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Messa

Struttura della messa | Schema sinottico | Sintesi storica | Testi dell'ordinario

La messa, con la liturgia delle ore, è l'espressione più importante in cui si compie il rito cristiano. Esprime la memoria di Cristo e del suo sacrificio.

Si realizza collettivamente sotto la guida di un sacerdote. Nella sua forma originale è interamente cantillata (recitativo liturgico) con una decina di episodi cantati.

Alcune parti del rituale si legano al giorno dell'anno liturgico in cui viene celebrata, pertanto, all'interno di una prevalenza di testi e azioni fisse (ordinarium missae) si colloca una dozzina di momenti variabili, legati al giorno dell'anno o alla circostanza in cui viene celebrata (proprium missae).

Struttura della messa

La messa è costituita da due parti essenziali e successive separate dal Credo, ovvero la Parola e l'Eucaristia. A questi si fanno precedere e seguire riti introduttivi e conclusivi:

La liturgia eucaristica è il nucleo principale della messa che, attorno alla memoria dell'ultima cena di Cristo, sviluppa una fase iniziale di offerta dei doni (offertorio) e una conclusiva di partecipazione conviviale al pasto (comunione).

Il significato minimo di questa successione di azioni legate alla perpetuazione dell'ultima cena è la realizzazione di un pasto (simbolo del sacrificio di Cristo) in cui vengono messe a disposizione vivande (offertorium) che in quanto memoria e celebrazione di Cristo (eucaristia) offrono la salvezza attraverso la consumazione collettiva (communio).

La liturgia della parola è l'elemento razionale che prelude al rito eucaristico, ma insieme lo completa perché spiega il significato del momento eucaristico. Ne è inoltre manifestazione speculare in quanto nutre lo spirito – come il pasto eucaristico nutre simbolicamente il corpo – alimentando la conoscenza e il sapere del cristiano

È strutturata in due parti: la lettura della Bibbia e l'omelia del celebrante (predica) a commento delle letture. Originariamente le letture (lectiones) erano tre, inframmezzate da due canti detti appunto interlezionali (Graduale e Alleluia), ma verso il V secolo divennero due sole (Epistola e Vangelo) mantenendo tuttavia il doppio momento cantato.

Essendo l'Alleluia un canto di giubilo, nei momenti peniteziali (come la quaresima) è sostituoto dal Tratto.

I riti d'ingresso – con ben tre canti successivi (Antifona, Kyrie e Gloria) – hanno una struttura più frammentaria. Se si escludono le Praeces collectae conclusive, destinate a disporre l'assemblea alla concentrazione necessaria per partecipare alla Liturgia della parola, il rituale d'ingresso può essere diviso in due parti: l'Introito con la sua antifona e, a seguire, i due canti dell'ordinario.

Kyrie e Gloria formano un'unità di contrasto reciproco (penitenza e dossologia), e sono la riproposizione cantata dell' Introito. L'Antifona d'ingresso è solo la chiusa solenne dei testi dell'Introito – ma in origine apriva l'Introito per accompagnare il celebrante all'altare, poi tale funzione fu sostituita dal salmo 42 (oggi eliminato).

I riti di conclusione prevedono occasionalmente che si possa cantare la formula Ite missa est («Andate, [la celebrazione] è compiuta»), da cui il nome alla messa.

Il Credo, con funzione antiereticale (si esprime la consustanzialità fra Padre e Figlio negata dall'eresia ariana), fu aggiunto tardi e, oltre a separare le due liturgie, introduce quella che un tempo si chiamava messa dei fedeli, ovvero i cristiani battezzati (i non battezzati, i catecumeni, potevano assistere solo alla parte precedente). Da tempo questa distinzione non ha più significato e si usa distinguere fra messa sacrificale, quella eucaristica, istituita fin dalle origini, e messa didattica ovvero incentrata sull'insegnamento della parola.

Schema sinottico

La messa si organizza pertanto secondo questo schema (a fianco gli incipit musicali di cinque importanti messe polifoniche, v. infra):

Missa Papae Marcelli Missa Papae Marcelli Missa Papae Marcelli Missa Papae Marcelli Missa Papae Marcelli Missa Hercules dux Ferrarie Missa Hercules dux Ferrarie Missa Hercules dux Ferrarie Missa Hercules dux Ferrarie Missa Hercules dux Ferrarie Missa Sancti Jacobi Missa Sancti Jacobi Missa Sancti Jacobi Missa Sancti Jacobi Missa Sancti Jacobi Missa Sancti Jacobi Missa Sancti Jacobi Missa Sancti Jacobi Missa Sancti Jacobi Messa di Notre Dame Messa di Notre Dame Messa di Notre Dame Messa di Notre Dame Messa di Notre Dame Messa di Notre Dame Messa di Tournai Messa di Tournai Messa di Tournai Messa di Tournai Messa di Tournai Messa di Tournai

In arancio sono le parti fisse dell'ordinario (scuro per i canti, chiaro per le cantillazioni). In verde invece le parti mutevoli del proprio (anche in questo caso più scuro per i canti, più chiaro per le cantillazioni).

I canti sono dieci, cinque dell'ordinario e cinque del proprio. I compositori in genere intonano i canti dell'ordinario (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus), che rimangono validi sempre. Al contrario i canti del proprio, tranne qualche eccezione, godono di poche nuove intonazioni perché possono essere eseguiti una sola volta all'anno.

Messa di Tournai | Trio Mediaeval | Ecm Records, 2002
È considerata la prima messa polifonica destinata ad una stessa celebrazione. Tutta a tre voci fu messa insieme a metà del Trecento ma alcune sue parti, come l'Ite missa est (un mottetto bilingue, francese e latino) sembrano potersi datare fino a un secolo prima. Il Gloria e il Credo sono i brani più recenti. Prende il nome dalla città in cui si conserva il codice.

Guillame de Machaut, Messa di Notre Dame | Hilliard ensemble |Hyperion, 1993
La più celebre messa medioevale, a tre voci, è la prima scritta da un solo compositore (1360 ca.), il più importante di tutto il Trecento.

Guillame Dufay, Missa Sancti Jacobi | The Binchois consort | Hyperion, 1998
La prima (1430) e una delle pochissime messe che intonano anche il proprio. Adotta il testo liturgico della messa di san Giacomo apostolo, detto il Maggiore, martire il 25 luglio. Forse scritta su richiesta del vescovo di Vicenza Pietro Emiliani, devoto di san Giacomo. Si conserva in copia unica nel codice Q.15.

Josquin Desprez, Missa Hercules dux Ferrarie | Labyrinthes Ensembles | Astree, 1997
La più celebre messa di Josquin (1504?) scritta per il duca di Ferrara Ercole d'Este. Rientra nelle messe cicliche, ovvero interamente scritte su un unico tenor, genere praticato a partire da Dufay. In questo caso però il tenor è scritto ex novo sulla frase "Hecules dux Ferrarie" da cui le vocali (e u e u e a i e) diventano note (re ut re ut re fa mi re).

Pierluigi da Palestrina, Missa Papae Marcelli | Oxford camerata | Naxos, 1994
La prima celeberrima messa che applica i principi Tridentini per cui era necessario comprendere le parole anche dei canti. Fu scritta per papa Marcello che regnò solo tre settimane, 1555.

Papae Marcelli (altra versione): The Tallis Scholars | dir. Peter Phillips | 1980 Gimell Records
Kyrie | Gloria | Credo | Sanctus | Agnus — Kyrie | Credo (Ed. Eulenburg)

Sintesi storica

da: Messa, in Enciclopedia Europea, 12 voll., Milano 1978, vii, pp. 466-467.

Gli ultimi duemila anni

[…] La sua origine risale all'ultima cena pasquale che Gesù con i discepoli celebrò quale memoriale della sua morte. Dopo la resurrezione, i cristiani continuarono a celebrare questa cena come ricordo di Gesù e segno della sua presenza costante in mezzo a loro. Probabilmente, anzi, le formule dell'ultima cena che si trovano nel Nuovo Testamento derivano dalle celebrazioni liturgiche in uso nelle primitive comunità cristiane. La messa era una delle realtà comuni a tutte le chiese, pur nella varietà delle forme di celebrazione.

Con il tempo (sempre tuttavia nel sec. I) si cominciò a separare la cena dall'eucaristia propriamente detta: ciò che Gesù aveva lasciato come memoria di sé (benedizione del pane e del vino come sacramento del suo corpo dato per la salvezza dell'umanità) venne spostato dopo il pasto in comune (àgape).

Nel sec. II Giustino offre un quadro della celebrazione eucaristica comprendente i seguenti elementi:

– riunione dei fedeli nel giorno del Signore [riti d'introduzione]
– lettura delle Scritture
– omelia del «presidente»
– preghiera comune per varie intenzioni
– abbraccio e bacio di pace
[liturgia della parola]
– offerta del pane e del vino
– preghiera eucaristica del presidente
– adesione dei fedeli con l'amen
– distribuzione dei doni consacrati
[liturgia eucaristica]
– raccolta di offerte per la beneficenza [riti di conclusione]

Si notano, da una parte l'influenza della tradizione sinagogale giudaica (lettura e spiegazione delle Scritture), dall'altra il ruolo sempre più importante del presidente nella celebrazione: a lui è affidata la preghiera eucaristica, derivata dalla «benedizione» (berakhah) ebraica: preghiera di lode e ringraziamento a Dio per le sue opere. Al centro sta l'opera più grande, la morte e resurrezione di Cristo, ricordata attraverso la ripetizione cultuale dell'ultima cena.

Questo schema resistette sostanzialmente immutato nei secoli posteriori (anche oggi le parti essenziali della messa rimangono le letture bibliche, l'omelia, l'offertorio, il canone, la comunione), benché non si giungesse subito a un modello fisso di messa, e la celebrazione passasse dalla semplicità delle liturgie celebrate nelle domus ecclesiae (le case che accoglievano le chiese domestiche) alla sontuosità delle celebrazioni nelle «basiliche», ove si trasferì lo splendore della corte imperiale (introduzione delle vesti liturgiche come il manipolo e la casula, della processione d'entrata ecc.).

Intanto si sviluppava una progressiva differenziazione fra le liturgie orientali e quelle latine: le prime andavano accentuando la grandiosità della celebrazione, anche per simbolizzare la grandezza del mistero, e davano più spazio all'epiclesi (invocazione dello Spirito Santo). Comune tuttavia restava la coscienza che la messa è celebrazione comunitaria.

Nel medioevo, con l'attenuarsi di questa coscienza, la celebrazione divenne sempre più esclusiva dei sacerdoti, mentre i laici furono considerati semplici spettatori. Si introdussero preghiere private per il sacerdote, e formule in cui dal noi primitivo si passa all'io.

La riforma protestante reagì sia, sul piano dottrinale, contro un'interpretazione della messa che pareva preoccupata solo della questione della presenza reale eucaristica, sia contro l'oblio, che sembrava pratica negazione, del carattere comunitario della messa, adottando la lingua volgare e ammettendo anche i laici al calice. Ma la polemica fra cattolici e protestanti si prolungò per secoli, soprattutto sul carattere «sacrificale» della messa, negato dai protestanti: questi accusavano i cattolici di considerare ogni messa come ripetizione del sacrificio di Cristo e di negare il valore unico e assoluto (l'«una volta per sempre») della sua morte.

La teologia cattolica, anche in risposta a queste accuse, ha sviluppato dal concilio di Trento al nostro secolo innumerevoli teorie del sacrificio: attualmente il concetto teologico che sembra più fecondo per lo sviluppo della riflessione teologica e per una migliore comprensione interconfessionale, è quello di memoriale: la messa, cioè, è «memoriale» (sacramento) della morte di Cristo.

Nel 1570 Pio V, anche per porre fine a un disordine rituale sempre più accentuato, fissò il Messale romano, che rimarrà in vigore fino al concilio Vaticano II (1962-65). Un unico modello di messa era ormai imposto all'occidente (con le eccezioni locali dei riti ambrosiano, gallicano e mozarabico), mentre l'oriente manteneva sempre i vari tipi di liturgia, detti di san Giovanni Crisostomo, di san Basilio, di san Marco ecc.

In occidente, solo nel sec. XIX prese a delinearsi un movimento di riforma liturgica, la cui preoccupazione principale era la partecipazione dei fedeli alla celebrazione. Il Vaticano II fece propri questi sforzi e dichiarò che, per facilitare la comprensione di tutti i fedeli, era necessaria una vera riforma della messa. Si è giunti così alle messe nelle lingue contemporanee, alla modifica di riti anacronistici, al riconoscimento delle esigenze di un pluralismo che tenga conto delle culture dei vari popoli: riforme giudicate da alcuni rivoluzionarie, da altri insufficienti e superficiali, e 'scavalcate' talora da celebrazioni eucaristiche più informali nei gruppi ecclesiali di avanguardia, spesso interconfessionali.

Testi dell'ordinario

Testo italiano e latino con riferimenti all'azione rituale. La versione latina è dal Liber usualis, mentre la traduzione italiana è quella canonica di S. Bertola e G. Destefani.

Riti d'introduzione

Ingresso e saluto

Entrando in chiesa ci si inginocchia e ci si segna con l'acqua benedetta.  
Il ministro, cioè colui che deve servire la messa, aiuta il sacerdote a vestirsi in sacrestia, poi prende il messale e precede il sacerdote all'altare; qui fa la genuflessione insieme a lui, poi va a deporre il messale sul leggio, al lato dell'Epístola, quindi va al lato del Vangelo, genuflettendo mentre passa in mezzo all'altare, e si inginocchia in piano.  
Se il sacerdote ha eseguito l'aspersione, si spoglia del piviale e dà inizio alla S. Messa ai piedi dell'altare. Rivolto all'altare congiunge le mani, le allarga, le ricongiunge, si inchina profondamente (o si inginocchia se nell'altare è presente il tabernacolo col SS. Sacramento).  
Si rialza e incomincia Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
I fedeli si inginocchiano, si segnano col sacerdote Cosí sia.

Salmo 42

  Mi accosterò all'altare di Dio.
Al Dio che allieta la mia giovinezza.
  Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa da gente malvagia: liberami dall'uomo iniquo e fraudolento.
Tu sei la mia forza, o Dio; perché mi respingi? e perché devo andare cosí triste sotto l'oppressione del nemico?
Degnami del tuo favore e della tua grazia, onde mi guídino e mi conducano al tuo santo monte, e ai tuoi tabernacoli.
Mi accosterò all'altare di Dio, al Dio che allieta la mia giovinezza.
Te loderò sulla mia cetra, o Dio, Dio mio; perché sei tu triste, o anima mia? perché mi turbi?
Spera in Dio, perché ancora potrò lodarlo, Lui che è la salvezza mia e il mio Dio.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio, e ora, e sempre, e nei secoli dei secoli. Cosí sia.
Mi accosterò all'altare di Dio.
Al Dio che allieta la mia giovinezza.

Atto penitenziale

Il sacerdote si segna, e anche i fedeli Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
Che ha fatto il cielo e la terra.
Il sacerdote, congiunte le mani, si inchina profondamente Confesso a Dio onnipotente, alla beata Maria ... [prosegue il Confiteor che poi ripeterà l'assemblea]
I fedeli invocano sul sacerdote la misericordia di Dio Dio onnipotente, abbia pietà di te, e, perdonati i tuoi peccati, ti conduca alla vita eterna.
Il sacerdote si alza e dice Cosí sia.
I fedeli, profondamente inchinati, ripetono la confessione Confesso a Dio onnipotente, alla beata sempre Vergine Maria, al beato Michele Arcangelo, al beato Giovanni Battista, ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi e a te, o padre, di aver molto peccato, in pensieri, parole ed opere:
ci si batte il petto per tre volte per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. E perciò supplico la beata sempre Vergine Maria, il beato Michele Arcangelo, il beato Giovanni Battista, i Santi Apostoli Pietro e Paolo, tutti i Santi, e te, o padre, di pregare per me il Signore Dio nostro.
Il sacerdote congiunge le mani Dio onnipotente abbia pietà di voi e, rimessi i vostri peccati, vi conduca alla vita eterna.
Cosí sia.
Il sacerdote si segna Il Signore onnipotente e misericordioso ci accordi il perdono, l'assoluzione e la remissione dei nostri peccati.
Cosí sia.

Preci

Il sacerdote s'inchina Volgendoti a noi, o Dio, ci farai vivere.
E il tuo popolo si rallegrerà in Te.
Mostraci, o Signore, la tua misericordia.
E da' a noi la tua salvezza.
O Signore, esaudisci la mia preghiera.
E il mio grido giunga fino a Te.
Il Signore sia con voi.
E con lo spirito tuo.
Allarga e congiunge mani Preghiamo.
I fedeli si alzano e rimangono in piedi senza dir nulla. 
Il sacerdote sale all'altare e a voce bassa Togli da noi, o Signore, le nostre iniquità: affinché con ànimo puro possiamo entrare nel Santo dei Santi. Per Cristo nostro Signore. Cosí sia.
congiunge le mani sopra l'altare Ti preghiamo, o Signore, per i mériti dei tuoi Santi
bacia l'altare nel mezzo dei quali son qui le relíquie, e di tutti i tuoi Santi: affinché ti degni di perdonare tutti i miei peccati. Cosí sia.
Nella messa solenne il sacerdote, prima di iniziare l'antifona incensa l'altare.
Il diacono o il ministro, chinato verso il sacerdote, dice Benedite, reverendo padre.  
Il sacerdote benedice l'incenso Sii benedetto da Colui in onore del quale sarai bruciato. Cosí sia.  
Il sacerdote, ricevuto il turíbolo, fa una profonda riverenza alla Croce e, in silenzio, la incensa per tre volte; quindi, fatta ancora una profonda riverenza alla Croce, in silenzio incensa l'Altare. Il diacono o il ministro, ricevuto il turíbolo dal sacerdote, incensa solo lui.  

Antifona (introitus)

Il sacerdote, portatosi al lato dell'Epistola, si segna e legge a voce alta l'antifona dell'Introito. [testo dipendente dal tempo liturgico]  

Ingresso e saluto

Entrando in chiesa ci si inginocchia e ci si segna con l'acqua benedetta.  
Il ministro, cioè colui che deve servire la messa, aiuta il sacerdote a vestirsi in sacrestia, poi prende il messale e precede il sacerdote all'altare; qui fa la genuflessione insieme a lui, poi va a deporre il messale sul leggio, al lato dell'Epístola, quindi va al lato del Vangelo, genuflettendo mentre passa in mezzo all'altare, e si inginocchia in piano.  
Se il sacerdote ha eseguito l'aspersione, si spoglia del piviale e dà inizio alla S. Messa ai piedi dell'altare. Rivolto all'altare congiunge le mani, le allarga, le ricongiunge, si inchina profondamente (o si inginocchia se nell'altare è presente il tabernacolo col SS. Sacramento).  
Si rialza e incomincia Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
I fedeli si inginocchiano, si segnano col sacerdote Cosí sia.

Salmo 42

  Mi accosterò all'altare di Dio.
Al Dio che allieta la mia giovinezza.
  Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa da gente malvagia: liberami dall'uomo iniquo e fraudolento.
Tu sei la mia forza, o Dio; perché mi respingi? e perché devo andare cosí triste sotto l'oppressione del nemico?
Degnami del tuo favore e della tua grazia, onde mi guídino e mi conducano al tuo santo monte, e ai tuoi tabernacoli.
Mi accosterò all'altare di Dio, al Dio che allieta la mia giovinezza.
Te loderò sulla mia cetra, o Dio, Dio mio; perché sei tu triste, o anima mia? perché mi turbi?
Spera in Dio, perché ancora potrò lodarlo, Lui che è la salvezza mia e il mio Dio.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio, e ora, e sempre, e nei secoli dei secoli. Cosí sia.
Mi accosterò all'altare di Dio.
Al Dio che allieta la mia giovinezza.

Atto penitenziale

Il sacerdote si segna, e anche i fedeli Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
Che ha fatto il cielo e la terra.
Il sacerdote, congiunte le mani, si inchina profondamente Confesso a Dio onnipotente, alla beata Maria ... [prosegue il Confiteor che poi ripeterà l'assemblea]
I fedeli invocano sul sacerdote la misericordia di Dio Dio onnipotente, abbia pietà di te, e, perdonati i tuoi peccati, ti conduca alla vita eterna.
Il sacerdote si alza e dice: Cosí sia.
I fedeli, profondamente inchinati, ripetono la confessione Confesso a Dio onnipotente, alla beata sempre Vergine Maria, al beato Michele Arcangelo, al beato Giovanni Battista, ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi e a te, o padre, di aver molto peccato, in pensieri, parole ed opere:
ci si batte il petto per tre volte per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. E perciò supplico la beata sempre Vergine Maria, il beato Michele Arcangelo, il beato Giovanni Battista, i Santi Apostoli Pietro e Paolo, tutti i Santi, e te, o padre, di pregare per me il Signore Dio nostro.
Il sacerdote congiunge le mani Dio onnipotente abbia pietà di voi e, rimessi i vostri peccati, vi conduca alla vita eterna.
Cosí sia.
Il sacerdote si segna Il Signore onnipotente e misericordioso ci accordi il perdono, l'assoluzione e la remissione dei nostri peccati.
Cosí sia.

Preci

Il sacerdote s'inchina Volgendoti a noi, o Dio, ci farai vivere.
E il tuo popolo si rallegrerà in Te.
Mostraci, o Signore, la tua misericordia.
E da' a noi la tua salvezza.
O Signore, esaudisci la mia preghiera.
E il mio grido giunga fino a Te.
Il Signore sia con voi.
E con lo spirito tuo.
Allarga e congiunge mani Preghiamo.
I fedeli si alzano e rimangono in piedi senza dir nulla. 
Il sacerdote sale all'altare e a voce bassa Togli da noi, o Signore, le nostre iniquità: affinché con ànimo puro possiamo entrare nel Santo dei Santi. Per Cristo nostro Signore. Cosí sia
congiunge le mani sopra l'altare Ti preghiamo, o Signore, per i mériti dei tuoi Santi
bacia l'altare nel mezzo dei quali son qui le relíquie, e di tutti i tuoi Santi: affinché ti degni di perdonare tutti i miei peccati. Cosí sia.
Nella messa solenne il sacerdote, prima di iniziare l'antifona incensa l'altare.  
Il diacono o il ministro, chinato verso il sacerdote, dice Benedite, reverendo padre.  
Il sacerdote benedice l'incenso Sii benedetto da Colui in onore del quale sarai bruciato. Cosí sia.  
Il sacerdote, ricevuto il turíbolo, fa una profonda riverenza alla Croce e, in silenzio, la incensa per tre volte; quindi, fatta ancora una profonda riverenza alla Croce, in silenzio incensa l'Altare. Il diacono o il ministro, ricevuto il turíbolo dal sacerdote, incensa solo lui.  

Antifona (introitus)

Il sacerdote, portatosi al lato dell'Epistola, si segna e legge a voce alta l'antifona dell'Introito. [testo dipendente dal tempo liturgico]  
     

Kyrie

Il sacerdote si reca a mani giunte in mezzo all'Altare Signore, abbi pietà. Signore, abbi pietà. Signore, abbi pietà.
  Cristo, abbi pietà. Cristo, abbi pietà. Cristo, abbi pietà.
  Signore, abbi pietà. Signore, abbi pietà. Signore, abbi pietà.

Gloria

Il sacerdote, in mezzo all'altare, allargando e congiungendo le mani, col capo un po' inchinato in alternanza con l'assemblea Gloria a Dio nell'alto dei cieli. E pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi Ti lodiamo. Ti benediciamo. Ti adoriamo. Ti glorifichiamo. Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa. Signore Iddio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesú Cristo. Signore Iddio, Agnello di Dio, Figlio del Padre. Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica. Tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Poiché Tu solo il Santo. Tu solo il Signore.Tu solo l'Altissimo, Gesú Cristo.
Ci si segna Con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre.
Cosí sia.
Il sacerdote, baciato l'Altare in mezzo, si volge ai fedeli Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.

Collectae

  Preghiamo.  
Il sacerdote recita le orazioni, una o piú come richiesto [testo dipendente dal tempo liturgico]  
Poi conclude Per tutti i secoli dei secoli.
Cosí sia.
 

Liturgia della parola

Epistola (Lectio I)

Il sacerdote, poste le mani sul Messale, o sull'Altare, ma in modo che le palme tòcchino il Messale, oppure (se ritiene) tenendo il Messale, legge Lettura della Lettera del beato… [testo dipendente dal tempo liturgico]  
Alla fine Rendiamo grazie a Dio.  

Graduale

sostituito nel Tempo Pasquale dall'Alleluia    

Alleluia [ovvero] Tratto

sostituito dopo la Settuagesima dal Tratto [testo dipendente dal tempo liturgico]  

Sequenza

ove previsto dall'Ordo Officii [testo dipendente dal tempo liturgico]  

Vangelo (Lectio II)

Il sacerdote, posto in mezzo all'Altare, aspetta che il suddiacono o il ministro ponga il Messale dal lato del Vangelo, e che il diacono còllochi l'Evangeliario in mezzo all'Altare; quindi benedice l'incenso com'è d'uso.  
Il diacono, genuflesso sul gradino piú alto dell'Altare, dice Mondami il cuore e le labbra, o Dio onnipotente, che mondasti con acceso carbone le labbra del profeta Isaia; con la tua benigna misericordia degnati di mondarmi in modo che io possa annunziare degnamente il tuo santo Vangelo. Per il Cristo nostro Signore. Cosí sia.
  Degnati, o Signore, di benedirmi.
Il sacerdote Il Signore ti sia nel cuore e sulle labbra, affinché in modo degno e conveniente tu annunzii il suo Vangelo.
si segna Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Cosí sia.
Il diacono, baciata la mano del sacerdote, e preceduto dal turiferario e da due accoliti con i candelabri accesi, si reca col suddiacono o col ministro sulla sinistra del presbiterio, dal lato del Vangelo; qui, mentre il suddiacono o il ministro, posto in mezzo ai due accoliti con i candelabri accesi, tiene l'Evangeliario, dice:  
  Il Signore sia con voi.
I fedeli si alzano e rispondono E con il tuo spirito.
Il diacono, mentre dice «Séguito…» segna l'Evangeliario all'inizio del Vangelo e sé stesso sulla fronte, sulle labbra e sul petto; quindi incensa tre volte l'Evangeliario: in mezzo, a destra e a sinistra; poi prosegue la lettura o il canto del Vangelo a mani giunte  
  Séguito (o Inizio) del santo Vangelo secondo [nome]
I fedeli si segnano sulla fronte, sulle labbra e sul petto Gloria a Te, o Signore.
Il diacono legge [testo dipendente dal tempo liturgico]  
Finita la lettura o il canto del Vangelo, i fedeli dicono Lode a Te, o Cristo.
Finita la lettura o il canto del Vangelo, il suddiacono o il ministro porta l'Evangeliario dal sacerdote, che lo bacia e dice: Per questi evangelici detti siano perdonati i nostri peccati.  
Quindi il diacono incensa per tre volte il sacerdote.    

Omelia

Il Sacerdote si reca sul pulpito o all'ambone per effettuare l'Omelia, la quale verterà sui passi della sacra Scrittura appena letti. I fedeli si siedono per ascoltare l'Omelia del sacerdote.  

Simbolo niceno

titolo

Il sacerdote, in mezzo all'Altare, allarga, eleva e congiunge le mani e recita con i fedeli Credo in un solo Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili. E in un solo Signore, Gesú Cristo, unigenito Figlio di Dio. Nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero. Generato, non creato, della stessa sostanza del Padre: per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo.
Ci si inginocchia E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria: e si è fatto uomo.
Ci si rialza Fu crocifisso per noi: sotto Ponzio Pilato morí e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture. È salito al cielo: siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita: e procede dal Padre e dal Figlio. E con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei Profeti. Credo la Chiesa: una, santa, cattolica e apostolica. Confesso un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti.
Ci si segna E la vita del mondo che verrà.
Cosí sia.

Liturgia eucaristica

Offertorium

Il sacerdote, baciato l'Altare in mezzo e congiunte le mani sul petto, si volge ai fedeli allargando e unendo le mani Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
Poi a mani giunte si volge all'Altare, allarga e congiunge le mani, china il capo alla Croce Preghiamo.

Antifona (Offertorium)

Il sacerdote recita l'antifona a mani giunte [testo dipendente dal tempo liturgico]  
Detta l'Antifona, il sacerdote prende la patena con l'ostia e tenendole alzate fino al petto con entrambe le mani, elevati gli occhi a Dio e subito riabbassandoli Accetta, Padre santo, onnipotente eterno Iddio, questa ostia immacolata, che io, indegno servo tuo, offro a Te Dio mio vivo e vero, per gli innumerevoli peccati, offese e negligenze mie, e per tutti i circostanti, come pure per tutti i fedeli cristiani vivi e defunti, affinché a me ed a loro torni di salvezza per la vita eterna. Amen.
Fatto un segno di croce con la patena, il sacerdote depone l'ostia sul corporale. Il diacono o il ministro mesce il vino nel calice; il suddiacono o il ministro mesce l'acqua. quindi il sacerdote, li benedice con un segno di croce, e dice
  O Dio, che in modo meraviglioso creasti la nobile natura dell'uomo, e piú meravigliosamente ancora l'hai riformata, concedici di diventare, mediante il mistero di quest'acqua e di questo vino, consorti della divinità di Colui che si degnò farsi partecipe della nostra umanità, Gesú Cristo tuo Figlio, Nostro Signore, che è Dio e vive e regna con Te nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Cosí sia.
Il sacerdote, stando in mezzo all'Altare, prende il calice, con la destra sul nodo sotto la coppa e con la sinistra alla base, lo tiene elevato, alza gli occhi a Dio, e lo offre dicendo:  
  Ti offriamo, o Signore, questo calice di salvezza, e scongiuriamo la tua clemenza, affinché esso salga come odore soave al cospetto della tua divina maestà, per la salvezza nostra e del mondo intero. Cosí sia.
Quindi, fatto un segno di croce col calice, lo poggia sul corporale e lo copre con la palla; poi, congiunte le mani sopra l'Altare, un po' inchinato, dice sottovoce:    
  Con spirito di umiltà e con animo contrito, possiamo noi, o Signore, esserti accetti, e il nostro sacrificio si compia oggi alla tua presenza in modo da piacere a Te, o Signore Dio.
Il sacerdote si erge, eleva gli occhi al cielo, allarga le mani, le alza, le congiunge sul petto e, benedice con la mano destra l'ostia e il calice insieme mentre tiene la sinistra poggiata sull'Altare, dice:  
  Vieni, Dio eterno, onnipotente, santificatore, e benedici questo sacrificio preparato nel tuo santo nome.

Incensatio

Il sacerdote, congiunte le mani sul petto, va al lato dell'Epistola, e benedice l'incenso Per intercessione del beato Michele Arcangelo, che sta alla destra dell'altare dell'incenso, e per quella di tutti gli eletti suoi, il Signore si degni di benedire quest'incenso e di accettarlo come soave profumo. Per Cristo nostro Signore. Cosí sia.  
e, ricevuto il turibolo dal diacono o dal ministro, incensa le offerte Quest'incenso da Te benedetto salga fino a Te, o Signore, e discenda su di noi la tua misericordia.  

Salmo 140

Incensando l'Altare Salga, o Signore, la mia orazione come l'incenso al tuo cospetto; sia l'elevazione delle mie mani come il sacrificio della sera. Custodisci, o Signore, la mia bocca e sorveglia le mie labbra: non permettere che il mio cuore trascenda a maliziose parole e a cercare scuse ai peccati.  
Restituendo il turibolo al diacono o al ministro Accenda in noi il Signore il fuoco del suo amore e la fiamma dell'eterna carità. Cosí sia.  
Il diacono o il ministro incensa il sacerdote, poi il clero nel presbiterio, quindi i fedeli. All'atto di essere incensati, i fedeli si alzano, poi si risiedono.  

Lavabo: Salmo 25

Intanto il sacerdote si lava le mani dicendo Laverò fra gli innocenti le mie mani: ed andrò attorno al tuo altare, o Signore:
Per udire voci di lode, e per narrare tutte quante le tue meraviglie.
O Signore, ho amato lo splendore della tua casa, e il luogo ove abita la tua gloria.
Non perdere insieme con gli empii, o Dio, l'anima mia, né la mia vita con gli uomini sanguinarii:
Nelle cui mani stanno le iniquità: e la cui destra è piena di regali.
Io invece ho camminato nella mia innocenza: riscàttami e abbi pietà di me.
Il mio piede è rimasto sul retto sentiero: ti benedirò nelle adunanze, o Signore.
Gloria al Padre, e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era in principio, e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Cosí sia.
Quindi, un po' inchinato in mezzo all'Altare, con le mani giunte poggiate su di esso, il sacerdote dice Accetta, o Santissima Trinità, questa offerta che ti facciamo in memoria della passione, risurrezione e ascensione di nostro Signore Gesù Cristo, e in onore della beata sempre Vergine Maria, di san Giovanni Battista, dei santi Apostoli Pietro e Paolo, di questi [i martiri le cui reliquie sono nell'Altare], e di tutti i Santi, affinché ad essi sia d'onore e a noi di salvezza, e si degnino d'intercedere per noi in Cielo, mentre noi facciamo memoria di loro in terra. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Cosí sia.
Il sacerdote bacia l'Altare, si volge verso i fedeli, allarga e congiunge le mani, e a voce alta Pregate, fratelli,
e prosegue a voce bassa, volgendosi di nuovo all'Altare affinché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre onnipotente.
Il ministro e i fedeli rispondono Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio, a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua Santa Chiesa.
Il sacerdote Il Signore riceva dalle mie mani questo sacrificio, a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua Santa Chiesa.
a bassa voce Cosí sia.

Secretae

Quindi, allargate le mani, senza dire oremus récita le orazioni segrete.    

titolo

Il sacerdote, in mezzo all'Altare, con le mani allarg ate e poggiate su di esso Per tutti i secoli dei secoli.
Cosí sia.
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
alza le mani all'altezza del petto, con le palme che si guardano In alto i cuori.
Sono rivolti al Signore.
congiunge le mani sul petto, china il capo Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.
È cosa degna e giusta.
Il sacerdote allarga le mani, con le palme che si guardano, e le tiene cosí fino alla fine È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtú celesti e i beati Serafini la célebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo:

Sanctus

Il sacerdote congiunge le mani e si inchina; i fedeli chinano il capo. Tutti recitano o cantano: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli esérciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli.
Il sacerdote si segna e anche i fedeli Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

Canone

Gli accoliti accendono almeno due candelabri, che spegneranno dopo la Comunione. Il sacerdote congiunge le mani, alza gli occhi al cielo, li riabbassa subito, e profondamente inchinato, con le mani sopra l’altare, dice a voce molto bassa:  
  Te dunque, o clementissimo Padre, per Gesú Cristo tuo Figlio nostro Signore,
bacia l'Altare e congiunge le mani davanti al petto noi supplichiamo e preghiamo di aver grati e di benedire
fa tre segni di croce sull'ostia e sul calice questi doni, questi regali, questi santi ed illibati sacrificii
allarga le mani che noi ti offriamo, anzitutto per la tua santa Chiesa Cattolica, affinché ti degni pacificarla, custodirla, riunirla e governarla in tutto il mondo, insieme con il tuo servo e Papa nostro [nome], e col nostro Vescovo [nome], e con tutti i veri credenti e seguaci della cattolica ed apostolica fede.

Ricordo dei vivi e dei santi

  Ricordati, o Signore, dei tuoi servi e delle tue serve [nomi]
congiunge le mani e prega per coloro per i quali intende pregare; quindi stende le mani e prosegue e di tutti i circostanti, di cui conosci la fede e la devozione, pei quali ti offriamo (o che ti offrono) questo sacrificio di lode, per sé e per tutti i loro cari, a redenzione delle loro ànime, per la sperata salute e incolumità; e rendono i loro voti a Te, o eterno Iddio vivo e vero.
  Uniti in comunione e venerando anche la memoria, anzitutto della gloriosa sempre Vergine Maria, Genitrice del nostro Dio e Signore Gesú Cristo, e di quella dei tuoi beati Apostoli e Martiri: Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisógono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione.
congiunge le mani Per il medesimo Cristo nostro Signore. Cosí sia.
tiene le mani allargate sulle offerte Ti preghiamo, dunque, o Signore, di accettare placato questa offerta di noi tuoi servi e di tutta la tua famiglia; fa che i nostri giorni scorrano nella tua pace e che noi veniamo liberati dall’eterna dannazione e annoverati nel gregge dei tuoi eletti.
congiunge le mani Per Cristo nostro Signore. Cosí sia.

Consacrazione dei doni (epiclesi di consacrazione)

Il ministro suona leggermente il campanello prima della Consacrazione. Poi, quando il sacerdote eleva l’Ostia, con la mano sinistra gli solleva la pianeta, e con la destra suona il capanello per tre volte: quando il Sacerdote genuflette, fa l’elevazione e genuflette di nuovo; lo stesso fa quando il sacerdote eleva il Calice. Il turiferario, genuflesso al lato dell’Epistola, incensa l’Ostia e il Calice quando il sacerdote li eleva  
  La quale offerta Tu, o Dio, dégnati, te ne supplichiamo, di rendere in tutto e per tutto
fa tre segni di croce sopra le offerte benedetta, ascritta, ratificata, ragionevole e accettabile
fa un segno di croce sull'ostia affinché diventi per noi il Corpo
e uno sul calice e il Sangue del tuo dilettissimo Figlio,
congiunge le mani nostro Signore Gesú Cristo.

Rievocazione dell'ultima cena (anamnesi)

  Il Quale nella vigilia della Passione
prende l'ostia e alza gli occhi al cielo preso del pane nelle sue sante e venerabili mani, alzati gli occhi al cielo, a Te Dio Padre suo onnipotente,
china il capo rendendoti grazie,
fa un segno di croce sull'ostia lo benedisse, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli, dicendo:
tenendo con ambo le mani l’ostia tra gli indici e i pollici «Prendete e mangiatene tutti:
questo è il mio Corpo.»
Dette queste parole, subito genuflette e adora l’Ostia consacrata: si rialza, La eleva per mostrarLa ai fedeli, La ripone sul corporale, e, genuflesso La adora ancora. Non disgiunge piú gli indici dai pollici fino all’abluzione delle dita, tranne che non debba prendere l’Ostia.  
Quindi, preso il calice, dice: Nello stesso modo, dopo aver cenato,
con ambo le mani prende il calice preso nelle sue sante e venerabili mani anche questo glorioso calice,
china il capo di nuovo rendendoti grazie,
tenendo con la sinistra il calice, vi traccia sopra un segno di croce lo benedisse, e lo diede ai suoi discepoli, dicendo: «Prendete e bevetene tutti:
dice le parole della consacrazione sul calice tenendolo un po’ elevato Questo è il Calice del mio Sangue, della nuova ed eterna Alleanza: mistero di Fede: Il Quale per voi e per molti sarà sparso in remissione dei peccati.
dette queste parole, depone il Calice sul corporale, e dice: Ogni qual volta farete questo, lo fate in memoria di me».
genuflesso adora il Calice: si rialza, Lo eleva per mostrarLo ai fedeli, Lo depone, Lo copre, e, genuflesso Lo adora ancora.  

Offerta dei doni per la grazia (epiclesi di comunione)

Quindi, allargate le mani, dice: Onde anche noi tuoi servi, o Signore, come pure il tuo santo popolo – ricordando la beata Passione del medesimo Cristo tuo Figlio, nostro Signore, e certo anche la sua Risurrezione dagli inferi e la sua gloriosa Ascensione in cielo – offriamo all'eccelsa tua maestà, delle cose che ci hai donate e date
traccia un segno di croce sull'Ostia il Pane santo della vita eterna
congiunge le mani e fa tre segni di croce sull'Ostia e sul Calice l'Ostia pura, l'Ostia santa, l'Osti immacolata,
e un segno di croce sul Calice e il Calice della perpetua salvezza.
Allargate le mani, prosegue: Su questi doni, con propizio e sereno volto, dégnati di guardare e di gradirli, come ti degnasti gradire i doni del tuo giusto servo Abele e il sacrificio del nostro Patriarca Abramo e quello che ti offrí il tuo sommo sacerdote Melchisedech, santo sacrificio, immacolata ostia.
Molto inchinato, congiunge le mani, le poggia sull’Altare, e dice: Supplici ti preghiamo, o Dio onnipotente: comanda che questi doni, per le mani dell'Angelo tuo santo, vengano portati sul tuo sublime altare, al cospetto della tua divina maestà, affinché quanti,
bacia l'Altare partecipando a questo altare,
congiunge le mani e traccia un segno di croce prima sull'Ostia e poi sul Calice riceveremo il sacrosanto Corpo e Sangue del Figlio tuo,
si segna veniamo ricolmi d'ogni celeste benedizione e grazia.
congiunge le mani Per lo stesso Cristo nostro Signore. Cosí sia.

Ricordo dei morti e dei santi

  Ricordati anche, o Signore, dei tuoi servi e delle tue serve [nomi] che ci hanno preceduto col segno della fede e dormono il sonno di pace.
Congiunge le mani, prega un po’ per i defunti per i quali intende pregare, quindi, allargate le mani, presegue Ad essi, o Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo, noi ti supplichiamo di concedere, benigno, il luogo del refrigerio, della luce e della pace.
congiunge le mani e china il capo Per il medesimo Cristo nostro Signore. Cosí sia.
Con la destra si percuote il petto, ed elevata un poco la voce, dice: E anche a noi peccatori
allarga le mani e sottovoce servi tuoi, che speriamo nella moltitudine delle tue misericordie, dégnati di dare qualche parte e società coi tuoi santi Apostoli e Martiri: con Giovanni, Stefano, Mattia, Bárnaba, Ignazio, Alessandro, Marcellino, Pietro, Felícita, Perpetua, Ágata, Lucia, Agnese, Cecilia, Anastasia, e con tutti i tuoi Santi; nel cui consorzio ti preghiamo di accoglierci, non guardando al merito, ma elargendoci la tua grazia.
congiunge le mani Per Cristo nostro Signore.
Fa tre croci sull'Ostia e sul Calice insieme Per mezzo del quale, o Signore, Tu crei sempre tutti questi beni li santifichi, vivifichi, benedici e li procuri a noi.
Scopre il Calice, genuflette, prende l’Ostia tra l’indice e il pollice della mano destra e, tenendo il Calice con la sinistra, con l’Ostia fa tre segni di croce sui bordi del Calice:
  Per mezzo di Lui e con Lui e in Lui,
con la stessa Ostia fa due segni di croce tra sé stesso e il Calice viene a Te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo
eleva un po’ il Calice con l'Ostia ogni onore e gloria.

Dossologia conclusiva

Ripone l’Ostia, copre il Calice con la palla, genuflette, si rialza, e a voce alta dice:  
  Per tutti i secoli dei secoli.
I fedeli si rialzano e rispondono Cosí sia.

Pater noster

I fedeli si alzano e, a mani giunte, accompagnano mentalmente il sacerdote nella recita del Pater. Il sacerdote resta sempre rivolto verso l'altare (ad Dominum).  
a mani giunte Preghiamo
Esortati da salutari precetti e ammaestrati da un'istruzione divina, osiamo dire:
allarga le mani Padre nostro, che sei nei cieli Sia santificato il tuo nome Venga il tuo regno Sia fatta la tua volontà, come in cielo cosí in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano E rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. E non c'indurre in tentazione. Ma liberaci dal male.
sottovoce Cosí sia.
Il sacerdote prende la patena fra l'indice e il medio della destra, la tiene diritta sull’Altare, e dice sottovoce: Liberaci, te ne preghiamo, o Signore, da tutti i mali passati, presenti e futuri: e per intercessione della beata e gloriosa sempre Vergine Maria, Madre di Dio, e dei tuoi beati Apostoli Pietro e Paolo, e Andrea, e di tutti i Santi
si fa il segno di croce con la patena concedi benigno la pace nei nostri giorni
bacia la patena affinché, sostenuti dalla tua misericordia, noi siamo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento.
sottopone la patena all’Ostia, scopre il Calice, genuflette, si alza, prende l’Ostia e, tenedola sul Calice con due mani, la spezza per metà Per il medesimo Gesú Cristo nostro Signore, tuo Figlio
ripone sulla patena la metà dell’Ostia che ha nella destra, stacca una particella dall’altra metà che tiene con la sinistra che è Dio e vive e regna con Te, nell'unità dello Spirito Santo
unisce la metà che ha nella sinistra con quella che si trova sulla patena, tiene con la destra la particella, sopra il Calice, che tiene con la sinistra, per il nodo sotto la coppa Per tutti i secoli dei secoli.
Cosí sia.
Il sacerdote, con la particella dell’Ostia, fa tre segni di croce sul Calice La pace del Signore sia sempre con voi
E con il tuo spirito.
lascia cadere la particella dell’Ostia nel Calice, e dice sottovoce Questa mescolanza e consacrazione del Corpo e del Sangue di nostro Signore Gesú Cristo giovi per la vita eterna a noi che la riceviamo. Cosí sia.

Agnus Dei

 Il sacerdote copre il Calice, genuflette, si alza, e, inchinatosi al Sacramento, congiunge le mani e battendosi il petto per tre volte, recita l'Agnus. I fedeli accompagnano il sacerdote in questa triplice invocazione: recitando o cantando e battendosi tre volte il petto  
  Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona noi la pace.
Il sacerdote congiunge le mani sull’Altare e, inchinato, dice sottovoce Signore Gesú Cristo, che dicesti ai tuoi Apostoli: Vi lascio la pace, vi dò la mia pace, non guardare ai miei peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e degnati di pacificarla e di riunirla secondo la tua volontà. Tu che sei Dio e vivi e regni per tutti i secoli dei secoli. Cosí sia.
Nelle SS. Messe con l’usilio del diacono, ultimata questa orazione, il sacerdote bacia l’Altare nel mezzo, e dà la pace al diacono che è inginocchiato alla sua destra, al lato dell’Epistola, e dice:  
  La pace sia con te.  
Il diacono risponde: E con il tuo spirito.  
Quindi, adorato il SS. Sacramento che sta sull’Altare, va dal suddiacono che sta dietro il sacerdote e gli dà la pace allo stesso modo. Il suddiacono, ricevuta la pace dal diacono, fatta la genuflessione verso l’Altare, dà la pace all’accolito che sta con lui, il quale la dà agli altri accoliti che stanno vicino all’Altare.  

Communio

  Signore Gesú Cristo, Figlio del Dio vivente, Tu che per volontà del Padre, con la cooperazione dello Spirito Santo, con la tua morte hai restituito al mondo la vita, liberami, mediante questo sacrosanto Corpo e Sangue tuo, da tutte le mie iniquità, e da tutti i mali: e rendimi sempre fedele ai tuoi comandamenti, e non permettere che io mai mi separi da Te, che sei Dio e vivi e regni con lo stesso Dio Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Cosí sia.
  La comunione del tuo Corpo, Signore Gesú Cristo, ch'io indegno ardisco ricevere, non mi torni a delitto e condanna; ma per la tua bontà mi giovi a difesa dell'anima e del corpo e come spirituale medicina, Tu che sei Dio e vivi e regni con Dio Padre nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Cosí sia.
Il sacerdote genuflette, si alza Riceverò il pane del cielo e invocherò il nome del Signore.
Con la mano destra prende dalla patena, con riverenza, le due parti dell’Ostia e le pone fra il pollice e l’indice della mano sinistra, e mette la patena fra lo stesso indice e il medio, tenendo la stessa mano sinistra tra il petto e il Calice, quindi, un po’ inchinato, si percuote tre volte il petto con la destra e per tre volte ripete a voce chiara:  
  Signore, non son degno
e prosegue sottovoce che Tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e l'anima mia sarà guarita.
Poi, prende dalla mano sinistra, con l’indice e il pollice della mano destra, le parti dell’ Ostia e con esse si segna, sulla patena Il Corpo di nostro Signore Gesú Cristo custodisca l'anima mia per la vita eterna. Cosí sia.
Inchinatosi, con i gomiti poggiati sull’Altare, consuma con riverenza entrambe le parti dell’Ostia, quindi depone la patena sul corporale, si alza, congiunge gli indici e i pollici, e, congiunte le mani davanti al viso, si sofferma un po’ nella meditazione del SS. Sacramento; quindi, abbassate le mani, dice sottovoce:  
  Che renderò io al Signore per tutte le cose che ha dato a me?
Scoperto il Calice, genuflette, si rialza, prende la patena, esamina il corporale, e, se ve ne sono, raccoglie i frammenti con la patena, quindi con diligenza, con il pollice e l’indice della mano destra, pulisce sul Calice la patena e le stesse dita, affinché non rimangano dei frammenti; poi, congiunti i pollici e gli indici, prende il Calice con la mano destra, al nodo sotto la coppa, e con la mano sinistra prende la patena e dice:
  Prenderò il Calice della salute e invocherò il nome del Signore. Lodandolo invocherò il Signore e sarò salvo dai miei nemici.
prende il Calice con la destra e si segna con esso, i fedeli si segnano insieme al sacerdote Il Sangue di nostro Signore Gesú Cristo custodisca l'anima mia per la vita eterna. Cosí sia.
poi, sottoponendo con la sinistra la patena al Calice, prende con riverenza tutto il Sangue unitamente alla particella  

Assoluzione ai comunicandi

Se vi sono dei fedeli che debbono comunicarsi, il sacerdote, dopo aver assunto il Sangue e prima di purificarsi, fatta la genuflessione, mette le particole consacrate nella pisside o, se i comunicandi sono pochi, sulla patena.  
  Confesso a Dio onnipotente […]  
Il sacerdote, congiunte le mani, si volge verso i fedeli dalla parte del Vangelo Dio onnipotente abbia pietà di voi […]  
dà l’assoluzione Indulgentiam, absolutionem et […]  
mentre con la mano destra fa un segno di croce sui fedeli. Dopo, genuflette, con la mano sinistra prende la pisside o la patena con il Sacramento, prende con la mano destra una particola, tra l’indice e il pollice, e tenendola un po’ elevata, rivolgendosi ai comunicandi, in mezzo all'Altare, dice:  
  Ecco l'Agnello di Dio: ecco Colui che toglie i peccati del mondo  
Inginocchiati dinanzi al Corpo di Nostro Signore Gesú Cristo, i fedeli si battono il petto ripetendo per tre volte Signore, non son degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola ed io sarò salvato.  

Distribuzione della comunione

Il sacerdote distribuisce il SS. Sacramento a partire dalla destra dei fedeli, cioè dal lato dell’Epistola, e mentre Lo porge ad ognuno fa con Esso un segno di croce sulla pisside o sulla patena, dicendo:  
  Il Corpo di nostro Signore Gesù Cristo custodisca l'anima tua per la vita eterna. Cosí sia.  
Finito di comunicare i fedeli, il sacerdote ritorna all’Altare, mette nel Calice i frammenti che si trovano sulla patena, e dice sottovoce:  
  Ciò che con la bocca abbiamo ricevuto, fa, o Signore, che l'accogliamo con anima pura, e da dono temporaneo ci diventi rimedio sempiterno.
intanto, porge il Calice al ministro, che vi versa un po’ di vino, perché si purifichi O Signore, il tuo Corpo che ho ricevuto e il tuo Sangue che ho bevuto, aderiscano all'intimo dell'ànima mia; e fa che non rimanga macchia alcuna di peccato in me, che questi puri e santi sacramenti hanno rinnovato, o Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Cosí sia.
Il sacerdote lava ed asciuga le dita, e beve l’abluzione; poi si asciuga la bocca, deterge il Calice, che copre col corporale ripiegato, e lo colloca in mezzo all’Altare. Il ministro porta il Messale dal lato dell’Epistola.  

Antifona (Communio)

Il sacerdote, a mani giunte, legge [testo dipendente dal tempo liturgico]  
Con le mani congiunte, sul petto, va in mezzo all’Altare e, baciatolo, si volge verso i fedeli Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
 

Postcommunio

Ritorna al Messale Preghiamo  
Recita le orazioni del Postcommunio [testo dipendente dal tempo liturgico]  

Riti di coclusione

Dimissio

Il sacerdote chiude il Messale, e congiunte le mani sul petto, va in mezzo all’Altare, lo bacia, si volge verso i fedeli, e dice con i fedeli Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
Andate, la Messa è finita.
ovvero Benediciamo il Signore.
Rendiamo grazie a Dio.
Il sacerdote, in mezzo all’Altare, a mani giunte, inchinato, sottovoce O santa Trinità, Ti piaccia l'omaggio della mia servitú, e concedi che questo sacrificio, offerto da me, indegno, agli occhi della tua Maestà, a Te sia accetto, ed a me e a quelli per i quali l'ho offerto, torni giovevole, per tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Cosí sia.
Baciato l’Altare, alzati gli occhi al cielo, allarga ed eleva e congiunge le mani, china il capo alla Croce, e dice a voce alta Vi benedica Dio onnipotente
a mani giunte, con gli occhi bassi, si volge verso i fedeli e, con la mano sinistra sul petto, alza la destra con le dita unite e benedice i fedeli Padre, Figlio e Spirito Santo.
Cosí sia.

Ultimum evangelium

Il sacerdote va al lato del Vangelo e congiunge le mani Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
fa un segno di croce sull’Altare o sulla Cartagloria, poi tre segni di croce su sé stesso: sulla fronte, sulle labbra e sul petto; lo stesso fanno i fedeli Inizio del santo Vangelo secondo Giovanni.
Gloria a te, o Signore.
congiuge le mani In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui nulla è stato fatto di tutto ciò che è stato creato. in Lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. e la luce splende tra le tenebre, e le tenebre non la compresero. Ci fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Questi venne in testimonio, per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era egli la luce, ma per rendere testimonianza alla luce. Era la luce vera, che illumina tutti gli uomini che vengono in questo mondo. Era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di Lui, ma il mondo non lo conobbe. Venne nella sua casa e i suoi non lo accolsero. Ma a quanti lo accolsero diede il potere di diventare figli di Dio, essi che credono nel suo nome: i quali non da sangue, né da voler di carne, né da voler di uomo, ma da Dio sono nati.
ci si inginocchia E il Verbo si fece carne
ci si alza e abitò fra noi; e abbiamo contemplato la sua gloria: gloria come dal Padre al suo Unigénito, pieno di grazia e di verità.
Rendiamo grazie a Dio.
Il sacerdote prende il Calice con la sinistra, poggia la destra sulla borsa, posta sopra il Calice, scende sotto i gradini dell’Altare e, rivolto ad Esso, si inchina profondamente o genuflette, se nel tabernacolo vi è il SS. Sacramento; e ritorna in segrestia dicendo nel frattempo l’antifona dei Tre fanciulli e il cantico Benedicite, o altre preghiere che preferisce. I fedeli, in piedi, attendono che il sacerdote si allontani dal presbiterio, cantando in lode del Signore Gesú o di Maria Santissima.