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Il Vespro è la preghiera della liturgia delle ore che si recita al tramonto. In origine si articolava in tre parti: il Lucernarium (rito dell'accenzione dei lumi); il pasto agapico; il canto dei salmi, il sermone e le orazioni. Il pasto sparì quasi subito ed in seguito anche il Lucernarium, lasciando come unico nucleo del Vespro i salmi e il sermone incorniciati da canti d'introduzione e conclusione.
Per meglio comprendere la struttura interna di questo ufficio si può mettere a confronto le indicazioni di Liber Usualis in relazione a uno dei più celebre Vespro della storia della musica, quello della Beata Vergine di Monteverdi.
Nel Liber usualis, testi e musiche si trovano distribuiti nelle varie sezioni che propone l'indice.
Introduzione · I rituali d'introduzione constano delle orationes ante Officium (p. xxx) e dell'invocazione Deus in adiutorium che può prevedere un un tonus solemnior (per le feste solenni, p. 112), un tonus festivus (per le domeniche, p. 250) e un tonus simplex (per i giorni feriali, p. 263). Tutte le intonazioni, in quanto «ordinarie», si rintracciano nella sezione Cantus ordinarii Officii. L'invocazione consta di due soli versetti (dal salmo 69), la dossologia e l'alleluia.
Salmi · I 5 salmi che caratterizzano il Vespro mariano Dixit dominus (109), Laudate pueri (112), Laetatus sum (121), Nisi Dominum e Lauda Jerusalem (147) insieme agli altri salmi destinati al vespro, benché facciano riferimento al modello salmodico solito (pp. 113-117), godono di un centinaio di pagine specifiche (Vespertini Psalmi per tonos distributi, pp. 128-220) che riproducono l'intonazione in tutti i modi e con le cadenze proprie.
Vespri mariani sono nel Commune sanctorum (celebrazioni per categorie di santi, martiri, dottori, vergini etc.) con il rituale per tutte le feste dedicate alla Vergine, ovvero si può far riferimento a una delle specifiche feste dedicate a Maria, le cui più importanti sono l'Assunzione (15 agosto), l'Immacolata concezione (8 dicembre), la Natività (8 settembre), l'Annunciazione (25 marzo).
Supponendo di affidarci al Commune sanctorum (p. 1254), l'elenco delle Ore parte dai Primi vespri (quelli che si celebrano la sera prima del giorno festivo) per concludersi con i Secondi. Seguendo le indicazioni di questi ultimi (pp. 1258-1259) si ha l'elenco dei cinque salmi (il primo è Dixit Dominus, con il tono di riferimento 3), la terminatio (a) e il testo con la melodia dell'antifona relativa (Dum esset rex).
Letture e responsori · Tutto l'apparato didattico delle letture oggi si limita al breve Capitolo che segue ai Salmi nella pagina del Commune festorum B.V.M. (p. 1259).
L'inno che segue è l'Ave maris stella proposto in I, IV e VII tono, chiuso dal versicolo e risposta Dignare me laudare, con l'Alleluia in Tempo Paschalis (1263).
Conclude il Magnificat, il cantico tipico del Vespro (detto anche Canticum B.M.V.), di cui il Liber usualis propone solo l'antifona (in VIII modo, terminatio in sol) rimandando ai toni salmodici vespertini relativi per l'intonazione dei ogni versetto (p. 212 o 218).
Conclusione · Si chiude con l'Oratio, a cui seguono, secondo la prassi solita festiva (p. 261, Dominica ad Vesperes, qui sotto) versicoli alternati all'intonazione del Benedicamus Domino (p. 126, nei toni comuni), del Pater noster (secreto) e di un'antifona mariana (pp. 273 o 277 e segg.).