non festivo.
Feria II lunedý. III martedý, IV mercoledý e cosi via
Formes fixes
In italiano 'forme fisse'.
S'indicano così le forme musicali d'impianto strofico e codificato. Il
termine è prevalentemente usato per la produzione francese derivata
dalle chansons dei trovieri (rondeau, virelai e ballade); ma per estensione si
applica anche al coevo repertorio strofico italiano. [*]
Formulario
L'insieme dei brani
(letture, preghiere e canti) che si usano in un giorno liturgico
Fratto, canto → Canto fratto
Giovedì santo
Il giovedì
che precede la Pasqua; inizio del Triduo sacro: possiede una
liturgia del tutto particolare.
Gloria in excelsis Deo
Detto
inno «angelico» e un canto della Messa adattato dal greco in cui si
lodano Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. → Scheda
Gloria Patri et Filio
Breve forma di
lode alla Trinità denominata dossologia minore: si canta quasi sempre
alla conclusione dei salmi nella liturgia delle Ore e nei canti antifonici
della Messa.
Graduale
a) libro con tutti i canti del proprio della Messa: antifona d"introito con il primo
versetto della salmodia ed, eventualmente, il versus ad repetendum; responsorio graduale con il suo versetto; tratto; alleluia con versetto; offertorio con relativi
versetti; antifona di
comunione.
b) canto del proprio della Messa.→ Scheda
Gregoriano, canto
Il canto liturgico
ufficiale della Chiesa cattolica, che riceve il nome da papa Gregorio Magno
(4 604). Papa Gregorio, tuttavia, non ebbe probabilmente alcun ruolo
nella nascita di quel repertorio, formatosi in epoca carolingia dalla
commistione di elementi romani e gallicani e poi diffusosi dalla Francia in
tutta Europa, tanto che soppianto le altre tradizioni di canto locali anche
grazie al peso dell'auctoritas del presunto fondatore.
Ingressario
Raccolta dei canti della
Messa di rito ambrosiano con o senza musica.
Innario
Libro che abbraccia gli inni per la celebrazione delle ore liturgiche. Gli innari possono
essere costituiti da solo testo, ma per lo piu presentano la melodia sulla sola
prima strofa (raramente prima del sec. XV su tutto il testo). Alcuni innari
presentano glosse con diverse possibilità di impaginazione.
Inno
Composizione poetica con strofe
identiche nella loro struttura metrica. Cio permette di cantare un'unica e
medesima melodia su tutte le strofe. Introdotto nel IV secolo nella liturgia
ambrosiana e nel V nelle celebrazioni monastiche. → Scheda
Integer valor
Valore di riferimento della notazione mensurale per cui il tactus corrisponde a una
semibreve. [*]
Interlezionali, canti
I brani che
si cantano tra le letture della Messa: responsorio graduale, tratto, alleluia.
Introito
Canto d"inizio nella Messa
romana (ingressa in quella ambrosiana). È costituito da un'antifona che si alterna ai versetti
di un salmo eseguito secondo il tono salmodico corrispondente alla modalita dell'antifona. Il canto si prolunga per tutto il
tempo richiesto dai riti iniziali. Prima della conclusione, al posto di un versetto salmodico, s"introduce
la dossologia minore Gloria al
Padre e al Figlio. Scheda
Invitatoriale
Libro o sezione di
antifonario che contiene le antifone o il loro solo incipit
distinte per modalità da cantarsi con il salmo 94 (invitatorio) che presenta tutta
la musica secondo i diversi toni su cui deve essere cantato in relazione
all"antifona di supporto.
Invitatorio
Introduzione alla
preghiera delle Ore, e premessa al Mattutino. Si compone di un'antifona che è cantata prima
e dopo il salmo invitatorio 94 («Venite exultemus Domino iubilemus Deo
salutari nostro»), ed è ripetuta anche tra le varie sezioni dello
stesso salmo, una volta a partire dall'inizio, una volta da metà.
È questa una reliquia dell'antica prassi di alternare antifona e
salmi/cantici praticata dalla Chiesa di Roma ancora nel sec. XII
(«antiphonare»).
Isortmia
Tecnica compositiva adottata,
soprattutto nel genere musicale del mottetto, dai compositori dell'ars nova francese e della prima generazione fiamminga. Essa consiste nell'applicare ad
una melodia preesistente, posta al tenor, una struttura ritmica continuamente ripetuta,
detta tàlea. Il tenor viene
così diviso in un determinato numero di segmenti tutti uguali e tutti
dotati delle stesse caratteristiche ritmiche. Spesso, alla ripetizione dei
valori musicali era associata anche una ripetizione melodica: la serie di note
che costituiva la melodia preesistente poteva anch'essa essere ripetuta
più volte; ogni ripetizione di questa struttura melodica viene detta color. Se la tecnica dell'isoritmia
veniva applicata a tutte le voci del mottetto, esso viene definito
pan-isoritmico (cioè 'interamente isoritmico'). [cc1]
Jubilus
Melisma che si esegue sulla
sillaba finale dell'Alleluia della Messa.
Kyriale
Raccolta con i canti dell'ordinario della Messa con musica:
Kyrie, Gloria in excelsis Deo, Sanctus, Agnus Dei, Credo. A questi canti sono
da aggiungersi le formule di congedo (Ite Missa est, Benedicamus Domino) e due
antifone per la benedizione dell'acqua lustrale (Asperges, Vidi aquam). Nelle
raccolte più antiche i canti dell'Ordo Missae sono raggruppati
per categoria e le melodie sono identificabili grazie al tropo piu comune
collegato con lo stesso brano. Successivamente i canti sono distribuiti in
formulari veri e propri sino al sec. XVI, ma spesso anche dopo, senza
Credo che portano tuttavia un'indicazione specifica della celebrazione: In minoribus, In Missis defunctorum, De Beata.
Kyrie eleison
Formula greca
(«Signore, misericordia»). Nella liturgia puo essere a) l"inizio di
una litania; b) cio che oggi resta di una preghiera litanica. Si canta
all"inizio della Messa ed e costituito da nove invocazioni che si rivolgono al
Signore Gesu: tre Kyrie, tre Christe e tre Kyrie. In epoca carolingia il Kyrie
della Messa subisce due notevoli modifiche: da preghiera rivolta a Cristo
diviene preghiera trinitaria (Padre, Figlio, Spirito Santo) e perde il
carattere di supplica per esprimere soprattutto un'acclamazione di lode.→ Scheda
Lamentazioni di Geremia
Testo
biblico delle lamentazioni con o senza musica da cantare nel Mattutino (detto «delle
Tenebre») nel Triduo
sacro.
Lector
Ministro deputato a proclamare le
letture della Messa e delle Ore. Il lettore cui spetta la
proclamazione del Vangelo è il diacono.
Leise (pl. Leisen)
Canto devozionale tedesco del tardo medioevo, strofico con stanze di 4 versi,
che prende il nome dalla contrazione di eleison perché in
genere concludentesi con la formula litanica Kyrie eleison. [*]
Lettere (significative)
Possono assumere
diversi significati:
a) alle lettere dell'alfabeto nel medioevo si è
attribuito anche un significato melodico e/o ritmico per un uso complementare
ai segni neumatici. Ad esempio: a («altius») significa un
intervallo disgiunto; nella tradizione lorenese indica invece un allargamento
ritmico («augere»); c sta per «celeriter»
(esecuzione sciolta, fluida), d per «deprimitur» (grave).
b) un uso delle lettere che perdura ancora oggi e legato alla proclamazione
del Passio.
c) Con alcune
lettere perlopiu le vocali e u o u a e si designano le sillabe
corrispondenti delle ultime parole del Gloria Patri et Filio per
poter scrivere al di sopra delle stesse lettere le note della cadenza finale
nel canto della salmodia.
Lettura (lectio)
Testo cantillato, in
genere tratto dal Vangelo e dalle Epistole e seguito da un responsorio o, nella messa,
da un canto interlezionale. [*]
Lezionario
a) della Messa: testi
dell'Epistola e del Vangelo della Messa,
perlopiù uniti a coppia per ogni formulario.
b) dell'Ufficio: raccolta delle varie letture non bibliche che si leggono a Mattutino, in genere patristiche e agiografiche.
Liber usualis
E' il libro che contiene i
canti della messa e dell'ufficio, sia del proprio che dell'ordinario. E' in
pratica la più completa raccolta del repertorio liturgico postridentino
comprensivo delle intonazio e delle melodie. Compilato dai monaci di Solesmes,
fu stampato dal 1896 al 1962 (eliminazione del latino sancita dal Concilio
Vaticano ii) adottando, malgrado rettifiche e implementazioni sempre gli
stessi impianti e conseguentemente lo stusso numero di pagina. [*]
Ed. 1903 | Ed. 1961 | Indice canti
Ligatura (pl.: ligaturae)
Nella notazione della musica polifonica,
raggruppamento di due, tre o, talvolta, quattro o cinque note in un solo neuma
[con significato mensurale]. [cc1]
[N.B. Sul significato mensurale
della ligatura v. Apel, Notazione (1970) ]
Litania
Invocazioni a Dio per
intercessione di santi disposti secondo categorie (apostoli ed evangelisti,
martiri...) con formule ripetitive (Sancte XY, ora pro nobis).
Liturgia delle Ore → Ore
Lodi
Ora cardine della preghiera quotidiana,
si celebra all'alba di ogni giorno. Prevede il canto di cinque unità
salmodiche: 3 salmi, 1 cantico veterotestamentario e un'unita formata dai 3
salmi 148-150. Nella parte finale c'e il cantico di Zaccaria
(Benedictus) e la preghiera del Padre nostro. Nella liturgia ambrosiana,
di domenica, è prevista una processione con il canto dell'antifona
«ad crucem».
Madrigale
Lo stesso termine (derivato
probabilmente da matricalis, ossia 'nella lingua madre', con allusione
alla lingua volgare in cui erano scritti i testi) indica due generi musicali
appartenenti a epoche diverse e senza rapporti reciproci:
a) Il madrigale
trecentesco è il genere poetico-musicale prediletto dall'ars nova italiana: si tratta di una composizione polifonica generalmente a due voci tra
le quali prevale il superius, spesso ricco di melismi. Articolato in
forma strofica, era chiuso da una coda (uno o due versi) cantata su una melodia
diversa da quella delle strofe (forma complessiva: AA... B).
b) Il madrigale
cinquecentesco fu la forma principe della musica profana rinascimentale in
Italia. È di solito a cinque voci, non è in forma strofica e
nella fase matura alterna la scrittura omoritmíca a quella imitativa. Il
madrigale è caratterizzato dallo sforzo di aderire musicalmente al
significato letterale del testo, dando forma sonora al contenuto semantico di
esso attraverso immagini dette per appunto 'madrigalismi'. Alla fine del
Cinquecento divenne 'cromatico', nel duplice senso che fa uso di note nere
(crome) e di alterazioni cromatiche delle note. [cc1]
Magnificat
Cantico di Maria (Lc 1,
46-55), si canta nella sezione finale dei Vespri.
Magnus liber organi
Locuzione con cui ci
si riferisce al corpus polifonico della Scuola di Notre
Dame, non si tratta quindi di un «grande libro di organa» ma dell'insieme delle polifonie della Scuola, tradite dai
ms. superstiti in notazione
quadrata.
Maîtrise
Scuola di canto per i pueri cantores di una cattedrale. [*]
Martire
Un cristiano che con il proprio
comportamento e con la morte testimonia la fede.
Mattuttino
La parte notturna della liturgia delle ore. [*]
Melisma
Una fioritura melodica
(vocalizzo) di almeno circa dieci note che si canta su un'unica sillaba. In
alcune liturgie (ambrosiana, ispanica) ci sono melismi di alcune centinaia di
note.
Mensurale, notazione
Sistema grafico in
cui le note possono presentare valori ritmici diversi l'una dall'altra, valori
che sono in proporzione tra di loro nella misura del doppio o del triplo e
delle loro possibili combinazioni.
Messa
Azione liturgica complessa,
«fonte e culmine della vita cristiana», distinta in due parti
principali: a) una sezione didattica incentrata sulla Parola di Dio; b) la
parte sacrificale in cui si fa memoria della morte di Gesu Cristo. → Scheda
Messa bassa
Messa celebrata dal solo
sacerdote, senza l"aiuto di altri ministri e senza canto.
Messa conventuale
Messa
collegata all"ufficiatura corale, a cui sono tenuti i capitoli dei canonici e i
religiosi.
Messa pontificale
Messa solenne
celebrata dal vescovo (o da un prelato che ne abbia facoltà). Oltre al
celebrante, che usa mitra e pastorale, si richiedono per la celebrazione almeno
un prete assistente, due diaconi e due suddiaconi.
Messa rituale
Messa legata ad un
determinato rito, come il matrimonio o la dedicazione di una chiesa.
Messa votiva
Messa per una
determinata circostanza o intenzione, come ad esempio per il tempo di guerra,
per il tempo di siccità, per un amico.
Messale
Libro onnicomprensivo che
presenta tutti i testi necessari per la celebrazione della Messa. La struttura
tipo si articola in temporale (dall'Avvento al Sabato santo + Ordo Missae + sezione da Pasqua alla
fine dell"anno liturgico), santorale (proprio e comune), dedicazione della
chiesa, defunti, messe rituali, votive e ad diversa, benedizioni di persone e
cose.
Minnesang
Movimento poetico tedesco, affine al Dolce stil novo e alla produzione
Trobadorica (Minne= pensiero d'amore), sviluppatosi prima nelle corti
austriache e poi nell'Impero a partire dalla fine del sec. xii, su
modello mediterraneo. È lontano dalla religiosità dello stilnovo
come pure dall'accesa sensualità dei trovatori: la donna,
irraggiungibile, è amata nella nostalgia e nella devozione. Il genere
del canto si distingue in: Lied polistrofico amoroso, Spruch monostrofico sentenzioso e Leich bistrofico conviviale. Celebrati
esponenti sono Walther von der Vogelweide e Wolfram von Eschenbach, entrambi
personaggi del Tannhäuser di Wagner. [*]
Modale, notazione
Viene definita in questo
modo, da alcuni paleografi moderni, la notazione ritmica in uso presso la
scuola di Notre Dame. Essa farebbe uso di sei modi ritmici, desunti dall'antica
metrica poetica ma inseriti in un rigido ritmo ternario, che alternano in varie
combinazioni unità lunghe e unità brevi. [cc1]
N.B. Per una sintesi dei principi che informano la teoria della ritmica modale v. le
pagine di Apel, Notazione; oppure, più estesamente, i capp. iii e iv. —
Un diverso contributo tenta di distaccarsi dalla
teoria modale: (da «Acta musicologica»
1989).
Modo, Modalità
È il sistema
musicale elaborato dai teorici dell'antichita e ripreso nel medioevo, per
razionalizzare il percorso musicale (la «scala») del processo
compositivo e per proporre parimenti una struttura in vista di nuove
composizioni. Mentre la musica colta occidentale prevede due soli sistemi (la
scala maggiore e quella minore), i teorici medioevali in base alla
diversa posizione dei semitoni (mi/fa. si/do) e dei toni (do/re, re/mi, fa/sol.
sol/la, la/si) e dell'ambito melodico dei brani musicali hanno
riconosciuto otto sistemi o modi: in re (I: autentico quando la melodia si
muove in ambito acuto, II: plagale quando e al grave), mi (III: autentico e IV:
plagale), fa (V: autentico e VI: plagale), sol (VII: autentico e VIII:
plagale).
Monastico
Libro liturgico destinato
alla celebrazione di una comunità monastica (perlopiu benedettina o
certosina). Presenta una particolare struttura delle liturgia delle Ore.
Motet enté
Letteralmente
'mottetto innestato', si tratta di una forma di mottetto ottenuta dalla
tropatura per interpolazione del refrain di un rondeau, dove le due sezioni
musicali che costituiscono la melodia di un rondeau (unitamente al
proprio testo) diventano la testa e la coda del nuovo motet enté (ora privato delle ripetizioni tipiche del rondeau).
Motetus
Dal francese mot,
'parola'. Denominazione attribuita al duplum nel mottetto dei secoli xiii-xiv. [cc1]
Mottetto
Genere di musica polifonica.
Nacque nel periodo dell'ars antiqua come clausula tropata, cioè
inserendo parole (mots, in francese, da cui il nome 'mottetto') nelle
voci superiori delle clausole, che erano prive di testo. Il mottetto del xiii e xiv secolo era quasi sempre politestuale: duplum e triplum cantavano due testi
differenti contemporaneamente. Nel corso dell'ars nova, nel mottetto fu
spesso impiegata la tecnica dell'isoritmia, e la sua fruizione fu principalmente
profana. Durante lo svolgersi del xv secolo si assistette ad una
radicale evoluzione del mottetto: l'isoritmia, dopo essersi ampliata fino a
coinvolgere tutte le voci (mottetto pan-isoritmico) scomparve gradualmente,
lasciando spazio ad un tessuto polifonico sempre più
contrappuntistico-imitativo; contemporaneamente, la destinazione del mottetto
fu rivolta principalmente alla celebrazione di particolari circostanze
politiche o religiose (mottetto celebrativo). Con gli autori dell'epoca
fiamminga, il mottetto ritornò ad essere quasi esclusivamente una
composizione sacra, in cui l'assetto melodico, ritmico e testuale di tutte le
voci era completamente parificato. [cc1]
Natale
Festa che commemora la nascita di
Gesu Cristo, creduto dai cristiani vero figlio di Dio e vero uomo (25
dicembre).
Neuma
a) una o piu note (anche centinaia,
come nel caso dei melismi ambrosiani e ispanici) che si trovano su un'unica
sillaba di testo: b) in senso comune, ma tecnicamente inadeguato, i diversi
segni con cui si scrivono le note nei codici medioevali. Nel caso in cui ci
sono piu segni musicali su un'unica sillaba, ogni segno costituisce un elemento
neumatico.
Notturno
Sezione del Mattutino. Nella liturgia
festiva sono previsti tre notturni.
Nunc dimittis
Cantico di Simeone (Lc
29, 32), si canta nella sezione della Compieta.
Oktòichos (octoechos)
Sistema teorico che prevede
quattro scale musicali partendo dalle finali re, mi, fa e sol. Ad ogni finale corrispondono due scale: quelle autentiche si
muovono nell'ambito acuto, quelle plagali in quello grave (es. il modo plagale
di re si estende dal la grave al fa, il modo autentico dal re alla sua ottava: entrambi hanno la finale tonica re). → Sistema modale
Offertorio
a) canto eseguito durante
il rito omonimo; a Milano il canto è l'offerenda. Nella sua forma
evoluta, l'offertorio ha assunto la forma di un vero e proprio responsorio con versetti.
Dopo il sec. XII i versetti «tramandati prima da allora soltanto da una
parte della tradizione libraria» scompaiono dall"uso e dai codici
liturgici: b) riti durante i quali si preparano i doni (pane e vino) per il
sacrificio eucaristico.
Officium → Ufficio
Occursus → Notazione I
Omeliario
Raccolta delle prediche e dei
commenti degli antichi scrittori ecclesiastici: spesso costituiscono dei lezionari «patristici» da leggersi al Mattutino quale commento al
giorno/tempo liturgico (II notturno) o alla pericope evangelica del giorno (III
notturno)
Orazione
Preghiera liturgica in cui la
Chiesa si rivolge a Dio Padre per Cristo nello Spirito Santo.
Ordinario della Messa/Ordo Missae
Testi, quadro e norme relative alla celebrazione della Messa. Si contrappone al Proprio, che riunisce,
invece. tutte le parti variabili. I canti dell'Ordo Missae sono i brani
che mantengono inalterato il testo): Kyrie eleison, Gloria in excelsis Deo, Sanctus, Agnus Dei e Credo. A questi canti si aggiungono
anche le formule di congedo (Ite Missa est, Benedicamus Domino) e due
antifone per la benedizione dell"acqua lustrale (Asperges me, Vidi aquam).
Ordo Missae → Ordinario
Ore
Sono momenti di preghiera ufficiale della
Chiesa che, distribuiti lungo l'arco di tutta la giornata vengono a costituire
la Liturgia delle ore o Ufficio.
Tutte le ore, che si chiamano anche ore canoniche, hanno la medesima
struttura: introduzione, canto di salmi con relativa antifona, letture con i
rispettivi responsori, conclusione. → Scheda
Ore minori
Sono ore canoniche di lunghezza
relativamente breve (solo tre salmi): Prima, Terza, Sesta, Nona
Organum
Termine adottato sin dal ix secolo per designare la più semplice forma di polifonia (organum parallelo): una melodia gregoriana (vox principalis) è
raddoppiata esattamente in parallelo, nota contro nota, da un'altra parte
(vox organalis) che procede a distanza di una quarta o di una quinta. Il
termine poi passò a indicare altre forme di polifonia, spesso, come la
precedente, improvvisate (codificate per iscritto dal sec. XII): si possono qui
ricordare il discanto in
cui le parti procedono sempre nota contro nota, ma tra di esse prevale il moto
contrario e le forme di polifonia in cui le note della vox
principalis sono prolungate e fungono da bordone alla vox organalis che procede melismaticamente (organum melismatico). Inoltre il termine
organum designa numerose composizioni del repertorio di Notre Dame: ai primi organa a due voci, si aggiunsero con magister Perotinus (seconda
metà del sec. XII) quelli a tre e quattro parti, in cui le voci
superiori procedono secondo la ritmica modale. [cc1]
Ottava
Spazio di risonanza di una
celebrazione importante dell'anno
liturgico, che dura otto giorni dopo la festa; puo anche indicare
unicamente l'ottavo giorno successivo.
Palme
Domenica prima di Pasqua che inizia la Settimana santa.
Paratge
Parola che in lingua d'oc
significa 'nobiltà' (lett. 'parigrado') ma che fu usata soprattutto nel xii-xiii sec. per identificare l'orgoglio indipendentista della terra di
Provenza contro le ingerenze della Corona di Francia e le persecuzioni della
chiesa di Roma (Crociata contro gli Albigesi). [*]
Pasqua
Principale festa cristiana in cui
si ricorda la risurrezione di Gesu Cristo. Cade la prima domenica dopo la luna
piena successiva al 21 marzo (equinozio di primavera).
Passio / Passione (Domini Nostri Jesu Christi / del
Signore nostro Gesu Cristo)
Racconto della passione del Signore
Gesù secondo i quattro evangelisti. Frequente e la presenza di lettere di valore musicale; meno
spesso si trovano melodie relative a determinate sezioni (Hely Hely, Heloy
Heloy...). Il Passio si canta in modo solenne nella Settimana santa.
Pentecoste
La domenica che conclude i
50 giorni del tempo pasquale. Nella Chiesa cristiana commemora il dono dello
Spirito Santo. È il punto di riferimento per il tempo liturgico
ordinario, segnato dalle domeniche (I, II, III...) dopo Pentecoste
Pontificale
Rubriche e testi relativi alle
azioni liturgiche presiedute da un vescovo.
Post evangelium
Antifona propria della liturgia
ambrosiana che si canta dopo la proclamazione del Vangelo.
Postcommunio
Orazione alla fine
della Messa, dopo il rito della
comunione.
Prefazio
Preghiera in tono lirico
riservata al celebrante, che si conclude con il canto del Sanctus: l'intero blocco
(prefazio + Sanctus) serve da introduzione alla preghiera eucaristica (Canone), la parte centrale della
celebrazione della Messa.
Presbiterio
Area degli edifici di
culto situata di solito tra l'abside e lo spazio riservato ai fedeli. Nel
presbiterio si trovano l'altare e, prima dei Concilio di Trento, gli stalli del
coro.
Prima
Ora canonica celebrata verso le 7. Al suo interno ha
preso corpo un'azione supplementare: l'ufficio del capitolo.
Processionale
Raccolta dei canti
(perlopiù antifone e responsori) da eseguire
durante le liturgie itineranti (Purificazione il 2 febbraio, domenica delle
Palme, Rogazioni...). Oltre ai processionali con i canti, ci sono libri
processionali con soli testi delle letture o dei soli brani eucologici.
Proportio
Pratica della notazione mensurale per cui il
la semibreve dura meno del tactus. → Approfondimento [*]
Proprio dei santi
Sezione dei libri
liturgici con i formulari di singoli santi.
Proprio della Messa, canti del
Sono
i brani gregoriani che hanno un testo e una melodia specifiche per ogni
celebrazione o gruppo di celebrazioni. Sono l'Introito, il Graduale, il Tratto, l'Alleluia, l'Offertorio e l'Antifona di comunione.
Prosario
Sinonimo di Sequenziario.
Psalmi idiotici
Salmi estranei al Salterio
e composti da singoli autori per particolari circostanze ( p.e. il Te
deum). [*]
Purificazione
Festa del 2 febbraio
in cui si commemora: a) la presentazione di Gesu al Tempio; b) la purificazione
di Maria di Nazareth secondo le norme rituali della tradizione ebraica.
Quadruplum
Voce aggiunta al tenor liturgico, al duplum e al triplum negli organa a quattro parti della
Scuola di Notre Dame. Tali organa erano appunto detti organa quadrupla.
[cc1]
Quaresima
Tempo di preparazione alla Pasqua, dura 40 giorni a partire
dal mercoledì delle ceneri.
Quattro Tempora → Tempora
Quem queritis
Incipit del primo tropo drammatico su cui si
svilupperà la Visitatio sepulcri. » scheda [*]
Recita → Corda di recita
Repetenda
Parte finale di un responso. Si canta dopo il versetto nei responsori con la repetitio a latere di origine gallicana.
Regularis concordia
Detta anche De
consuetudine monachorum; insieme di norma monastiche, redatto sul modello
benedettino durante il Sinodo di Winchester (ca. 970). [*]
Repetitio a latere → Responsorio
Responso → Responsorio
Responsorio
Canto che segue una lettura. Nel Mattutino i responsori sono di
tipo «gallicano» e presentano la cosiddetta repetitio a
latere. Dopo il canto della prima sezione, detta responso, segue il versetto; il brano si conclude
con la ripetizione della sezione finale del responso iniziale che si chiama repetenda. Questa forma di canto responsoriale si trova sia a Milano che
a Roma nella liturgia delle Ore nei responsori che seguono le letture e, nella
Messa, nel canto dell'offertorio. [È detto anche «responsorio
prolisso» per distinguerlo dal responsorio breve che segue il versicolo.]
Responsorio graduale → Graduale (a)
Rito
Solitamente e usato per indicate il
grado di solennita di una festa ai fini dell'eventuale subordinazione ad
un'altra festa. Ogni Messa, e relativo Ufficio, sono classificati secondo
diversi gradi, come rito doppio (di prima o di seconda classe, maggiore o
minore), semidoppio o semplice. Non sempre la denominazione dei diversi gradi
di festivita coincideva nel Medioevo.
Rituale
Libro che contiene i riti
sacramentali amministrati dal sacerdote e dal diacono in particolare la
liturgia degli ammalati e le esequie e i diversi tipi di benedizioni.
Rondeau
Una delle tre formes fixes in cui si suddivide il
genere della chanson. A
differenza dalla ballade e dal virelai, il rondeau assunse
la sua struttura definitiva agli inizi del XII secolo, quando era già un
genere di musica per danza abbastanza diffuso (il suo nome deriverebbe dal
latino rotundellum, 'danza circolare'). Di assetto monodico presso i
trovieri, a partire dall'epoca di Adam de la Halle (tardo Duecento) assunse una
veste polifonica, generalmente a tre voci. La sua struttura formale si
può riassumere con il seguente schema: AB, AA, AB, AB; la prima e
l'ultima sezione, oltre ad essere intonate sulla stessa musica AB, hanno lo
stesso testo poetico e vengono denominate refrain ('ritornello'). [cc1] → Scheda
Rubrìca
Annotazione presente in un
libro liturgico, normalmente scritta in rosso, che contiene le prescrizioni da
osservare nella celebrazione.
Ruf (pl. Rufe)
Acclamazione
tedesca, di uno o due versi che era uso interpolare nel tardo medioevo nei
testi liturgici recitati collettivamente (particolarmente nella messa). [*]
Sabato santo
Precede la domenica di Pasqua, ultimo giorno del Triduo sacro.
Sacramentario
Raccolta delle orazioni presidenziali della
Messa (colletta, super oblata, post-communio, prefazio). Nelle fonti piu
antiche si trovano anche l'Ordo Missae, le benedizioni pontificali e i
riti di ordinazione.
Salmo
Ciascuno dei 150 testi poetici
attribuiti a Davide che compongono il biblico Libro dei Salmi (databile,
nella forma attuale, al III sec.). Dal greco psalmós (= cantare
al suono della cetra o salterio) da cui il nome Salterio per riferirsi ai salmi.
Fin dalle origini il canto dei salmi è momento della liturgia cristiana
e il canto dei suoi versi segue i principi della slamodia che può essere
antifonale (fra due cori) o responsoriale (fra coro e solista). [*]
Salmello (psalmellus)
Responsorio della
liturgia ambrosiana che si canta durante la Messa (con la stessa funzione del
responso graduale gregoriano) o dopo ciascuna delle 4 letture nei vespri dei
venerdì di Quaresima.
Salmodia
Canto dei salmi e dei cantici
biblici secondo particolari melodie (toni salmodici) che prevedono una forma ad arco e
tre parti principali: intonazione, corda di recita e cadenza
Salterio
Raccolta dei 150 salmi biblici attribuiti a Davide.
Nella liturgia si utilizza lo psalterium feriatum / psalmista in cui i
salmi sono distribuiti in base alla loro collocazione nelle diverse ore dei
giorni della settimana. Spesso sono presenti le relative antifone del tempo
ordinario.
Sanctus
Acclamazione di origine biblica
(trisagio del profeta Isaia), dal IV sec. si canta anche nella Messa
romana, dove conclude il Prefatio. → Scheda
Santorale
La sezione di un libro
liturgico che comprende il ciclo delle feste dei santi. Nel Proprio dei santi ogni
formulario ha almeno un brano specifico ed esclusivo, nel Comune dei santi ci sono vari
formulari distribuiti per categoria (apostoli, martire, martiri, confessore...)
che si utilizzano per le feste di singoli santi per i quali non e stato scritto
un formulario specifico.
Secolare
Libro liturgico destinato alla
celebrazione di una comunità secolare (chiesa episcopale, parrocchiale,
ordine mendicante...). Presenta una particolare struttura della liturgia delle ore.
Secreta
Preghiera che si dice alla
conclusione della preparazione dei doni (offertorio) scelti per il sacrificio della
Messa.
Sequenza
Canto strofico che
perlopiù si canta quale prolungamento dell'Alleluia. Nella forma classica (sec. IX-X) la
sequenza prevede due strofe isolate all"inizio e alla fine, mentre all"interno
le strofe sono appaiate e sono cantate con una melodia che si ripete in ogni
coppia (a bb cc dd ... z). → Scheda
Sequenziario
Raccolta di sequenze distribuite secondo lo
svolgimento dell'anno liturgico.
Settimana santa
È la settimana
che precede la Pasqua e che comincia con la domenica delle Palme.
Settuagesima
Terza domenica prima
del mercoledì delle Ceneri e dell'inizio della Quaresima, segna l"inizio di un
periodo di preparazione alla stessa Quaresima. Le domeniche successive sono
Sessagesima e Quinquagesima.
Sirventese
Genere poetico legato alla
produzione trobaborica che si distingue per non essere di carattere amoroso, ma
al contrario morale, politico, letterario etc.
Super oblata
Sinonimo di secreta.
Tactus
Scansione fissa a cui si rapporta
la notazione mensurale corrispondente ad un secondo o a una pulsazione poco più veloce. [*]
Tàlea
Dal francese taille,
'strofa'. Denominazione attribuita a ciascuno dei moduli ritmici (serie di
figure e pause) che si ripetono nel tenor di un mottetto isoritmico. [cc1]
Tempo ordinario
Le settimane che
intercorrono tra l'Epifania e la Quaresima e le settimane tra Pentecoste e l'inizio dell'Avvento.
Tempo pasquale
I cinquanta giorni
tra la domenica di Epifania e
quella di Pentecoste.
Tempora, Quattro
Quattro cicli di
celebrazioni di propiziazione rispettivamente il mercoledì,
venerdì e sabato di 4 settimane legate al ciclo agricolo e
collocate vicino all'inizio delle stagioni. Sono previsti particolari testi e
canti nelle Messe; grande rilievo hanno le celebrazioni del sabato in
duodecim lectionibus quando a Roma si proclamavano sei letture in greco e
in latino.
Temporale
La sezione di un libro
liturgico che comprende il ciclo delle celebrazioni domenicali e dei tempi
forti, di solito a partire dalla I domenica d'Avvento sino all'ultima domenica dopo Pentecoste.
Tenebre, Ufficio delle
La preghiera delle ore (mattutino + lodi) che si
celebrava molto presto durante il Triduo sacro.
Tenor (pl.: tenores)
Denominazione
attribuita alla parte a cui era affidata la melodia liturgica preesistente
nelle prime forme di polifonia. La denominazione rimase anche quando altre
parti si aggiunsero alle prime due (il tenor assunse nel tessuto
polifonico la posizione standard tra l'altus e il bassus) e, a
partire dal sec. XIII, la melodia su cui si fondava il gioco polifonico
poté essere anche profana o d'invenzione. [cc1]
Tono salmodico
Semplice formula
melodica, conosciuta a memoria da tutti i membri del coro e della schola, che serviva ad intonare i versetti dei salmi. È composto
da una intonazione, da una corda di
recita e da una cadenza finale
Tornada
Il corrispondente occitanico
dell'envoi oitanico.
Tratto
Canto interlezionale della messa
che sostituisce l'Alleliua nei
tempi di penitenza. [*]
Triduo sacro
I tre giorni che precedono Pasqua (giovedì santo,
venerdì santo e sabato santo)
Triplum
Voce aggiunta al tenor e
al duplum negli organa tripla e quadrupla, nel conductus e nel mottetto politestuale dei secoli
XII e XIII. [cc1]
Tropario
Raccolta dei tropi relativi ai canti della
Messa.
Tropo
Ampliamento di un brano liturgico
musicale secondo vari procedimenti: a) inserzione di una fioritura melismatica
al termine di uno o piu incisi; b) elaborazione di un melisma gia presente nel
brano originario in modo tale che a una singola nota originale corrisponda una
sillaba di un nuovo testo («prosa / prosula» nei manoscritti): c)
incisi con nuovi testi e nuova musica inseriti prima dei brani come
introduzione e/o come sezioni che si alternano alle diverse parti del pezzo
originale. Scheda
Ufficio
Termine utilizzato per designare
la liturgia delle Ore o un sua parte.
Nei libri liturgici talvolta officium sta indicare la serie di canti del Proprio della Messa.
Ufficio dei morti
Rituale per la
commemorazione dei defunti. [*]
Venerdì santo
Secondo giorno del Triduo, ha un'importante
celebrazione pomeridiana con il canto del Passio secondo s. Giovanni, una
serie di preghiere solenni d'intercessione, e un rito per l'adorazione della
croce. Nel corso del Venerdì santo non si celebra la Messa.
Versetto
a) unita letteraria dei libri
biblici: b) la seconda sezione di un canto (Alleluia, Offertorio, Responsorio); breve
composizione collegata con un'antifona in particolari circostanze festive (es.
formulari di s. Paolo e di s. Lorenzo).
Versicolo
Breve frase seguita da una
risposta, spesso derivata da un versetto di salmo. Serve a distinguere varie
sezioni all"interno della liturgia delle Ore, ad esempio nel Mattutino la parte salmica
dalle letture. Sul piano
musicale, tranne pochi giorni quali il Triduo sacro il versicolo si canta
sempre su un"unica corda di recita sillabica sino alla sillaba finale sulla
quale c'e un abbellimento melismatico.
Verso → Versetto
Vespri
Ora cardine della preghiera
quotidiana, si celebra al tramonto. Nella liturgia romana secolare si cantano 5
salmi, 4 nella tradizione monastica. Nella parte finale prevede il cantico di
Maria (Magnificat) e la preghiera del Padre nostro. La liturgia ambrosiana
contempla nei vespri tre sezioni la prima delle quali e costituita da una
particolare liturgia della luce (lucernario).
Virelai
Una delle tre formes fixes in cui si suddivide il
genere della chanson. Il virelai monodico è testimoniato principalmente nel repertorio
trovierico, anche se in tale periodo la distinzione tra virelai e ballade non era ancora del tutto chiara. Il trattamento polifonico del virelai viene fatto risalire al periodo dell'ars nova, con
Guillaume de Machaut; ma qualche studioso considera già come virelais alcune composizioni polifoniche di Adam de la Halle (fine XIII
secolo). Normalmente, nel virelai polifonico solo la voce superiore era
affidata ad un'esecuzione vocale, mentre le altre due venivano eseguite da
strumenti. II suo schema formale si può riassumere in ABBAA. [cc1]