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Il Kyrie eleison, formula greca che significa «Signore, misericordia» o «abbi pietà», è diffusa in oriente fin dall'antichità. Eteria lo rileva fra le risposte del coro (di ragazzi) in una litania vespertina. Fu introdotto nella messa più tardi.
All'inizio del VI secolo è attestato già in uso a Roma
come risposta corale di una litania introduttiva alla messa, il Deprecatio di papa Gelasio, scritta dopo il 466.
Al tempo di Gregorio Magno la risposta si era arricchita della formula Christe eleison (di fatto la parola Kyrie già per san
Paolo identificava indistintamente Dio e Cristo), inoltre le messe quotidiane
tendevano tralasciare il testo litanico.
In periodo carlingio la triplice ripetizione della formula divenne simbolo trinitario e si stabilizzò nella ripetizione di tre
Kyrie, tre Christe, tre Kyrie.
Il Kyrie fu uno dei canti più frequentemente tropati (quasi a restituire l'impianto originario della litania) i cui testi e melodie aggiunti furono tutte eliminati con la riforma di Pio V (1570). Tuttavia l'incipit del testo tropato è rimasto a designare la melodia del Kyrie. Un caso interessante è il Kyrie II Fons bonitatis.
Fra le numerose intonazioni del Kyrie, l'Editio vaticana ne ha
conservate una trentina (di cui 11 ad libitum) in cui si riconoscono tre
formulari melodici base:
a) tutte le ripetizioni intonate sullo stesso
tema
b) il Christe adotta una melodia diversa (questa è la soluzione
più frequente)
c) tre melodie, una per il primo Kyrie, una per il
Christe e un'altra per il secondo Kyrie.
Forme melodiche più elaborate possono adottare un nuovo tema per
la seconda delle tre ripetizioni sia del I Kyrie, che del Christe e del II
Kyrie, creando una casistica melodica assai ampia, ulteriormente complicata
dall'uso abbastanza frequente di variare, a guisa di 'coda', il finale
dell'intero canto.
Fra i Kyrie più celebri, il XVIII, quello che si adotta nella messa pro defunctis, accoglie la struttura più semplice: il tema è lo stesso per tutte le ripetizioni (qui però la 'coda' è variata). In questi casi, spesso, l'esecuzione tende a limitare le ripetizioni di ogni sezione a due sole (per un totale di sei parti), al posto delle canoniche tre (nove parti in tutto)
Il Kyrie XI, in dominicis per annum, ovvero da cantarsi nelle domeniche esterne al Temporale, è uno dei più antichi (X sec.), ed è strutturato sul modello più comune con il Christe su tema nuovo. La sua natura spiccatamente tonale ha fatto sì che sia stato molto usato nella forma cosiddetta B, scritta nel Cinquecento (qui riprodotta). Sui temi del Kyrie Orbis Factor Frescobaldi ha elaborato, nei Fiori musicali (1635) 12 versioni polifoniche per organo.
Kyrie assai celebre, che si canta a Pasqua, intonato su tre temi diversi.
Kyrie mariano (in festis et memoriis B. M. V.) dall'intonazione elaborata. Oltre a mutare tema per ogni parte, qui la seconda ripetizione di ciascun versetto è su melodia nuova. La musica del Graduale triplex è stata reimpaginata per mettere in evidenza divergenze e similitudini delle ripetizioni. Non si tratta infatti di una successione aba-cdc-efe, perché d e f coincidono; inoltre tutti i temi, a parte c, sono identici nella conclusione. Si osservi come il finale del canto (la 'coda') si una ripetizione delle due precedenti frasi.