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Discantus positio vulgaris

[Semplice spiegazione del discantus]

 

 

[da Claude V. Palisca, Theory, theorists, in Grove Music Online (2001).

Deserving closer attention as a new type of treatise is Hieronymus de Moravia's Tractatus de musica. Written in Paris shortly after 1272, possibly in the monastery of the rue St-Jacques, it sums up the contemporary state of music theory, or at least as much as the compiler thought relevant. It is made up largely of carefully extracted and identified passages, and a few entire treatises, by authors from Boethius right up to immediate contemporaries, such as the Aristotelian commentary by Thomas Aquinas, De celo et mundo, completed in 1272 (hence the earliest probable date for Hieronymus's compilation). [I. ars musica] The first chapter, for example, compares definitions of music and the musician by Boethius, al-Farabi, Richard of St Victor, Isidore, Hugh of St Victor, Guido, Johannes Cotto and Johannes de Garlandia. Its theoretical topics include the etymology of 'music', its inventors, its parts, instruments (the latter two based on Isidore), the classification of music according to al-Farabi (activa and speculativa), Boethius, Richard of St Victor and Aristotle, its effect and its subject. [II. matematica] The technical aspects begin with the tenth chapter, surveying the gamut, solmization, mutation, the intervals, the consonances (Nicomachus, Philolaus and Ptolemy, whom he knew through Boethius), the species of arithmetical proportions and means, the ratios of intervals (Boethius), monochord division (Johannes Cotto), the Greek tonoi (Boethius), the modern modes (Johannes), [III. canto liturgico] the psalm tones, composition of new chants (Johannes, with apparently original commentary), the duration of notes and rests, voice quality and ornaments in the performance and notation of plainchant (original), [IV. teoria mensurale] discant (full text of four treatises: Anon., Discantus positio vulgaris; Johannes de Garlandia, De musica mensurabili positio; Johannes de Burgundia (or Franco), Ars cantus mensurabilis and Petrus de Picardia, Musica mensurabilis), [V. appendice] Greek notation (Boethius), and finally the construction, tuning and technique of the fiddle and rebec (original). Hieronymus thus discussed almost all that in this article has been defined as theory: the precompositional, compositional, executive and critical.

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Il trattato corrisponde al cap. xxvi del Tractatus de musica di Hieronymus de Moravia, unicum in:

 Paris, Bibliothèque nationale, Lat. 16663, ff. 64v-66v. [fine xiii sec.]
 Vers. digitale.

Edizioni:

 [1852, I ed. + tr. fr.] Charles Edmond Henri de Coussemaker, Histoire de l'harmonie au Moyen age, Paris: Didron, 1852, pp. 247-53.
 Vers. digitale (sola ed.).

 [1864, II ed.] Charles Edmond Henri de Coussemaker, Scriptorum de musica medii aevi novam seriem a Gerbertina alteram collegit, 4 voll., Parisiis: A. Durand, 1864-1876, i, pp. 94-97.
 Vers. digitale.

— [1935, III ed.] Hieronymus de Moravia, Tractatus de musica, ed. S. M. Cserba, Freiburger Studien zur Musikwissenschaft, 2 voll., Regensburg: Pustet, 1935, pp. 189-94.
 Vers. digitale.

 [1962, tr. ing.] Janet Knapp, Two xiii century treatises on modal rhythm and the discant · Discantus positio vulgaris · De musica libellus (Anonymous vii), «Journal of Music Theory», 6/2 (Winter 1962), pp. 200-215: 203-207.

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Viso igitur quid sit discantus, quedam precogniciones sunt vidende. Est autem discantus diversus consonus cantus.* Chiarito dunque cosa sia un discanto [= polifonia a due voci] si devono fare alcune premesse. Intanto il discanto è l'unione di consonanze diverse.*
* [Annotato a margine:] Prima posicio. [= Primo assunto.] * Qui evidentemente il termine 'discanto' si contrappone a un organum a voci parallele che produce consonanze 'uguali'.
Scire eciam oportet quid sit sonus et quot sunt soni, quid mensurabile et quid ultra mensuram, quid ligatura et quomodo habeat proferi, quid consonancia et quid dissonancia. È inoltre utile sapere cosa sia un intervallo [«sonus»] e quanti siano, cosa sia 'a misura' e 'oltre misura', cosa sia una ligatura e in che modo si presenti, cosa sia una consonanza, cosa una dissonanza.
Sonus est duarum vocum vel plurium in eodem puncto vel in diuersis coniunccio. Soni sunt ix scilicet unissonus semitonium tonus et cetera.* Un intervallo è costituito da due o più voci [intonate] nello stesso momento [«puncto»]* o in successione. Gli intervalli sono nove, ovvero, unisono, semitono, tono etc.**
* [Annotato a margine:] Respice supra quarto decimo capitulo. [= Torna indietro al cap. xiv.] * È probabile che con punctum si possa anche intendere il neuma costituito da due o più altezze.
** Vengono cioè trascurati, perché assenti nel canto liturgico la quarta eccedente (o quinta diminuita), e gli intervalli superiori alla sesta. Quindi: 1. unisono, 2. semitono, 3. tono, 4. semiditono, 5. ditono, 6. quarta, 7. quinta, 8. quarta con semiditono, o quinta con semitono (sesta minore), 9. quarta con ditono, o quinta con tono (sesta maggiore). Come indicato nella glossa a margine, gli intervalli erano stati elencati al cap. xiv.
Mensurabile est quod mensura unius temporis vel plurium mensuratur. Ultra mensuram sunt que minus quam uno tempore et ampliori quam duobus mensurantur; ut semibreves que sic figurantur et longa quam longa subsequitur habet enim tria tempora, ut hic . 'A misura' è ciò che corrisponde un tempo o più.* 'Oltre misura' è ciò che misura meno di un tempo e [= o] più di due,** come le semibreves che così si raffigurano e la longa che, seguita da longa, ha infatti tre tempi come in questo caso: .***
  * Con 'tempo' qui s'intende, evidentemente, una breve binaria ( = ).
** Il significato non è chiaro, perché se 'a misura corrisponde a una o più B, allora anche la L è 'a misura'. In realtà sembra che siano 'a misura' solo le B e una o più L binarie, suggerendo d'intendere la definizione di 'a misura' come sinonimo di binarietà.
*** In questo caso è 'oltremisura' sia la singola longa (= 3 ) che il gruppo (= 9 ).
Ligatura est plurium notarum invicem [f. 65r] coniunctarum ligacio que quidem in unissono fieri non debet.
Ligantur enim note due et due tres et quatuor, de quibus talis datur regula:
La ligatura è l'unione di più note in successione ma che non siano all'unisono.
Le note si legano infatti due a due, [tre] a tre, [quattro] a quattro, secondo questa regola:
Quandocumque due note ligantur in discantu prima est brevis secunda longa, nisi prima grossior sit secunda, ut hic Nel caso in cui due note nel discanto siano legate la prima è B la seconda L, a meno che la prima non sia più grande della seconda, così:
Quando autem tres, si pausa praecedit, prima est longa, secunda brevis tertia longa.
Si nota longa praecedit, primae duae sunt breves, tertia longa, quam si nota longa sequitur, tertia erit longior longa.*
Ma quando sono tre, se precede una pausa [= |  ] la prima è L, la seconda B, la terza L [=    ].
Se precede una L [=   ], le prime due [della ligatura] sono B, la terza L che, se seguita da L, sarà più lunga della [prima] L.*
* [Annotato a margine:] Longa quam si nota longa sequitur tercia. [= Quanto sia la longa se (altra) longa segue la terza nota.] * Caso interessante, perché spiega come questa scrittura    si debba intendere: |    |  |  (= oppure ), mentre la regola qui proposta non avrebbe senso se restituita secondo la comune ritmica modale:
Si vero quatuor ligate fuerint, omnes sunt breves. Quod si plures quam quatuor fuerint tunc quasi regulis non subiacent, sed ad placitum proferuntur. Que eciam ad organum et conductum pertinent singulariter. Ma se saranno quattro quelle legate, sono tutte brevi. Se fossero più di quattro, allora non seguono proprio una regola, ma si intonano a piacere. E queste si usano soprattutto nell'organum e nel conductus.
Item consonancia est diversarum vocum in eodem sono vel in pluribus concordia. Inter concordancias autem: tres sunt ceteris {n} meliores scilicet unissonus diapente et diapason. Tereteri [= Ceteri] vero modi magis sunt {distancie} dissonancie quam consonancie. Tamen secundum magis et minus. Unde maior videtur dissonancia in tono quam in aliquo {n} alio modo. La consonanza è poi unione di diverse voci nello stesso intervallo o in successivi. Ma fra le consonanze tre sono fra tutte le migliori, ovvero l'unisono, la quinta e l'ottava. Mentre gli altri intervalli [«modi»] sono più dissonanti che consonanti, benché in modo più o meno evidente. Ma il tono appare più dissonante di qualunque altro intervallo.
Preterea notandum quod omnes note plane musice sunt longe, et ultra mensuram eo quod mensuram trium temporum continent.* Omnes autem note discantus sunt mensurabiles per directam brevem et directam longam. Unde sequitur quod super quamlibet notam firmi cantus, ad minus due note longa scilicet et brevis vel aliquid hiis equippollens ut quatuor breves vel tres cum plica brevi, proferri debent, que eciam conuenire debent in aliqua dictarum trium consonanciarum. Inoltre va notato che tutte le note della musica piana sono L e 'oltre misura' perché contengono tre tempi. Mentre tutte le note del discanto sono 'a misura' secondo la B retta e la L retta.* Ne consegue che sopra qualuque nota di canto fermo possano essere intonate [nel discanto] almeno due note, ovvero L e B, o qualcosa a quelle equivalente, pertanto quattro B o tre con plica breve devono essere adattate per poter concludere su una delle tre consonanze di cui s'è detto.
* [Annotato a margine:] Non est contrarium huius quod dicitur supra quinto folio ante istud in fine quia ibi loquitur in cantu plano ecclesiastico hic autem loquitur de plano cantu cui respondet discantus. [= Non contrasta con quanto detto sopra alla fine del quinto foglio che precede, perché là ci si riferisce al canto piano ecclesiatico, qui invece al canto piano che corrisponde al discanto.] – Precedentemente si affermava che il canto piano non era misurato. * Il significato di directus è in genere interpretato quale sinonimo di 'retto' come lo userà Hieronymus de Garlandia, ovvero di un tempo per la B e due per la L.
Sic autem ascendere et descendere debet discantus. Omnis enim cantus ascendit vel descendit, per aliquem dictorum novem modorum, vel facit unissonum.
Sciendum insuper, quod omnes note impares hee que consonant: melius consonant. que uero dissonant: minus dissonant: quam pares. unde si ascendat uel descendat de quinta in unissonum per terciam debet ascendere uel descendere. uerbi gracia Si firmus cantus habeat duas notas unissonas in quacumque claui. puta in .F. graui et discantus cum prima illarum sit in quinta. puta in .c. acuto uelitque descendere in unissonum cum secunda: per terciam id est per .a. acutum debet descendere et econuerso ascendere. Si uero super easdem duas notas unisonas de diapason ascendat [descendat corr. supra lin.] in diapente puta. de .f. acuto in .c. [[a]] acutum: per terciam a diapente. id est per .e. acutum debet [[ascendere et]] descendere. et econuerso: de diapente in diapason. [nota m.sec. in marg.] Item si firmus cantus ascendat per semitonium puta de E graui in .F. graue: et discantus sit in [-f.65v-] in diapason puta in .e. acuto [[in]] descendat in ditonum [scilicet in .c. m.sec. supra lin.] per secundam [scilicet in .d. m.sec. supra lin.] a dupla et habebit diapente. si autem econuerso descendat [in firmo cantu m.sec. add. in marg.] per semitonium et discantus sit in diapente: econuerso in ditonum debet ascendere: ut habeat diapason: Item si ascendat per tonum puta de .C. in .D. et discantus sit in diapason: in semiditonum per secundam debet descendere [et habebit diapente m.sec. supra lin.]. et econuerso discantus [exiens in diapente m.sec. add. in marg.] ascendat [in semiditonum m.sec. supra lin.] [ut habeat diapason m.sec. add. in marg.] si cantus per tonum descendat [descendatur ante corr.] Item si [expone que sequuntur sicut et predictas duas regulas m.sec. add. in marg.] ascendat per semiditonum tunc per tonum descendat et conuerso: si per semiditonum cantus descendat Item si ascendat [per ditonum: descendit m.pr. add. in marg.] per semitonium si descendat econuerso ascendat. Item si ascendat [cantus m.sec. add. supra lin.] per diatesseron: stet [discantus m.sec. add. supra lin.] in eadem et eodem modo si descendat Item si firmus cantus ascendit in diapente. discantu exente in diapason: ascendat et ipse [discantus m.sec. add. supra lin.] tonum uel descendat diapason. Si uero descendat: tunc ex conuerso ascendat. Item si per semitonium cum diapente ascendat: tunc et ipse in semiditonum per secundam ascendit. uel duplex diatesseron descendat. Si uero descendat tunc econuerso descendat quantum ad semiditonum. et ascendat: quantum ad duplex diatesseron. [[a]] Item si ascendat per tonum cum diapente tunc et ipse ascendat per secundam in ditonum uel duplex diatesseron descendat. Si uero descendat: tunc econuerso descendat quantum ad ditonum. et ascendat quantum ad duplex diatesseron. Item si ascendat per duplex diatesseron. tunc descendat per tonum cum diapente. et econuerso ascendat si descendat Item si ascendat per diapason: tum [tunc corr. supra lin.] discantus in diapente descendat. et econuerso ascendat: si cantus descendat. Quibus uisis et [[me]] memorie commendatis totam discantandi artem habere poterit: arte usui applicata.
Il discanto deve salire o scendere, come del resto fa ogni melodia secondo uno dei nove intervalli detti, altrimenti si ha l'unisono.
Discantuum [= Discantus] vero, alius pure discantus alius organum, quod est duplex scilicet organum duplex: et quod pure organum dicitur. Item alius conductus alius mothetus: et [[a]] alius est ochetus. Nel discanto però una [voce] è il discanto proprio, l'altra l'organum, il quale [discanto] è doppio, e viene detto 'organo doppio' o semplicemente organum. Inoltre cosa diversa sono il conductus, il mottetto, l'ochetus.
Discantus ipse est idem in prosis sed diversus in notis consonus cantus, sicut cum aliquis cantus eclesiasticus in quinta, octaua et duodecima discantatur.
Duplex organum est idem in prosis non autem in notis eo quod ducte longe sunt in tenore in discantu uero: duplex et a primo diversus consonus cantus.
Pure organum est quando cuilibet note de plano cantu ultra mensuram existenti: correspondent de discantu due note, longa scilicet et brevis, vel hiis aliquid equipollens, ut superius est ostensum.*
Conductus autem est super unum metrum, multiplex consonans cantus qui eciam secundarias [-f.66r-] recipit consonancias.
Mothetus uero est super determinatas notas firmi cantus, mensuratas, sive ultra mensuram, diversus in notis, diversus in {notis multiplex} prosis, multiplex consonans cantus.
Il discanto è un canto che unisce melodie distinte con un unico testo, così come sono cantati alcuni canti ecclesiatici in quinta, ottava e dodicesima.
L'organo doppio adotta lo stesso testo ma non le melodie, perché le L del tenor sono intonate in discanto proprio, il duplum con controcanto armonico [«consonus»] diverso.
L'organo propriamente detto si ha quando tutte le note del canto piano sono 'oltre misura' e corrispondono a due note del discanto, cioè longa e brevis, o con valori equivalenti, come detto sopra.
Il conductus invece intona diverse armonie che ammettono anche consonanze di passaggio [«secundarias»] seguendo il ritmo del verso [«metrum»].
Il mottetto poi è un canto con armonie diverse su una determinata nota del canto fermo, 'a misura' o 'oltre misura', con melodie e testi diversi.
* [Annotato a margine:] In principio secunde columne huius folii. [= All'inizio della seconda colonna di questo foglio.]  
Cuius quidem modi sunt sex. Primus scilicet constans ex una longa [a margine: et alia breui; secundus ex una] breui et alia longa; tercius ex una longa et duabus brevibus; quartus ex duabus brevibus et una longa; quintus ex omnibus longis; sextus autem ex omnibus brevibus et semibreuibus. De quibus in comparacione ad tenuras [= tenores] tales dantur regule. I modi quindi del discanto [«cuius»] sono sei. Il primo consta di una L [seguita da] una B, il secondo da una B e da una L; il terzo da una L e due B, il quarto da due B e una L, il quinto da tutte L, il sesto da tutte B e S. Dei quali, in rapporto al tenore, si danno le regole seguenti.
Et primo de primo modo, cuius quidem tenor aliquando concordat cum moteto in notis, sicut hic Virgo decus castitatis et tunc semper nota longa de motheto note longe correspondet de tenore [aggiunto: et] brevis brevi et e conuerso. Pausa vero utriusque valet unam brevem nisi simul pauset uterque {simul et} cum tripla et tunc pause cantus eclesiastici tenentur ad placitum. Dapprincipio il primo modo: di cui il tenor a volte concorda con le note del motetus [= duplum] come in Virgo decus castitatis dove appunto sempre una longa del motetus corrisponde alla longa del tenor e viceversa. La pausa di entrambe [le voci] vale dunque una brevis, a meno che queste due parti pausino insieme con il triplum, in tal caso le pause del canto ecclesiatico si prolungano a piacere.
Aliquando vero tenor constat ex notis omnibus longis, sicut tenor {me} motheti O Maria maris stella, et tunc semper nota longa cum brevi de motheto: uni tantum note longe de tenore correspondet et econverso. Pausa vero utriusque est longa nisi simul cum tripla pauset uterque et tunc sicut prius. A volte il tenor consta di sole longae, come il tenor del mottetto O Maria maris stella, in tal caso sempre la longa e la brevis del motetus corrisponde a una sola longa del tenore, e viceversa. La pausa dunque di entrambe [le voci] è longa, a meno che pausino insieme con il triplum, in tal caso è come detto sopra.
Item secundi modi tenor aliquando cum motheto convenit in notis, sicut hic in parte In omni fratre tuo [a margine: sive eciam Gaude chorus omnium]. Aliquando vero disconvenit constans scilicet ex omnibus longis, et tunc semper {tonum} totum primo modo fit oppositum. In pausis tamen utrisque conveniunt. Quindi il tenor del secondo modo a volte corrisponde alle note del motetus così come In omni fratre [o anche Gaude chorus omnium]. Altre volte però non corrisponde essendo [il tenor] di tutte L, in tal caso si comporta all'opposto del primo modo. In merito alle pause però entrambi [i modi] concordano.
Similiter et tercii modi tenor cum convenit cum motheto, sicut hic O nacio nephandi generis, tunc semper singule longe note de motheto, singulis notis de tenore, et brevis brevibus corresspondent. Cum vero tenor constat ex notis omnibus longis sicut hic O Maria beata genitrix, tunc semper una longa nota de tenore, valet aliam longa de motheto, sequens longa de tenore, duas breves de moteto et econuerso quod eciam pause valere debent nisi simul cum tripla, pauset uterque et tunc sicut et antea. Similmente il tenor può concordare con il motetus anche nel terzo modo, come in O nacio nephandi generis, allora ciascuna singola L del motetus corrisponde a quelle del tenor, e così per le B. Quando però il tenor consta di tutte L come in O Maria beata genitrix, allora sempre una L del tenor vale quella del motetus, mentre la successiva del tenor vale due B del motetus e viceversa. E ciò deve valere anche per le pause, a meno che pausino insieme con il triplum, in tal caso è come detto sopra.
Quartus vero modus, sive cum tenore in notis conveniat sive non, et eciam in pausis, totum tercio tenet oppositum. Il quarto modo, sia che concordi con le note del tenor o meno, segue in tutto, anche per le pause, il terzo.
Quintus vero et sextus modus disconvenientes et eciam cum tenoris convenientes in pausis et in triplis eciam, aliorum modorum qualiter concordari debeant, potest colligi ex iam dictis. [Il trattamento del] quinto e il sesto modo, concordando o meno con il tenor nelle pause e dovendo il triplum adeguarsi come fosse di altri modi, può essere ricondotto a quanto già detto.
Item ochetus est super tenorem unius cuius modi mothetorum absque prosa diversus et consonus cantus. Inoltre l'ochetus si adatta al tenor in uno dei modi dei mottetti, ma senza prosa, con conto distino e consonante.
Hec est prima posicio, qua quia quedam naciones utuntur communiter [a margine: et quia antiquior est omnibus] vulgarem [f. 66v] esse diximus. Questa è la prima spiegazione che, poiché diffusamente adottata [e fra tutti il più antico] lo chiamiamo 'semplice'.