Agostino Ziino, "Alcune osservazioni sul testo musicale della Sponsus", Cultura neolatina, 27/1-2 (1967): 109-119.
Claire Jéquier, "La musique sage des vierges sages et la musique folle des vierges folles dans le drame liturgique du Sponsus", Il Saggiatore musicale, 3/1 (1996): 5-31 | Jstor
Michel Zink, "Les deux sens du Sponsus: la leçon de la glose et le langage du drame", Revue de Musicologie, 86/1 (2000): 29-35 | Jstor
Il tema somiglia all'attacco di Victime Paschali laudes |
Sponsus
Adest sponsus, | qui est Christus | – vigilate, virgines! –
pro adventu | cuius gaudent | et gaudebunt homines.
Venit enim | liberare | gentium origines,
quas per primam | sibi matrem | subiugarunt demones.
Hic est Adam | qui secundus | per propheta dicitur,
per quem scelus | primi Ade | a nobis diluitur.
Hic pependit | ut celesti | patrie nos redderet,
ac de parte | inimici | liberos nos traheret.
Venit sponsus | qui nostrorum | scelerum piacula
morte lavit | atque crucis | sustulit patibula
|
[La Chiesa] | |
Ecco lo Sposo, che è Cristo, vigilate, o vergini!
per l’arrivo del quale si rallegrano e si rallegreranno gli uomini.
Egli infatti viene a liberare i patriarchi delle genti
che pel fallo della prima madre a sé sottomisero i demoni.
Egli è colui che è chiamato dal profeta secondo Adamo,
per mezzo del quale dal peccato del primo Adamo siamo mondati.
Egli si lasciò appendere, per restituirci alla patria celeste
e per liberarci dal dominio del nemico.
Arriva lo sposo che la macchia dei nostri peccati
lavò con la morte, e sostenne il supplizio della croce. |
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Prudentes
Oiet, virgines, | aiso que vos dirum!
Eiset presen | que vos comandarum!
Atendet un espos, Jesu Salvaire a nom.
—
Gaire no i dormet!
Aisel espos | que vos hor’atendet,
venit en terra | per los vostres pechet,
de la Virgine en Betleem fo net,
e flum Jorda | lavet e bateet.
—
Gaire no i dormet!
Eu fo batut, | gablet e laidenjet,
sus e la crot | pendut e claufiget,
eu monumen | desoentre pauset.
—
Gaire no·i dormet!
E resors es, | la scriptura o dii.
Gabrïels soi, | eu m’a trames aici.
Atendet lo | que ja venra praici.
—
Gaire no·i dormet!
|
[Gabriele alle] Vergini prudenti | |
Udite, o vergini, quello che vi diremo!
Uscite non appena ve lo comanderemo!
Attendete lo sposo, ha nome Gesù Salvatore.
— Non dormite!
Quello sposo che ora voi attendete,
venne in terra per i vostri peccati,
dalla Vergine nacque in Betlemme,
nel fiume Giordano (fu) lavato e battezzato.
—
Non dormite!
Egli fu percosso, deriso ed oltraggiato,
su sulla croce appeso e inchiodato,
nel sepolcro in séguito deposto.
—
Non dormite!
Ed è risorto, la scrittura lo attesta.
Io sono Gabriele, Egli mi ha inviato qui.
Aspettatelo, perché verrà ben presto qui.
—
Non dormite! |
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Fatue
Nos virgines | que ad vos venimus,
negligenter | oleum fudimus;
ad vos orare, | sorores, cupimus,
ut et illas | quibus nos credimus.
—
Dolentas, chaitivas, trop i avem dormit!
Nos comites | huius itineris
et sorores | eiusdem generis,
quamvis male | contigit miseris,
potestis nos | reddere superis.
—
Dolentas, chaitivas, trop i avem dormit!
Partimini | lumen lampadibus,
pie sitis | insipientibus,
pulse ne nos | simus a foribus,
cum vos sponsus | vocet in sedibus.
—
Dolentas, chaitivas, trop i avem dormit!
|
Vergini stolte | |
Noi vergini che siamo venute a voi,
sventatamente abbiamo versato l’olio;
sorelle, a voi vogliamo fare appello
proprio come a coloro in cui abbiamo fiducia.
—
Dolenti, meschine, troppo abbiamo dormito!
Noi compagne di questo viaggio
e sorelle dello stesso sangue,
sebbene la sventura abbia colpito noi misere
potete ancora restituirci al cielo.
—
Dolenti, meschine, troppo abbiamo dormito!
Dateci un po’ di lume per le lampade,
abbiate pietà di noi sciocche,
affinché non siamo cacciate dalle porte,
quando lo sposo vi chiamerà nella casa.
—
Dolenti, meschine, troppo abbiamo dormito! |
L'attacco testuale del refrain sembra ripetere quelle delle Fatue, ma in questo caso non ha senso, del resto la musica (per quello che rimane) sembra diversa: si è conservata solo la prima porzione del refrain adattando la musica. |
Prudentes
Nos precari, | precamur, amplius
desinite, | sorores, otius.
Vobis enim | nil erit melius
dare preces | pro hoc ulterius.
—
Dolentas, chaitivas.
Ac ite nunc, | ite celeriter,
ac vendentes | rogate dulciter
ut oleum | vestris lampadibus
dent equidem | vobis inertibus.
—
Dolentas, chaitivas. |
Vergini prudenti |
Di implorarci, di grazia, più a lungo,
cessate, o sorelle, quanto prima.
A voi infatti nulla gioverà
pregare per questo, ancora.
—
Dolenti, meschine!
E andate ora, andate alla svelta,
e i mercanti pregate gentilmente
perché l’olio per le vostre lampade
forniscano a voi che non ve ne siete curate.
—
Dolenti, meschine! |
Tema Fatue |
|
[Fatue]
A! misere, | nos hic quid facimus?
Vigilare | numquid potuimus?
Hunc laborem | quem nunc perferimus,
nobis nosmed | contulimus.
—
Dolentas, chaitivas, trop i avem dormit!
Et de nobis | mercator otius
quas habeat | merces,
quas sotius;
oleum nunc | querere venimus,
negligenter | quod nosme fudimus.
—
Dolentas, chaitivas, trop i avem dormit! |
Vergini stolte |
Ahinoi! misere, che facciamo noi qui?
Non avremmo dunque potuto essere attente?
Queste tribolazioni che ora sopportiamo,
siamo state noi stesse a procuracele.
—
Dolenti, meschine, troppo abbiamo dormito!
E ci dia il mercante al più presto |
quanto ha di merce e quanto (ha) il suo socio;
l’olio ora siamo venute a cercare,
che sventatamente abbiamo noi stesse versato.
—
Dolenti, meschine, troppo abbiamo dormito! |
Tema Prudentes bis |
|
[Prudentes]
De nostr’oli | queret nos a doner?
Non auret pont, | alet en achapter
deus merchaans | que lai veet ester.
—
Dolentas, chaitivas! |
Vergini prudenti |
Del nostro olio chiedete dunque che noi (vi) diamo?
Non ne avrete punto, andate ad acquistarne
dai mercanti che vedete star laggiù.
—
Dolenti, meschine, troppo abbiamo dormito! |
Mercatores
Domnas gentils, | no vos covent ester,
ni lojamen | aici a demorer.
Cosel queret, | no u vos poem doner;
queret lo Deu | chi vos pot coseler.
Alet areir’ | a vostras sinc seros
e preiat las | per Deu lo glorios,
de oleo | fasen socors a vos
faites o tost, | que ja venra l’espos. |
Mercanti |
Donne gentili, non vi conviene fermarvi,
né lungamente qui attardarvi.
Voi chiedete aiuto, ma qui noi non possiamo darvelo;
chiedetelo a Dio, che solo vi può aiutare.
Tornate indietro alle vostre cinque sorelle
e pregatele, in nome di Dio glorioso,
che vi soccorrano con il loro olio;
e fatelo subito ché tra poco arriverà lo sposo. |
[Tema Fatue] |
|
[Fatue]
A! misere, | nos ad quid venimus?
Nil est enim | illud quod querimus.
Fatatum est, | et nos videbimus;
ad nuptias | numquam intrabimus.
—
Dolentas, chaitivas, trop i avem dormit!
Modo veniat Sponsus
Audi, sponse, | voces plangentium:
aperire | fac nobis ostium
cum sotiis; | prebe remedium! |
Vergini stolte |
Ahinoi! misere, che cosa siamo venute a fare?
Non vi è infatti nulla di quanto cerchiamo.
Era deciso così, e noi ce ne accorgeremo;
al festino nuziale mai più entreremo.
— Dolenti, meschine, troppo abbiamo dormito!
Ora venga lo sposo
Ascolta, o sposo, la voce di noi che ci lamentiamo:
fa che ci siano aperte le porte
come alle nostre compagne; soccorrici! |
[Tema Sponsus + Tema Prudentes] |
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Christus
Amen dico, | vos ignosco; | nam caretis lumine,
quod qui perdunt, | procul pergunt | huius aule limine.
Alet, chaitivas, | alet, malaüreas!
A tot jors mais | vos so penas liureas;
en efern | ora seret meneias! |
Cristo |
In verità vi dico, io non vi conosco; infatti mancate di lume.
Chi lo perde deve andar via lontano dalla soglia di questo palazzo.
Andate, meschine, andate, sciagurate!
Per sempre oramai voi siete condannate;
in inferno ora sarete trascinate! |
Modo accipiant eas demones, et precipitentur in Infernum. |
Ora le prendano i demoni e siano precipitate nell'Inferno. |