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Sono i versetti cantati antifonicamente e responsorialmente durante l'adorazione della Croce del Venerdì santo.
Il testo, probabilmente derivato dall'apocrifa Apocalisse di Esdra, immagina i "rimproveri" che Gesù rivolge agli ebrei dalla croce. Di fatto parte di questi sovrappongono le parole di Cristo a quelli di Dio stesso quando ricorda agli ebrei la salvezza concessa attraverso Mosé.
Il rito, testimoniato a Gerusalemme nel III sec. (descritto da Eteria) fu accolto anche in Occidente verso il VI secolo.
Si struttura in due sezioni: La prima parte prevede tre improperia (destinate ai solisti del coro):
1] Popule meus, quid feci tibi? Aut in quo contristavi te? Responde mihi! Quia eduxi te de terra Aegypti: parasti Crucem Salvatori tuo. | Popolo mio, che ti ho fatto? In cosa ti ho contrariato? Rispondimi. Ti ho liberato dall'Egitto e tu prepari la croce per il tuo salvatore? |
2] Quia eduxi te per desertum quadraginta annis, et manna cibavi te, et introduxi in terram satis optimam: parasti Crucem Salvatori tuo. | Ti ho condotto quarant'anni attraverso il deserto, ti ho cibato con la manna, ti ho portato in una terra rigogliosa e tu prepari la croce per il tuo salvatore? |
3] Quid ultra debui facere tibi, et non feci? Ego quidem plantavi te vineam meam speciosissimam: et tu facta es mihi nimis amara: aceto namque sitim meam potasti: et lancea perforasti latus Salvatori tuo. | Cos'altro dovrei fare che non ho fatto?Ho piantato per te la mia florida vigna e tu ti sei comportato in modo così amaro: hai dato aceto per dissetar la mia sete e hai aperto il fianco con una lancia al tuo salvatore. |
A cui ogni volta risponde il primo coro con il Trishagion greco (da hagios, santo) a cui replica l'altro coro con la traduzione latina.
Hagios o Theos Sanctus Deus | Santo Dio |
Hagios Ischyros Sanctus Fortis | Santo potente |
Hagios Athanatos, eleison hymas Sanctus Immortalis, miserere nobis. | Santo e immortale, abbi pietà di noi. |
Queste le musiche tratte dal Triplex. L'esecuzione qui proposta è quella di Marcel Pérès del 1991 sulla scorta di codici del rito romano antico (pubblicati da Max Lütolf, Das Graduale von Santa Cecilia in Trastevere, KölnGenève: Fondation Martin Bodmer, 1987) tenta di ricostruire la pratica del VII secolo, con i paraphonistes (ovvero le voci gravi di bordone), una tecnica ornamentale che la notazione successiva non trascriveva più, e un uso diffuso di un'intonazione non diatonica (che all'orecchio moderno può apparire 'stonata').
La seconda parte ribadisce gli stessi concetti sopra espressi ma suddivisi in nove improperia (cantati dai soli su modello salmodico) intercalati dal coro che ripete ogni volta i primi versi con cui aveva esordito nella prima parte: "Popule meus, quid feci tibi? Aut in quo contristavi te? Responde mihi!":
1] Ego propter te flagellavi Aegyptum cum primogenitis suis: et tu me flagellatum tradidisti. | Io per te ho colpito l'Egitto attraverso i suoi primogeniti e tu mi ripaghi con il dolore. |
2] Ego te eduxi de Aegypto, demerso Pharaone in Mare Rubrum: et tu me tradidisti principibus sacerdotum. | Io ti ho liberato dall'Egitto, ho sommerso il faraone nel mar Rosso e tu mi ripaghi con le sentenze dei sacerdoti. |
3] Ego ante te aperui mare: et tu aperuisti lancea latus meum. | Io davanti a te ho aperto il mare e tu hai aperto con la lancia il mio fianco. |
4] Ego ante te præivi in columna nubis: et tu me duxisti ad prætorium Pilati. | Io ti ho condotto in paradiso e tu mi porti davanti alla corte di Pilato. |
5] Ego te pavi manna per desertum: et tu me cecidisti alapis et flagellis. | Io ti ho offerto la manna nel deserto e tu mi ferisci con spine e flagelli. |
6] Ego te potavi aqua salutis de petra: et tu me potasti felle et aceto. | Io ti ho dissetato con l'acqua santa della pietra e tu mi disseti con fiele e aceto. |
7] Ego propter te Chananaeorum reges percussi: et tu percussisti arundine caput meum. | Io per te ho colpito i re di Canan e tu percuoti la mia testi con un bastone. |
8] Ego dedi tibi sceptrum regale: et tu dedisti capiti meo spineam coronam. | Io ti ho dato lo scettro regale e tu mi circondi il capo con una corona di spine |
9] Ego te exaltavi magna virtute: et tu me suspendisti in patibulo Crucis. | Io ti ho elevato con la virtù e tu mi appendi al patibolo della croce. |