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Heinrich Isaac

da Enciclopedia della musica Garzanti

(1450 ca. - Firenze 1517), compositore fiammingo. Dal 1484 ca. fu cantore e compositore alla corte di Lorenzo il Magnifico a Firenze, passando nel 1496 a Vienna e nel 1497 a Innsbruck come compositore al servizio dell'imperatore Massimiliano. Nel 1499 e anche in seguito fu varie volte a Firenze, dove si stabili definitivamente nel 1512 con la restaurazione dei Medici.

Considerato, accanto a Desprès, uno dei maggiori esponenti della terza scuola fiamminga, Isaac fu il tipico musicista rinascimentale, teso a ricondurre gli imprestiti e gli influssi di ogni genere e di ogni tradizione culturale nell'ambito di una tecnica sovrana e di un'espressività ora nobile e controllata, ora leggiadra ed elegante, sempre comunque inquadrata in un gusto infallibile e obbediente alla più grande flessibilità costruttiva.

Compose una quarantina di messe da quattro a sei voci, una serie imponente di mottetti fino a sei voci per il proprium della messa nella città di Costanza,
per il ciclo intero dell'anno (l'opera, intitolata Choralis Constantinus, composta fra il 1513 e il 1516 per il duomo di Costanza e rimasta incompiuta nel suo terzo e ultimo libro alla morte di Isaac, fu completata dall'allievo L. Senti e pubblicata fra il 1550 e il 1555), numerosi altri mottetti, canzoni polifoniche su testi in varie lingue, intavolature
per organo e liuto.

Approfondimenti on line: Musicologie | WikipediaFonti: DiammMusiche: Imslp | ChoralWikiDiscografia: EarlyMusic

Quis dabit capiti meo aquam? (lamento per la morte di Lorenzo il Magnifico)

Mottetto su testo del Poliziano (1492) | info

Quis dabit capiti meo aquam?
Quis oculis meis fontem lachrimarum dabit,
ut nocte fleam, ut luce fleam?
Sic turtur viduus solet,
sic cygnus moriens solet,
sic luscinia conqueri.
Heu miser, o dolor!
Laurus impetu fulminis
illa iacet subito,
laurus omnium celebris
musarum choris,
nympharum choris.
Et requiescamus in pace.
Sub cuius patula coma
et Phebi lira blandius insonat
et vox blandius insonat.
Nunc muta omnia,
nunc surda omnia.
— Alpers 2017
— Savall 2017