2023-2024
I semestre | 9 cfu (60 ore)
martedì 12:30-14:30 (aula k32)
| mercoledì 12:30-14:30 (aula k33)| giovedì 12:30-14:30 (aula k32) | inizio corso: giovedì 14 settembre 2023
Il Roman de Fauvel fu un poema politico scritto in Francia al tempo di Dante. Fra i numerosi manoscritti, il più importante (Fr. 146) fu decorato e arricchto di inserti musicali: si tratta del più antico codice di ars nova, tecnica notazionale che segnerà una svolta nella storia della musica. Si presenterà il contenuto del manoscritto nella società dell'epoca, la sua componente iconografica e gli elementi musicali: la notazione, i generi e la prassi esecutiva.
Il candidato presenterà alla classe in forma seminariale (data da concordare) un tema del corso come paper multimediale.
Chi intendesse seguire il corso da 6 cfu deve prendere contatto con il docente all'inizio del corso o comunque prima dell'esame.
In alternativa all'esame in forma seminariale il candidato presenterà un lavoro scritto su argomento preventivamente concordato con il docente. Per sostenere l’esame da non frequentante è necessario aver seguito il laboratorio Strim/1 (I semestre) o Strim/2 (II semestre).
– Materiali forniti durante il corso
– Gervais du Bus, Chaillou de Pestain, Roman de Fauvel, ed. Margherita Lecco (Milano, Trento: Luni, 1998).
– Davide Daolmi, Storia della musica: Dalle origini al Seicento (Firenze: Le Monnier, 2019).
2022-2023
I semestre | 9 cfu (60 ore) | unimi
Aula k32 | martedì 12:30-14:30
| mercoledì 12:30-14:30 | giovedì 12:30-14:30 | inizio corso: martedì 20 settembre 2022
Si presenteranno le cosmologie e le mitologie antiche legate alla musica – da Pitagora a Keplero – e i modi con cui queste idee sopravvivono ancor oggi. Una parte del corso sarà dedicata ai metodi per realizzare e proporre una ricerca, con riferimento alla presentazione di fine corso sostitutiva dell’esame.
Il candidato presenterà alla classe (in data da concordare) un tema del corso come paper multimediale, ovvero come breve podcast/video. Le modalità di lavoro saranno mostrate e sviluppate durante il corso.
Non frequentanti: L’esame prevede un lavoro scritto su argomento preventivamente concordato con il docente. Per sostenere l’esame da non frequentante è necessario aver seguito il laboratorio Strim/2 (I semestre) oppure Strim/1 (II semestre)
– Materiali forniti durante il corso
– Davide Daolmi, Storia della musica: Dalle origini al Seicento (Firenze: Le Monnier, 2019).
– Leo Spitzer, L'armonia del mondo [1963] (Bologna: Il Mulino, 2009).
2020-2021/2021-2022
II semestre, da martedì 2 marzo 2021 | 6 cfu (40 ore) | unimi
aula k32 / online: martedì 13:30-15:30 | mecoledì 11:30-13:30
Accesso al corso: Il corso si svolge in presenza. Finestra Teams: codice i99s2r0 (gli studenti non ancora immatricolati devono contattare il docente).
La riscoperta della musica antica, con particolare riferimento al secondo dopoguerra, ha rinnovato l’approccio della pratica musicale, introducendo concetti di autenticità, filologia, prassi storicamente informata che hanno dato vita a un dibattito molto accesso, in gran parte ideologico, che ha trovato solo ora una più ragionevole collocazione storica.
Il corso è destinato ai frequentanti (in presenza). Chi fosse impossibilitato a frequentare e volesse comunque inserire l'esame nel piano di studi è tenuto a prendere appuntamento con il docente per definire un diverso programma. Attenzione: per sostenere l'esame da non frequentante è necessario aver seguito il laboratorio Strim [alias].
– Davide Daolmi, Storia della musica: Dalle origini al Seicento (Firenze: Le Monnier, 2019).
– Daniel Leech-Wilkinson, The modern invention of medieval music. Scolarship, ideology, performance (Cambridge: Cambridge University Press, 2002).
– Nick Wilson, The art of re-enchantment: Making early music in the modern age (New York: Oxford University Press, 2014) [link].
– La Polifonica Ambrosiana (1947–1980): Musica antica nell'Italia del secondo Dopoguerra, ed. Livio Aragona (Lucca: Lim, 2017).
– Recomposing the past: Representations of early music on stage and screen, ed. James Cook et al. (Abingdon: Routledge, 2018) [link].
– The Oxford handbook of music and medievalism, ed. Stephen C. Meyer, Kirsten Yri (New York: Oxford University Press, 2020) [link].
2019-2020
I ‘Carmina Burana’ sono la più celebre raccolta di canzoni profane del medioevo. Il corso indagherà i problemi connessi alla restituzione delle testimonianze musicali del xii-xiii secolo, analizzando le ragioni che hanno indotto le ‘reinvenzioni’ novecentesche, in gran parte condizionate dall’omonima composizione di Carl Orff.
Il corso è destinato ai frequentanti. Chi fosse impossibilitato a frequentare e volesse comunque inserire l'esame nel piano di studi è tenuto a prendere appuntamento con il docente per definire un diverso programma.
– Davide Daolmi, Storia della musica: Dalle origini al Seicento, Firenze: Le Monnier, 2019 | info
Materiali in aggiornamento durante il corso (aggiornamenti).
2018-2019
Studio delle notazioni dell’ars nova presenti nel più prestigioso codice dell’epoca. Si distinguerà fra notazione italiana e francese indagando anche le forme miste più comuni.
– Willi Apel, La notazione della musica polifonica, Firenze: Sansoni, 1984 (solo le parti che si giudicheranno necessarie per conoscere la notazione trecentesca).
– James Haar, John Nádas, Antonio Squarcialupi: Man and myth, «Early music history», 25 (2006), pp. 105-168.
– William Gibbons, Illuminating Florence: Revisiting the composer portraits of the Squarcialupi Codex, «Imago musicae», 23 (2006), pp. 25-45.
– Michele Epifani, In margine alla notazione sperimentale del madrigale Ita se n’era a star di Lorenzo da Firenze, «Philomusica on-line», 13/1 (2014), pp. 59-88.
– saggi introduttivi a: Il codice Squarcialupi: MS Mediceo Palatino 87, Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, ed. Alberto Gallo (Lucca: Lim, 1992).
I non frequentanti sono tenuti a concordare il programma d'esame con il docente.
2017-2016
Il corso insegnerà a leggere e trascrivere la notazione cinquecentesca sviluppando, sulla base della trattatistica dedicata, i princìpi che sono alla base della notazione bianca, con particolare riferimento alle trasformazioni che condurranno alla notazione moderna.
– Loris Azzaroni, Canone infinito. Lineamenti di teoria della musica, Blogna: Clueb, 1997.
– Willi Apel, La notazione della musica polifonica, Firenze: Sansoni, 1984; cap. II.
I non frequentanti sono tenuti a concordare il programma d'esame con il docente.
2016-2015
Diversi sono i miti occidentali che spiegano le origini della musica, sia pagani (Apollo, Mercurio), sia cristiani (Jubal), sia forme sincretiche originate dalla combinazione di tradizioni diverse. Il corso presenterà i vari miti, le loro trasformazioni e la persistenza nella storia moderna.
– James W. McKinnon, "Jubal vel Pythagoras, quis sit inventor musicae?", The Musical Quarterly, 64/1 (Jan. 1978): 1-28.
– Howard Mayer Brown, "St. Augustine, Lady Music, and the Gittern in Fourteenth-Century Italy", Musica Disciplina, 38 (1984): 25-65.
– Tomas Hägg: "Hermes and the Invention of the Lyre: an Unorthodox Version", Symbolae osloensis, 64 (1989): 36-73.
– Gabriele Frings, "Dosso Dossis ‘Allegorie der Musik’ und die Tradition des ‘inventor musicae’ in Mittelalter und Renaissance", Imago musicae, 9-12 (1992-1995): 159-203
– Jean-Marie Fritz, "Translatio studii et déluge. La légende des colonnes de marbre et de brique", Cahiers de civilisation médiévale, 47 (2004): 127-151.
– Davide Daolmi, "Il modello iconografico della miniatura di Pit (F-Pn, It. 568)", in Studi in onore di Maria Caraci, ed. Angela Romagnoli, Daniele Sabaino, Rodobaldo Tibaldi, Pietro Zappalà (Pisa: Ets, 2016).
– Armonici
– Bibbia, Genesi, discendenza
– Platone, Timeo, 34-36 | schema
– Nicomaco (60-120), Manuale di armonia, § 6
– Isidoro di Siviglia (560-636) | video | testi (ed. Utet)
– Levi-Strauss, Il crudo e il cotto, Ouverture
I non frequentanti sono tenuti a concordare il programma d'esame con il docente.
2015-2014
Cos'è la musica medievale? Su quali basi riconosciamo un brano come prodotto dell'Età di mezzo?
Con particolare riferimento alla restituzione della monodia profana (trovatori, trovieri...) il corso metterà in luce i modi con cui ogni epoca costruisce la sua idea di Medioevo; come la verità storica, soprattutto per epoche così antiche, sia soprattutto frutto di una costruzione culturale; e come i suoni della musica antica siano svincolati dalle nostre conoscenze sulla performace medievale, posto che tali conoscenze abbiano una qualche attendibilità.
A. Parte istituzionale
– The Cambridge history of Western music
theory, a cura di Thomas Christensen, Cambridge: Cambridge university
press, 2002.
– Giuseppe Sergi, L'dea di Medioevo fra storia e senso comune, Roma: Donzelli, 2005.
B. Parte monografica
– Davide Daolmi, Trovatore amante spia: otto secoli di cronache attorno al celebre favorito che salvò re Riccardo, Lucca: Lim, 2015.
I non frequentanti sono tenuti a concordare il programma d'esame con il docente.
2014-2013
Il corso mostrerà, sulla base della trattatistica coeva, i princìpi che sono alla base della notazione bianca, con particolare riferimento al tardo Cinquecento, ovvero al momento di passaggio alla notazione moderna.
Scopo del corso sarà indagare il significato ritmico dato alla notazione dai compositori attivi fra Cinque e Seicento, segnatamente Monteverdi.
A. Parte istituzionale
– The Cambridge history of Western music theory, a cura di Thomas Christensen, Cambridge: Cambridge university press, 2002.
B. Parte monografica
– Willi Apel, La notazione della musica polifonica, Firenze: Sansoni, 1984; cap. II.
I non frequentanti sono tenuti a concordare il programma d'esame con il docente.
2013-2012
Il corso affronterà il dibattito attorno al ruolo della tonalità nella nostra storia musicale fra codice condiviso (cultura) e rapporti spontanei dei suoni (natura); in questo senso si ripercorreranno le teorie armoniche da Rameau all'armonia funzionale di Riemann (contemplando alcuni epigonismi fra cui Schoenberg e Schenker).
Il corso, eminentemente pratico, si svilupperà attorno all'analisi di selezionati esempi musicali; non è richiesta una specifica conoscenza dell'armonia, che sarà comunque fornita durante il corso. La regolare frequenza è vivamente consigliata.
A. Parte istituzionale
– The Cambridge history of Western music theory, a cura di Thomas Christensen, Cambridge: Cambridge university press, 2002 Introduction, e capp. 3, 7, 8, 14, 23, 24, 25, 26.
B. Parte monografica
– Diether de La Motte, Manuale di armonia, edizione italiana a cura di Loris Azzaroni, Firenze: La nuova Italia, 1988; Roma: Astrolabio, 2007.
– Mario Baroni, Lermeneutica musicale, in Enciclopedia della Musica · II · Il sapere musicale, a cura di JJ Nattiez, Torino: Einaudi, 2007, pp. 633-658.
– Johann Sebastian Bach, In dulci jubilo (corale).
– Ludwig van Beethoven, Rondò a capriccio, op. 129.
– Nicholas Cook, Guida all'analisi musicale, edizione italiana a cura di Guido Salvetti, Milano: Guerini Scientifica, 2000, pp. 49-94.
I non frequentanti sono tenuti a concordare il programma d'esame con il docente.
2012-2011
Il pensiero teorico della scuola di Notre Dame (xii-xiii secolo) alla luce del processo di restituzione della trattatistica moderna.
Parte istituzionale
The Cambridge history of Western music theory, a cura di Thomas Christensen, Cambridge: Cambridge university press, 2002.
Parte monografica
Alcune schede in TSM segnalate durante il corso, in particolare: Ars antiqua | Fonti | Glossario | Ludwig Repertorium | Onomastico
Willi Apel, La notazione della musica polifonica, Firenze: Sansoni, 1984, capp. iii-iv.
I non frequentati, previo accordo con il docente, prepareranno per l'esame 6 articoli a scelta dal Christensen (parte istituzionale).
I non frequentanti sono tenuti a concordare il programma d'esame con il docente.
2011-2010
Dalla metà dell'Ottocento si sono affastellate numerose teorie su come si dovessero interpretare ritmicamente le melodie profane del xii-xiii secolo. Il consolidarsi di queste teorie, contraddittorie, inconsistenti e spesso all'origine della contrapposizione franco-tedesca, contribuì alla nascita della moderna musicologia.
Parte monografica
The Cambridge history of Western music theory, a cura di Thomas Christensen, Cambridge: Cambridge university press, 2002.
Parte istituzionale
John Haines, The footnote quarrels of the modal theory · A remarkable episode in the reception of Medieval music, «Early Music History», 20 (2001), pp. 87-120.
John Haines, Généalogies musicologiques · Aux origines d'une science de la musique vers 1900, «Acta Musicologica», 73/1 (2001), pp. 21-44.
Jacques Chailley · Friedrich Ludwig, Quel est l'auteur de la 'théorie modale' dite de Beck-Aubry?, «Archiv für Musikwissenschaft» 10/3 (1953), pp. 213-222.
I non frequentati, previo accordo con il docente, prepareranno per l'esame 4 articoli a scelta dal Christensen (parte istituzionale).
2010-2011
Accanto al consolidamento della notazione bianca, verso la fine del Quattrocento si registrano i prodromi di un mutamento della concezione armonica, da orizzontale a verticale, che condizionerà tutto il Cinquecento. Il cambiamento di prospettiva si lega a un mutato ruolo del compositore nella società di quegli anni che vede la musica e la trattatistica di Franchino Gaffurio, maestro di cappella a Milano, fra i più significativi contributi utili a indigare tale trasformazione.
Parte monografica
Dispensa on line: Franchini Gafurii opera [in progress]
Cesarini Ruini, Produzione e committenza dei trattati di teoria musicale nell'Italia del Quattrocento, in Quellen und Studien zur Musiktheorie des Mittelalters, 3 voll. a cura di Michael Bernhard, Munchen: Verlag der Bayerische Akademie der Wissenschaften, 1990-2001, pp. 341-357.
– Davide Daolmi, L'invenzione del sangue · La polifonia e il ducato sforzesco, in Leonardo da Vinci · Il musico, catalogo della mostra (Roma, Musei Capitolini, xii.2010-ii.2011) a cura di Pietro C. Marani, Cinisello Balsamo: Silvana Editoriale, 2010.
[da definire]
Parte istituzionale
– Luisa Zanoncelli, Topoi della teoria musicale dall'Antichità al Quattrocento, in Enciclopedia della musica, a cura di Jean-Jaques Nattiez, Milano: Einaudi, 2005, V, p. 598 sgg.
– Gregory Barnett, Tonal organization in seventeenth-century music theory, in The Cambridge history of Western music theory, a cura di Th. Christensen, Cambridge: Cambridge University Press, 2002, pp. 407-455.
– Nicolas Meeùs, Teorie musicali in epoca romantica, in Enciclopedia della musica, a cura di Jean-Jaques Nattiez, Milano: Einaudi, 2005, V, p. 627 sgg.
2009-2010
In un momento chiave della storia della musica – quello evocato dallo scontro fra «antichi» e «moderni» di Galilei – l'opera teorica di Adriano Banchieri assume il ruolo di trait d'union. Legata alla tradizione nella prassi didattica, si rivela profondamente innovativa nella tecnica del comporre e nelle forme della comunicazione (stile spigliato, autoironico, essenziale). Banchieri, che pure ammirava Monteverdi, preferì non confrontarsi con il recitar cantando, ma la sua produzione giovanile, con ironia e distacco, non concepisce più il madrigale se non come disimpegnato ciclo rappresentativo (Zabaione, Barca di Venezia etc.). — La sua paticolarissima indole didattica, sulla cui opera fondamentale si sono formati molti compositori del primo Seicento, offre non solo uno spaccato delle strategie con cui si insegnava musica, ma soprattutto una chiave per comprendere i meccanismi del comporre e l'idea di musica e i modi con cui si andava aggiornando in quegli anni.
Il corso verterà sulla lettura analitica della Cartella musicale relazionata alla sua produzione musicale.
Con la collaborazione degli studenti si realizzerà, durante il corso, l'edizione moderna e commentata delle sue Conclusioni nel suono dell'organo.
Dispensa on line: Adriano Banchieri teorico
Parte istituzionale
Lettura:
– Luisa Zanoncelli, Topoi della teoria musicale dall'Antichità al Quattrocento, in Enciclopedia della musica, a cura di Jean-Jaques Nattiez, Milano: Einaudi, 2005, V, p. 598 sgg.
– Nicolas Meeùs, Teorie musicali in epoca romantica, in Enciclopedia della musica, a cura di Jean-Jaques Nattiez, Milano: Einaudi, 2005, V, p. 627 sgg.
Parte monografica
– Piero Gargiulo, Adriano Banchieri tra 'antico' e 'moderno': una ricognizione sui trattati, «Rivista italiana di musicologia», 41/2 (2006), pp. 227-260.
Lettura:
– Gregory Barnett, Tonal organization in seventeenth-century music theory, in The Cambridge history of Western music theory, a cura di Th. Christensen, Cambridge: Cambridge University Press, 2002, pp. 407-455.