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Cos'è una canzone medioevale?
Forse questa?
Perché riteniamo che sia medioevale? Forse perché ricorda qualcos'altro, che ci hanno detto esser medievale? Magari come questo?
E quali di queste versioni di A l'entrant d'esté di Blondel è cantata nel giusto modo?
A l’entrant d’esté que li tens s’agence |
All’inizio dell’estate, quando il tempo s’addolcisce |
[ed. Brackelmann] |
> | – | > | – | > | – | > | – | > | – | > | – |
A | l’en- | trant | d’es- | té | que | li | tens | s’a- | gen- | ce | |
que | j’oï | ces | oi- | sels | sor | la | flor | te- | nir | ||
sos- | pris | sui | d'a- | mour | dont | mes | cuers | ba- | lan- | ce | |
Deus | m'en | doinst | jo- | ïr | tot | a | mon | plai- | sir | ||
ou | al- | tre- | ment | crien | mo- | rir | sans | do- | tan- | ce | |
car | je | n'ai | fors | li | al- | tre | sous- | te- | nan- | ce | |
A- | mors | est | la | riens | que | je | plus | de- | sir |
I canzonieri medievali solitamente riportano solo il testo di una chanson e solo occasionalmente la musica.
Il f. 174v del Chansonnier du Roi, noto ai filologi com 'codice M', riproduce testo e musica di Chanterai por mon courage, celebre chanson attribuita, solo in questo manoscritto, a «Guios de Digon», ovvero Guiot de Dijon.
Il dettaglio rivela che la musica riproduce solo la melodia della prima strofa (le altre s'intendono uguali), ma non dà informazioni sul tempo, i ritmi, le armonie.
Se di una canzone conoscessimo solo il testo e la linea melodica, sarebbe molto difficile capire come dovrebbe suonare.
Questo frammento ad esempio:
Potrebbe essere una ballata medioevale? E come dovrebbe suonare? Forse così?
In realtà è tratta da una canzone che ha fatto storia, ma non così antica.
L'ascolto che qui si propone non è la prima esecuzione del 1975 come sempre avviene per la musica medioevale ma possiamo ritenelo abbastanza fedele all'originale (live 1986):
———
La verità è che una melodia – ad esempio la celeberrima Over the rainbow – a seconda di come viene 'arrangiata' può esprimere significati profondamnte diversi:
Una canzone, insomma non è fatta di musica e parole, o meglio non soltanto. Tutto il resto ritmo, timbro, volume, carattere, energia, intenzione, umore, emozione tutto ciò che in genere la partitura non registra, è quello che rende viva una canzone.
Di più: i manoscritti antichi, non solo annotano solo la melodia, ma spesso questa melodia è diversa da manoscritto a manoscritto. Testimoniano cioè diverse tradizioni di una stessa canzone, i modi con cui in quegli anni si poteva sentirla cantare.
Il testo di Chanterai por mon courage si ritrova in numerosi manoscritti, e in cinque con musica detti M O K T X.
Si riconoscono due tradizioni, una più antica (M T) e una posteriore (K X O).
Qual'è dunque il modo per restituire al meglio questa musica?
Bisogna intanto riconoscere che ogni soluzione è legittima, e non si può usare la 'verità storica' per escludere o privilegiare questo o quel modo di far musica. Certo, se si vuole che la musica ci aiuti a conoscere il nostro passato (e quindi noi stessi) lo studio dei testimoni e del contesto culturale è necessario.
E tuttavia una melodia può essere resa con ritmi diversi ma quando venissero alterati i suoi accenti non saremmo in grado di riconoscerla. Nel primi due esempi una melodia celeberrima è stata alterata ritmicamente, ma nel primo caso trascurando le accentuazioni proprie (vers. irriconoscibile), nel secondo conservandole (versione riconoscibile). Il terzo esempio è quello originale.
L'individuazione degli accenti melodici, non è operazione facile. Il testo poetico rimane la guida più utile da seguire. Il metro verbale aiuta a scegliere gli accenti, e il racconto un racconto che sia veramente narrato, non un pretesto per cantare guida alla scelta del carattere del brano, ed eventualmente suggerisce i modi per variare ciascuna strofa.
L'esecuzione di una chanson che funziona per una o due strofe, e non per tutte, è un'esecuzione riuscita a metà. Capire pertanto cosa si canta è il primo passo, e una buona traduzione metrica può mostrare il modo più efficace di cantare i versi originali.
Ed. di Elisabeth Nissen (1929) | Traduzione letterale | Traduzione metrica di D.D. (© 2011) |
Chanterai por mon corage que je vueil reconforter, quavecques mon grant damage ne quier morir, ne foler, quant de la terre sauvage ne voi mes nul retorner ou cil est qui rassoage mes maus quant gen oi parler. |
Canterò per il mio animo che voglio riconfortare, perché malgrado tanto dolore non intendo morire, né impazzire finché dalla terra d'oriente non vedro tornare una notizia, da là ov'è colui che calma i miei tormenti quando me ne parlano. |
Canterò per sollevare l'infelice anima mia Pur immenso è il mio dolore ma non cedo alla follia Finché vien da oltre il mare una nuova qual che sia di colui che sa calmare con la voce l'ansia mia |
Dex, quant crïeront
Outree!, Sire, aidiés au pelerin par cui sui espaventee, car felon sont Sarazin. |
Dio, quando grideranno 'Avanti!', Signore, aiutate il pellegrino per il quale sono trepidante, perché felloni sono i Saraceni. |
Dio se grideranno 'guerra!' tu proteggi il pellegrino là tremante sulla terra che calpesta il saraceno |
Soufrerai en tel estage tant quel voie rapasser. Il est en pelerinage; molt atent son retorner car outre de mon lignage ne quier achoison trover dautrui face mariage: molt est fox quen veut parler. |
Penerò in questo stato fin tanto che non lo vedo ritornare. Egli è alla crociata; spero molto nel suo ritorno, perché a parte il mio lignaggio non voglio esser nella condizione di sposare estranei: è assai folle chi ne vuole parlare! |
Soffrirò in questo stato fin che non ritornerà Or che s'è fatto crociato vorrei solo fosse qua Rango e sangue han destinato la mia dote a chi vorrà ma non voglio un buon partito folle chi si proporrà |
Dex, quant ... | ||
De ce sui au cuer dolente que cil nest en Biauvoisis en qui jai mise mentente; or nen ai ne gieu ne ris. Sil est biaus et je sui gente. Sire, por quoi le feïs? Quant luns a lautre atalente, por coi nos en departis? |
Per questo ho il cuore pesante, perché non è a Beauvais colui verso cui ho riposto i miei interessi; oramai non so più gioire né ridere. S'egli è elegante, io son nobile. Signore, perché l'hai fatto? Se ciascuno dei due ama l'altro, perché ci hai separati? |
Sul mio cuor pesa la mano perché lui non è a Beauvais batto il petto e ogn'or lo chiamo ma risposta più non è Lui è bello ed io lo bramo Dio almeno sai perché siam divisi (eppur ci amiamo) da un partir ch'è dono a te |
Dex, quant ... | ||
De ce sui en bone entente quant je son homage pris. Quant lalaine douce vente qui vient dou tresdouz pais ou cil est qui matalente, volontiers i tor mon vis; Dex, mest vis que je le sente par desoz mon mantel gris |
Ciò che mi dà sollievo è che ho ricevuto il suo omaggio. Quando soffia dolce il vento che viene dal dolcissimo paese ove si trova chi m'ha preso il cuore, volentieri là rivolgo il viso. Dio, mi pare di sentirlo sotto il mio mantello grigio. |
Un sollievo appena sento per l'omaggio ricevuto quando soffia dolce il vento dal paese del mio amato per sentirlo volgo attento alla brezza il labbro muto ecco forse ora lo sento sotto il manto che ho indossato |
Dex, quant ... | ||
De ce sui molt deceüe quant ne fui au convoier. Sa chemise quot vestue menvoia por enbracier. La nuit, quant samor margüe, la met avec moi couchier molt estroit a ma char nue, por mes maus assoagier. |
Di questo molto mi dispiaccio: non c'ero quando è partito. La veste che aveva indossato me l'ha mandata per abbracciarla. La notte, quando l'amore m'opprime, la indosso coricandomi strettissima alla mia carne nuda, per lenire i miei tormenti. |
Il rimpianto si fa grande io non c'ero al suo partire sol la veste cui s'adorna m'ha inviato d'oltremare Or la notte so che farne: la camicia del mio amore stringerò alla nuda carne per sopire il mio dolore |
Dex, quant ... |