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Guglielmo IX in una miniatura dal codice |
Duca d'Aquitania e conte di Poitiers (1071-1126). Fu sovrano su un territorio più vasto di quello del re di Francia, di cui era suddito. Andò in Terrasanta (1101), dove il suo esercito fu sconfitto. Tentò in più occasioni l'annessione di Tolosa. È ricordato per la condotta spregiudicata (fu scomunicato) e per essere il primo trovatore di cui siano soppravvisuti alcuni testi (una decina).
Pos de chantar m'es pres talentz
Sebbene si
attribuiscano a Guglielmo IX le primi 'canzoni di crociata' (perdute) ed egli
stesso abbia partecipato al proseguimento della I crociata, questa canso, la più 'biografica' fra qulle pervenute sembra legarsi alla Reconquista spagnola (ma un'altra lettura la ritiene scritta in punto di morte). Se si
accoglie la tesi che «eisil» (esilio) faccia riferimento al suo
trasferimento in Spagna, la canso deve datarsi al 1120, anno in cui il
figlio Guglielmo X compi i 21 anni.
Delle
11 canso sopravvissute questa è l'unica di cui si conosca la
musica, a partire da Bel seiner Dieus, tu sias grasiz, un contrafactum di Pos de chantar presente in una copia vaticana del Mistero di Sant'Agnese (I-Rvat, Chigi C.V.151, f. 81r)
ma solo due versi della quartina riportano l'intonazione, pertanto i modi con cui è stata completata la melodia si legano alle diverse esecuzioni. Qui le soluzioni adottate nelle cinque versioni seguenti:
— Ensemble
für frühe Music Augsburg | 1986
— Ensemble
Perceval (Gui Robert) | 1987
— Ensemble Tre Fontane | 1991
— Brice
Duisit, voce e viella | 20o2
— Hespèrion XXI (Pascal Bertin, voce - Jordi
Savall, dir.) | 2009
Pos de chantar m'es pres talentz, Farai un vers don sui dolenz: Mais non serai obedienz, En Peitau ni en Lemozi. |
Poiché mi ha preso voglia di
poetare, un canto comporrò che mi rattrista: mai più sarò un fedele vassallo sia nel Poitou e sia nel Limosino. [1] |
1. Il Poitou era il territorio attorno a Poitiers, principale citàà del ducato d'Aquitania. Il Limosino era invece il territorio attorno a Limoges, sempre in Aquitania. |
Qu'era m'en irai en eisil: En gran paor, en grand peril, En guerra laissarai mon fil, E faran li mal siei vezi. |
Perché io me n'andrò ora in esilio:
[2] in gran timore e in grande pericolo e nella guerra lascerò mio fìglio, [3] ché danno gli faranno i suoi vicini. [4] |
2. Forse un riferimento al suo viaggio in Aragona (1120), al fianco di re Alfonso per combattere contro i mori — 3. Il primogenito Guglielmo X (1099-1137) figlio della seconda moglie Filippa di Tolosa e pertanto detto anche 'il Tolosano' — 4. Probabilmente il riferimento è alle ostilità fra Aquitania e Tolosano. |
Lo departirs m'es aitan grieus Del senhoratge de Peitieus! En garda lais Folcon d'Angieus Tota la terra e son cozi. |
Che gran pena mi dà abbandonare la signoria oramai di Poitiers! Folco d'Angiò [5] come difesa lascio di tutto il feudo del proprio cugino. [6] |
5. Folco V (1091-1143) fu duca d'Angiò dal 1109, e sarà re di Gerusalemme dal 1131 — 6. In senso traslato, perché Guglielmo X non è figlio di primo letto, ovvero di Ermengarda, la sorella di Folco V (ma di Filippa di Tolosa). Guglielmo X è quindi cugino di Folco solo in quanto figlio dell'ex marito di Ermengarda. |
Si Folcos d'Angieus no.l socor, E.l reis de cui ieu tenc m'onor, Faran li mal tuit li pluzor, Felon Gascon et Angevi. |
Se non l'aiutano Folco d'Angiò e il re [7] dal quale mi vengono i beni, il mondo intero a lui farà del male, i guasconi sleali e gli angioini. [8] |
7. Luigi VI, re di Francia dal 1108 al 1137 — 8. La Guascogna era il territorio più a sud dell'Aquitania, mentre l'Angiò era il ducato a nord. |
Si ben non es savis ni pros, Cant ieu serai partiz de vos, Vias l'auran tornat en jos, Car lo veiran jov' e mesqui. |
Se non dà prova d'esser saggio e prode, quand'io sarò separato da voi, poiché vedranno ch'è giovane inerme, lo ridurranno prestamente al nulla. |
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Merce quier a mon compaignon S'anc li fi tort qu'il m'o perdon; Et ieu prec en Jesu del tron Et en romans et en lati. |
Ai mio compagno [9] richiedo di grazia che mi perdoni, se torto gli ho fatto, e ch'egli preghi Gesù ch'è signore tanto in romanzo che nel suo latino. |
9. Con significato collettivo: 'al mio prossimo'. |
De proeza e de joi fui, Mais ara partem ambedui, Et eu irai m'en a scellui On tut peccador troban fi. |
Io fui fedele di gioia e prodezza, ma ora devo partirmi da esse, e me n'andrò così presso Colui dov'hanno pace tutti i peccatori. |
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Mout ai estat cuendes e gais, Mas Nostre Seigner no.l vol mais; Ar non puesc plus soffrir lo fais, Tant soi aprochatz de la fi. |
Seppi ben essere amabile e gaio, ma me lo nega or Nostro Signore; [10] oltre non posso il fardello portare tanto son prossimo adesso alla fine. |
10. Probabilmente col significiato dei doveri verso Nostro Signore, ovvero l'aiuto ad Alfonso d'Argona contro i mori. |
Tot ai guerpit quant amar sueill, Cavalaria et orgueill; E pos Dieu platz, tot o acueill, E prec li que.m reteng' am si. |
Tutto ho lasciato di quello che amavo, sia la fíerezza e sia cavalleria: poiché Dio vuole, [11] accetto ogni cosa e prego ch'egli mi tenga con sé. |
11. «Deus vult» (tradotto spesso in occitanico con «Dieu platz») era il motto che durante le crociate ha sancito la guerra contro i musulmani. |
Toz mos amics prec a la mort Que vengan tut e m onren fort, Qu'eu ai avut joi e deport Loing e pres et e mon aizi. |
Tutti gli amici prego che, morendo, vengano tutti e m'onorino molto, perché io ebbi letizia e diletto nella mia casa, lontano e vicino. |
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Aissi guerpisc joi e deport E vair e gris e sembeli. |
Così io lascio letizia e diletto e vaio e grigio con lo zibellino. |