TSM | Cronologia | Onomastico | Glossario | Thesaurus
[da Vocabolario Treccani]
canzóne (ant. canzóna) s. f. [lat. cantio -ōnis, der. di canĕre «cantare» (supino cantum)].
ballàta s. f. [der. di ballare; come antico componimento poetico, è prob. dal provenz. balada; come racconto romantico, è dall’ingl. ballad].
Le strutture formali, metriche e ritmiche non cambiano.
La complessità e prsistenza dei contenuti.
Parametri e frequenze | Lastre di Chladni
Medietà (Archita) | Timeo di Platone
Cantillazione [ | ] | Salmodia [Ps 111] | Antifona [ ]
Ballata dell'amore cieco [1966]
Sokolov | musica | Bergman, Sinfonia d'autunno (1978) | Dies irae [ ]
Il timore della morte (contrastato dai riti di seduzione e rinascita) è il punto di contatto fra sacro e profano.
| Anno liturgico | Liturgia delle ore | Messa
Dalla paura (memoria) alla ricostruzione (romana) del sistema
acclamazione / tropario / refrain corale
Sanctus | canto di lavoro ritmato (schiavi/prigionieri) | idem: Black Betty (1933, refrain vocalizzato)
canto responsoriale / ritornello
canto di lavoro | | salmo (liturgia moderna) | Armstrong, Go down Moses
call & response
Angels, call & response | Blues Brothers, Minnie [1931] | Gave up my girlfriend and my family (strofico) | | I left may home (idem, intro refrain)
De André, Carlo Martello [1963] | Silverio Pisu
Allegri, Miserere | Miserere (gregoriano)| Ch. Burney (1771)
Lettera di Mendelssohn a Zelter, da Roma, 16 giugno 1831 (i ed. 1861) | trad. italiana (1895)
Cirano (Guccini) [1996]
Litanie — Chanson de geste [1218] — Dante [1309] — Bob Dylan — Caparezza [2011] — Rancore [2018]
articolazione della strofa: admirabile Veneris — Mad world — Beatles Imagine
Trasmissione: Suspirat / Sanctorum [audio | info] / Procurans / Purgatur / L'amours [schema | schema]
Inno | Testo | Liber Usualis | Computo dei salmi
Lavaurs fon tan fortz vila | que anc e nulh regnat plus fort en terra plana | non vi om que fos natz, ni ab milhor clausura | ni ab plus prions fossatz, dins a mot cavaer, | que son mot gent armatz: De docent cavalers | li an son feu mermat. N'ot plus ric cavaler | en Tolza ni el comtat, ni plus larc depesaire, | ni de major bamat. Mala vi los erctges | e los ensabatatz; C'anc mais tant gran baro | en la crestiandat no cug que fos pendutz, | ab tant caver de latz; Que sol de cavaliers | n'i a ladoncs comtat trop mais de quatre vins, | so me dig un clergat; e de sels de la vila | ne mes om en un prat entro a quatre cens | que son ars e cremat; Estiers dama Girauda | qu'an en un potz gitat: De peiras la cubiron; | don fo dols e pecatz, que ja nulhs horn del segle, | so sapchatz de vertatz, no partira de leis | entro agues manjat. So fola Santa Crotz | de mai, qu'es en estat, que fo Lavaurs destruida, | si co vos ai comtat. Senhor, be s'en devrian | ilh estre castiat que, son vi e auzi, | son trop malaurat, car no fan so que-ls mando | li clerc e li crozat; c'a la fi o fairan, | can siran desraubat, aisi co aisels feiron, | e ja non auran grat de Dieu ni d' aquest mon. | [...] |
6(')|6 | Lavaur fu una città così potente che mai in nessuno regno alcun uomo al mondo ne vide di più forti in pianura, né con miglìore cinta di mura, né con fossati tanto profondi, né con altrettanti cavalieri così nobilmente armati. Di duecento cavalieri si era ridotto il suo feudo. Non c'era cavaliere più alto nel Tolosano né in tutta la Contea, di più grande generosità né di più alta nobiltà. Purtroppo, fiancheggiò gli "eretici" [a] e i "tardi battezzati" [b]. Mai, credo, un così nobile signore in tutta la cristianità fu impiccato con tanti cavalieri ai suoi lati, perché soltanto di cavalieri se ne contarono ben più di ottanta, secondo quanto mi ha detto un chierico. Quanto alle persone della città, ne misero in un prato circa quattrocento, che vi furono bruciate; e per finire, gettarono dama Girauda [c] in fondo a un pozzo, e la coprirono di pietre, e ciò fu un gran male e un gran peccato, perché nessuno al mondo, sappiate in verità, era partito da lei senza esser sfamato. Fu nella dolce stagione, per la Santa Croce di maggio, che distrussero Lavaur, come vi ho raccontato. Signore, questi eretici dovrebbero esservi stati castigati abbastanza perché, dopo ciò che si è visto e sentito, se sono cosi colpiti dalla disgrazia è perché non fanno ciò che comandano i chierici e i crociati. Ma finiranno ben per farlo, quando saranno saccheggiati, come s'è fatto là, e allora nessuno sarà più severo con loro, né Dio, né alcuno in questo mondo. |
a. Catari b. Valdesi c. Nobildonna di Lavaur |
Intonazione per terzine di un frammento del canto di Paolo e Francesca
97 | "Siede [a] la terra dove nata fui [b] su la marina dove ’l Po discende per aver pace [c] co’ seguaci sui. |
a. Si trova b. È Francesca che parla c. Per unirsi (con gli affluenti, i 'seguaci') |
100 | Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, prese costui [a] de la bella persona che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. |
a. Paolo |
103 | Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. |
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106 | Amor condusse noi ad una morte. Caina [a] attende chi a vita ci spense". Queste parole da lor ci fuor porte. |
a. Uno dei nomi del ix cerchio in cui sono puniti i traditori/assasini di parenti, cioè il marito di Francesca. |
127 | "Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto. |
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130 | Per più fïate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. |
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133 | Quando leggemmo il disïato riso esser basciato da cotanto amante [a], questi [a], che mai da me non fia diviso, |
a. Lancillotto b. Paolo |
136 | la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto [a] fu ’l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante". |
a. Come Galeotto fu intermediario d'amore fra Ginevra e Lancillotto, così il libro e il suo autore lo fu per noi |
Broadside ballad (Mad Tom of Bedlam)
Forth from the dark and dismal cell Or from the deep abyss of hell Mad Tom is come to view the world again To see if he can cure his distemper'd brain |
Dalla cella buia e lugubre o dal profondo abisso dell'inferno Tom il Matto è tornato a vedere il mondo per vedere se può curare il suo cervello malato |
α | Last Night I heard the Dog-star bark, Mars met Venus in the Dark; Limping Vulcan heat an Iron Bar, And furiously made at the great god of war. |
Ieri sera ho sentito abbaiare Sirio Marte ha incontrato Venere nel buio Vulcano zoppicante riscaldare una barra di ferro lottava furiosamente con il grande dio della guerra |
Fears and Cares oppress my soul; Hark, how the angry Furies howl; Pluto laughs, and Proserpine is glad. To see poor angry Tom of Bedlam mad. |
Paure e preoccupazioni opprimono la mia anima udite come ululano le Furie tremende Plutone ride e Proserpina è felice Vedono il povero Tom arrabbiato di Bedlam pazzo |
α | Mars with his weapon laid about. Limping Vulcan had got the Gout; His broad Horns did hang so in his light. That he could not see to aim his blows aright. |
Marte con la sua arma si è messo vicino Vulcano zoppo aveva la gotta Le sue larghe corna brillavano alla luce che non riusciva a mirare bene i suoi colpi |
Through the World I wander night and day To find my straggling Senses, In an angry mood I met Old Time With his Pentateuch of Tenses; |
Per il mondo vago notte e giorno per ritrovare i miei sensi sbandati in preda all'ira ho incontrato i tempi andati con il suo Pentateuco di regole |
β |
Mercury the nimble Post of Heaven Stood still to see the Quarrel; Gorrel-bellied Bacchus, Giant-like, Bestrid a Strong-beer Barrel: |
Mercurio, rapido postino del cielo, rimase fermo a vedere la lite Bacco dal ventre di infinito, simile a un gigante si mise a cavalcioni di un barile di buon birra |
When me he spies \
Away he flies. For Time will stay for no man; In vain with cries, \ I rend the Skies, For Pity is not common. |
Quando mi vede vola via Perché il Tempo non si ferma per nessuno Invano gridando squarcio i cieli perché la pietà non è comune |
β | To me he Drank, \
I did him thank. But I could drink no Cider; He drank whole Butts, \ 'Till he burst his Guts, But mine was ne'er the wider. |
Bevve alla mia salute e lo ringraziai. Ma non potevo bere altro sidro Lui beveva botti intere, fino a scoppiar la pancia mentre la mia non era così capiente |
Cold and comfortless I lie, Help, help, oh help, or else I die! Hark, I hear Apollo's team, The carman 'gins to whistle; Chaste Diana bends her bow, And the Boar begins to bristle. |
Mi addormento freddo e senza conforto Aiuto, aiuto, oh aiuto, o morirò! Sento la squadra di Apollo Il carrettiere sta fischiando La casta Diana piega il suo arco e il cinghiale comincia a frustare |
γ | Poor Tom is very Dry; A little Drink, for Charity: Hark ! I hear Actaeon’s Hounds, The Huntsman Hoops and Hollows; Ringwood, Rockwood, Jowler, Bowman, All the Chase doth follow. |
Il povero Tom ha sete Un po' di bevanda per carità: Udite! Sento i segugi di Atteone il cacciatore salta e cade Ringwood, Rockwood, Jowler, Bowman Tutto il gruppo lo segue |
Come Vulcan with Tools and with Tackles, To knock off my troublesome shackles: Bid Charles make ready his wain, To bring me my senses again. |
Arriva Vulcano con gli attrezzi e con le manacce per togliere le mie fastidiose catene Di' a Carlo di preparare il suo carro per farmi tornare in me il senno |
δ | The Man in the Moon drinks Claret, Eats Powdered-Beef, Turnip, and Carrot: But a Cup of Malligo Sack Will fire the Bush at his Back. |
L'uomo nella notte di luna beve il vino, mangia carne inpolverata, rape e carote: Ma una tazza di vino di Malaga colpirà il cespuglio alle spalle |
Scat-jazz con refrain nonsens (imitazione degli strumenti, "scat") con formula "call & response"
Hey folks, here’s the story ‘bout Minnie the Moocher She was a lowdown hoocie coocher She was the roughest toughest frail But Minnie had a heart as big as a whale |
Ehi gente, ecco la storia di Minnie la Scroccona Era un'infima cuoca di razza Era la più ruvida e dura delle fragili Ma Minnie aveva un cuore grande come una balena |
She messed around with a bloke named Smokie She loved him, though he was cokey He took her down to Chinatown And showed her how to kick the gong around |
Lei andava in giro con un tipo che si chiamava Smokey Lo amava anche se era si faceva di coca La portò giù a Chinatown E le mostrò come calciare il gong [= fumare oppio] |
She had a dream about the king of Sweden He gave her things that she was needin’ He gave her a home built of gold and steel A diamond car with the platinum wheels |
Così lei sognò il re di Svezia Che le dava le cose di cui lei aveva bisogno Una casa costruita in oro e acciaio Un’auto diamantata con le ruote in platino |
He gave her his townhouse and his racing horses Each meal she ate was a dozen courses Had a million dollars worth of nickels and dimes She sat around and counted them all a million times |
Che le dava la sua casa in città e i suoi cavalli da corsa Ogni pasto che mangiava aveva una dozzina di portate Aveva un milione di dollari in nichel e monetine Si sedette e le contò un milione di volte |
Poor Min | Povera Min |
Cab Callway | Minstrel Show | Spot Tabu
Canzone-manifesto (1947) [info] della cultura hippie, scritta da Eden Ahbez
s | There was a boy a very strange enchanted boy they say he wandered very far very far | over land \ and sea a little shy | and sad of eye but very wise \ was he |
a a b bc dd c |
4 8 8 3+3+2 4+4 4+2 |
C’era un ragazzo, un ragazzo molto strano, un sognatore dicono che andò molto lontano, molto lontano per terra e per mare un po’ timido con gli occhi tristi, ma era molto saggio |
s | And then one day a magic day he pass'd my way and while we spoke of many things fools and kings | this he said \ to me: “The greatest thing | you’ll ever learn is just to love \ and be | loved in return” |
a a b bc de ce |
4 8 8 3+3+2 4+4 4+2+4 |
E poi un giorno, un giorno magico egli incontrò la mia strada e mentre parlavamo di tante cose, di folli e di re, mi disse questo: “La cosa più grande che tu possa imparare è amare e poi lasciarti amare” |
Beat generation | Jack Kerouac, William Burroughs , And the hippos were boiled in their tanks (1945), pubblicato nel 2008, trad. it. 2012 (E gli ippopotamisi sono lessati nelle loro vasche). Film: Killing your darling (Giovani ribelli), 2013 | Lucien Carr | Allen Ginsberg e Bob Dylan
Re Carlo tornava dalla guerra |
Lo accoglie la sua terra |
Cingendolo d'allor Al sol della calda primavera | Lampeggia l'armatura | Del sire vincitor Il sangue del principe del Moro | Arrossano il cimiero | D'identico color Ma più che del corpo le ferite | Da Carlo son sentite | Le bramosie d'amor |
oòo–oòoooòo|oòoooòo|oòoooò |
"Se ansia di gloria e sete d'onore |
Spegne la guerra al vincitore Non ti concede un momento per fare all'amore Chi poi impone alla sposa soave | Di castità la cintura ahimè grave In battaglia può correre il rischio di perder la chiave" |
oòooòooòooòo|òooòo –òooòo –òooòooòooòooòo |
Così si lamenta il Re cristiano |
S'inchina intorno il grano |
Gli son corona i fior Lo specchio di chiara fontanella | Riflette fiero in sella | Dei Mori il vincitor Quand'ecco nell'acqua si compone | Mirabile visione | Il simbolo d'amor Nel folto di lunghe trecce bionde | Il seno si confonde | Ignudo in pieno sol |
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"Mai non fu vista cosa più bella |
Mai io non colsi siffatta pulzella" Disse re Carlo scendendo veloce di sella "De' cavaliere non v'accostate | Già d'altri è gaudio quel che cercate Ad altra più facile fonte la sete calmate" |
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Sorpreso da un dire sì deciso |
Sentendosi deriso |
Re Carlo s'arrestò Ma più dell'onor potè il digiuno | Fremente l'elmo bruno | Il sire si levò Codesta era l'arma sua segreta | Da Carlo spesso usata | In gran difficoltà Alla donna apparve un gran nasone | E un volto da caprone | Ma era sua maestà |
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"Se voi non foste il mio so vrano" |
Carlo si sfila il pesante spadone "Non cederei al disio di fuggirvi lontano, Ma poiché siete il mio signore" | Carlo si toglie l'intero gabbione "Debbo concedermi spoglia da ogni pudore" |
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Cavaliere egli era assai valente |
Ed anche in quel frangente |
D'onor si ricoprì E giunto alla fin della tenzone | Incerto sull'arcione | Tentò di risalir Veloce lo arpiona la pulzella | Repente la parcella | Presenta al suo signor "Beh proprio perché voi siete il sire | Fan cinquemila lire | è un prezzo di favor" |
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"E' mai possibile o porco di un cane |
Che le avventure in codesto reame Debban risolversi tutte con grandi puttane, Anche sul prezzo c'è poi da ridire | Ben mi ricordo che pria di partire V'eran tariffe inferiori alle tremila lire" |
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Ciò detto agì da gran cialtrone |
Con balzo da leone |
In sella si lanciò Frustando il cavallo come un ciuco | Fra i glicini e il sambuco | Il re si dileguò [a] Re Carlo tornava dalla guerra | Lo accoglie la sua terra | Cingendolo d'allor Al sol della calda primavera | Lampeggia l'armatura | Del sire vincitor |
Un uomo onesto | un uomo probo Tralalalalla | tralallaleru S'innamorò | perdutamente D'una che non | lo amava niente |
oooòo|oooòo oooò–|oooòo oooò–|oooòo |
Gli disse: "Portami domani" Tralalalalla | tralallaleru Gli disse: "Portami domani" "Il cuore di tua madre | per i miei cani" |
oòoòoòoòo oòoooòo|oooòo |
Lui dalla madre andò e l'uccise Tralalalalla tralallaleru Dal petto il cuore | le strappò E dal suo amore | ritornò |
oooòo|–ooò– oooòo|–ooò– |
Non era il cuore, non era il cuore Tralalalalla tralallaleru Non le bastava quell'orrore Voleva un'altra prova del suo cieco amore |
oooòo|–ooòo oòoooòo|ooooòo |
Gli disse: "Amor, se mi vuoi bene" Tralalalalla tralallaleru Gli disse: "Amor, se mi vuoi bene" "Tagliati dai polsi le quattro vene" |
òoooòo|oooòo |
Le vene ai polsi lui si tagliò Tralalalalla tralallaleru E come il sangue ne sgorgò Correndo come un pazzo da lei tornò |
oooòo|oooò– oòoooòo|oooò |
Gli disse lei, ridendo forte Tralalalalla tralallaleru Gli disse lei, ridendo forte "L'ultima tua prova sarà la morte" |
òoooòo|oooò |
E mentre il sangue lento usciva E ormai cambiava il suo colore La vanità fredda gioiva Un uomo s'era ucciso per il suo amore |
oooòo|–ooò– oòoooòo|oooòo |
Fuori soffiava dolce il vento Tralalalalla tralallaleru Ma lei fu presa da sgomento Quando lo vide morir contento |
oooòo|–ooòo oooòo|–ooò– |
Morir contento | e innamorato Quando a lei niente | era restato Non il suo amore | non il suo bene Ma solo il sangue secco delle sue vene |
oòoooòo|oooòo |
Venite pure avanti \ voi con il naso corto Signori imbellettati \ io più non vi sopporto Infilerò la penna \ ben dentro al vostro orgoglio Perché con questa spada \ vi uccido quando voglio |
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Venite pure avanti \ poeti sgangherati Inutili cantanti \ di giorni sciagurati Buffoni che campate \ di versi senza forza Avrete soldi e gloria, ma non avete scorza |
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Godetevi il successo \ godete finché dura Che il pubblico è ammaestrato \ e non vi fa paura E andate chissà dove \ per non pagar le tasse Col ghigno e l'ignoranza \ dei primi della classe |
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Io sono solo un povero \ cadetto di Guascogna Però non la sopporto \ la gente che non sogna Gli orpelli? L'arrivismo? \ All'amo non abbocco E al fin della licenza \ io non perdono e tocco |
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Facciamola finita \ venite tutti avanti Nuovi protagonisti \ politici rampanti Venite portaborse \ ruffiani e mezze calze Feroci conduttori \ di trasmissioni false |
Venite gente vuota \ facciamola finita Voi preti che vendete \ a tutti un'altra vita Se c'è, come voi dite \ un Dio nell'infinito Guardatevi nel cuore \ l'avete già tradito |
Che avete spesso fatto \ del qualunquismo un arte Coraggio liberisti \ buttate giù le carte Tanto ci sarà sempre \ chi pagherà le spese In questo benedetto \ assurdo bel paese |
E voi materialisti \ col vostro chiodo fisso Che Dio è morto e l'uomo \ è solo in questo abisso Le verità cercate \ per terra, da maiali Tenetevi le ghiande \ lasciatemi le ali |
Non me ne frega niente \ se anch'io sono sbagliato Spiacere è il mio piacere \ io amo essere odiato Coi furbi e i prepotenti \ da sempre mi balocco E al fin della licenza \ io non perdono e tocco |
Tornate a casa nani \ levatevi davanti Per la mia rabbia enorme \ mi servono giganti Ai dogmi e ai pregiudizi \ da sempre non abbocco E al fin della licenza \ io non perdono e tocco |
Ma quando sono solo \ con questo naso al piede Che almeno di mezz'ora \ da sempre mi precede Si spegne la mia rabbia \ e ricordo con dolore Che a me è quasi proibito \ il sogno di un amore |
Io tocco i miei nemici \ col naso e con la spada Ma in questa vita oggi \ non trovo più la strada Non voglio rassegnarmi \ ad essere cattivo Tu sola puoi salvarmi \ tu sola e te lo scrivo |
Non so quante ne ho amate \ non so quante ne ho avute Per colpa o per destino \ le donne le ho perdute E quando sento il peso \ d'essere sempre solo Mi chiudo in casa e scrivo \ e scrivendo mi consolo |
Dev'esserci, lo sento \ in terra o in cielo un posto Dove non soffriremo \ e tutto sarà giusto Non ridere, ti prego \ di queste mie parole Io sono solo un'ombra \ e tu, Rossana, il sole |
Ma dentro di me sento \ che il grande amore esiste Amo senza peccato \ amo, ma sono triste Perché Rossana è bella \ siamo così diversi A parlarle non riesco \ le parlerò coi versi |
Ma tu, lo so, non ridi \ dolcissima signora Ed io non mi nascondo \ sotto la tua dimora Perché oramai lo sento \ non ho sofferto invano Se mi ami come sono \ Per sempre tuo Cirano |
Non siete Stato voi | Che parlate di | libertà co|me si parla | di una notte | brava dentro i | lupanari Che] trascinate | la nazione | dentro il buio | ma vi diver|tite a fare i | luminari Che siete uomini di polso forse perché circondati da una manica di idioti Che sventolate il tricolore come in curva e tanto basta per sentirvi patrioti Nel il vostro parlamento di idolatri pronti a tutto per ricevere un'udienza Che comprate voti con la propaganda ma non ne pagate mai la conseguenza Che stringete tra le dita il rosario dei sondaggi sperando che vi rinfranchi Che risolvete il dramma dei disoccupati andando nei salotti a fare i saltimbanchi |
Non siete Stato voi |
Non siete Stato – voi |
[..] Uomini boia con | la divisa | che ammazzate | di percosse i | detenuti Con gli anfibi | sulle facce | disarmate | prese a calci | come sacchi | di rifiuti Che mandate i | vostri figli al | fronte come | una carogna | da una iena | che la spolpa Che] rimboccate | le bandiere | sulle bare | per addormen|tare ogni sen|so di colpa Maledetti | forcaioli im|preparati | sempre in cerca | di un nemico | per la lotta Che] brucereste | come streghe gli immigrati | salvo venerare quello nella grotta [] Col busto | [] del duce | sugli scrittoi | [] e la co|stituzione | sotto i piedi Che merite|reste d'esse|re estripati | come la ma|lerba dalle | vostre sedi |
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Non siete Stato voi |
Non siete Stato – voi |
Siete voi Come voi E ciascuno |
Che brindate | con il sangue | di chi tenta | di far luce | sulle vostre | vite oscure Che vorreste | dare voce a | quotidiani | di partito | muti come | sepolture Che fate leggi | su misura | come un paio | di mutande a | seconda dei | genitali Che trattate | chi vi criti|ca come un ran|dagio cui ta|gliare le cor|de vocali Servi, che avete noleggiato costumi da sovrani con soldi immeritati confratelli di una loggia che poggia sul valore dei privilegiati che i mafiosi li chiamate eroi e che il corrotto lo chiamate Pio di voi implicato in ogni sorta di reato fissa il magistrato e poi giura su Dio |
Non sono Stato io |
Non sono Stato – io |
Hip hop (rap)
[..] Lui non si arrampica tra i palazzi come se fosse un ragnetto [..] Non fa il fotografo, il giornalista, poi va a difendere il ghetto [..] Non ha uno scheletro d'adamantio, non c'è rigeneramento [..] Non ha né villa con maggiordomo né superpoteri da super[uomo] Quando è sé stesso davvero non sa tenere un comportamento E adesso che di fantastico non c'è niente si è sciolto anche il quartetto [..] E se la sera esce dopo cena non sa saltare da un tetto Eppure è così veloce che puntualmente fa tardi all'appuntamento |
Non diventa insetto |
non rimane nel letto, non fa colazione E dentro lo Stige, la madre ha sbagliato | ha infilato soltanto il tallone Non veste più largo | il cavallo che aveva ce l'ha Pantalone E il giro del mondo in ottanta giorni | l'ha fatto perché è un fattone Come un barone non scenderà | come un visconte si dimezzerà Quando cliccò, cercò su Virgilio | trovò una finestra per l'aldilà Ma bazzica sempre da solo all'inferno | e Gerusalemme non libererà E dov'è papà quando la città crolla? | non porta a nulla, ma la città crolla |
Non vive nuvole d'oro |
non ha le stelle incise sul petto Al primo palleggio che ha fatto a calcetto | una pallonata sul setto Per ogni canna una calamita | naviga contro vento Sempre vittima dello spazio | contro i predatori del tempo Non veste da scolaretta | da repubblica marinara Non ha costruttori che mettono in atto | una macchina di accessori E non ha un guardaroba che varia | ha costumi prodotti in Italia Perché quando si arrabbia va oltre il verde | assume tutti i colori |
E dov'è un amico che va sulla Luna |
Dove il senno è chiuso dentro un'ampolla Non tiene certo dei dolci a casa | Se ha pareti di pasta frolla Non vede più Silvia, Laura s'accolla | Poi con Francesca era un po' prematura Prima di vendere l'anima al quadro | Non vide che era una caricatura Lui non cerca il patto col diavolo | Se è una rottura di cazzo eterna E vive al limite tra un castello che vola | E un mondo nell'entroterra Ora un'ombra si muove in Italia | Ha rubato fingendosi una parodia Conosci una strada, che sia secondaria | Gondoliere portalo via |
— | |
Ma com'è che si dice a Roma? |
"pezza", ora si l'ha capito Perché è a forza di prendere pezze | che la mamma gli ha fatto un vestito Ora un'ombra si aggira a Venezia | ha rubato alla corte dei diavoli Se conosci una strada diversa | gondoliere, portalo a Napoli Un paese che è nato da tanti pezzi | questo si era capito Collegati nel tempo da un'aria | che poi piano piano ogni pezza ha unito Ora un'ombra si muove in Italia | ha rubato fingendosi una parodia Conosci una strada, secondaria | gondoliere portalo via |
Non ha figli né mogli che girano |
in mezzo ai papaveri ha pochi ricordi Lui non sta tra girasoli, fiori | mangiatori di fagioli, signori Non ti urla davanti quando gli amici | lo lasciano solo tra i fiordi Non ha rettili che escono fuori dai fogli | né palloncini coi cuori Lui non vive una vita a puntini | sdraiato sul fiume del divertimento Anche quando c'è un ombra che lo aspetta | non ti dà solo un bacio di fretta Non è rivoluzione che allatterà il popolo | solo col seno scoperto Lui non fa colazione sull'erba | è da un po' che non vede una tetta |
Arriva vestito da spazzacamino | poi ruba gli anelli quando fa l'inchino Poi ciao, ciao saluta Arlecchino | ciao, ciao, saluta Arlecchino Prima era tutto nero corvino | poi rosso, amaranto poi verde e turchino Poi ciao, ciao saluta Arlecchino | ciao, ciao, saluta Arlecchino Roma, Napoli, Bergamo fino | a Firenze, Palermo, Milano e Torino Poi ciao, ciao saluta Arlecchino | ciao, ciao, saluta Arlecchino Prima, in tasca neanche un quattrino | dopo, arriva e ruba il bottino Scrive le rime sopra il taccuino | poi vi saluta, vi fa l'occhiolino |
Anche senza vestire di un nero elegante |
Lui vola usando l'ombrello I filosofi della sua crew | Non lo portano giù né lo portano su Lui non ha dei colori uniformi | Divisi precisi con un righello Alla sua foto non applichi quattro colori | Ne servono molti di più Non è luce in faccia che chiama il ragazzo | Nel buio alla sua vocazione Non lo toccano neanche con un dito | Quando sta in fase di creazione È per rompere questa realtà | Con la voce che squarcerà questa canzone Non è vero che questo non è un rapper | Non è vero che è un'imitazione |
Bluegrass, irish/scottish folk
s | Dead love couldn't go no further Proud of, and disgusted by her Push, shove, a little bruised and battered Oh Lord, I ain't coming home with you |
a a a b |
oòoòoòo » » oòoòoòoò |
L'amore morto non poteva proseguire orgoglioso e disgustato da lei spingendo, tirando, un po' ammaccato e malconcio oh Dio, non tornerò a casa con te |
s | My life's a bit more colder "Dead wife" is what I told her Brass knife sinks into my shoulder Oh babe don't know what I'm gonna do |
La mia vita è un po' più fredda "Moglie morta" è quello che le ho detto Il coltello d'ottone affonda nella mia spalla Oh piccola, non so cosa farò |
||
R | I see my red head \ messed bed \ tear shed queen bee \ my squeeze The stage it smells, tells \ Hell's bells \ miss-spells knocks me \ on my knees It didn't hurt, flirt \ blood squirt \ stuffed shirt hang me \ on a tree After I count down \ three rounds \ in Hell I'll be in good company |
aaa xx bbb xx ccc xx ddx x |
oòoòoòoòo òooò |
Vedo la mia testa rossa, il letto incasinato, le lacrime versate l'ape regina, la mia costrizione la scena lo rivela, racconta le campane dell'inferno, falsi incantesimi mi mette in ginocchio Non mi ha fatto male l'inontro, lo schizzo di sangue, la camicia strappata appendermi a un albero Dopo aver fatto il conto alla rovescia per tre volte, all'Inferno sarò in buona compagnia |
Rap
Spero piova per tutta la sera |
Forse ancora diecimila notti Il tuo sorriso è come una moneta | Che risuona nel fondo degli occhi Canta per me con la tua voce in seta | Che mi trasporta verso nuovi mondi Ogni canzone sgorga da una crepa | Cantala ancora diecimila volte |
α α β β |
Lei non aveva niente | giunta a piedi in mezzo ai lampi Lei padrona solamente | di due immensi occhi languidi Arrivò che era già sera | in quel locale in mezzo ai campi In cerca di una voce nera | che cantasse per i bianchi |
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E quand' lui \ la vide \ lui colse \ le forme \ lo stile La voce \ sublime \ di fronte \ alla porta | là sotto \ la pioggia Una notte \ d'aprile \ negli occhi \ una torcia | nelle ossa \ una forza E quando \ lui disse \ "Dai forza \ ora" e rise | sorrise \ felice |
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Mary, sì, con gli occhi perla, immersa nella nube densa Dalla bocca verso il tetto sale la sua voce splendida E nel locale tutti attenti a ogni sua nota aperta e intensa Lei è \ così bella \ stupenda \ sul pezzo \ rendeva \ ogni orchestra \ superba \ superflua |
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Spero piova per tutta la sera |
La tua voce tingerà le gocce Salirà questa tua voce nera | Mentre la pioggia suona il pianoforte E ogni volta che canti ogni volta tu incanti | Ogni volta ogni sguardo è per te Qui sia neri che bianchi, sempr'è stesso sangue | Ogni volta ti volti e mi guardi perché Senti i battiti miei | Come passi in delay | Passi dentro di me | La tua musica black |
α α γ δ |
Era bianco per lo più, figlio dei suoi tempi ottusi Un amante del buon blues ma con pregiudizi infusi I dogmi della schiavitù, no, non li aveva mai discussi E non credeva nei tabù ma non li aveva mai elusi |
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Ma quando Mary cantava ogni nota volava, ammaliava la sala Cantava una trama di storie di schiavi, di fame e di strada Una storia che passava da Dalalabay all'Alabama Entrando dentro i cuori impuri e aprendo gli occhi sui soprusi |
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E col tempo Mary affinava lo stile aumentava le file La fama cresceva chiunque veniva a sentire le note divine Cresceva anche l'odio le mire il covo di bisce e il coro di lirica Che la zulù non canti più quel blues da definire |
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Ma lui era il primo fan, vero fan fra tutti gli altri A capo del suo primo palco, adesso sotto a tutti i palchi "Forse non ti parrà vero", disse un giorno inginocchiandosi "Io non posso fare a mano di ascoltarti e innamorarmi" |
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Lei escluse nel sorriso come il giorno in mezzo ai lampi Quando la pioggia d'aprile scoccò gocce dai suoi archi Finché canto le canzoni vado bene per i bianchi Ma al contrario di 'sti suoni è vietato mescolarci" |
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E Mary, ascolta, bianco o nero, non importa, vuoi sposarmi? Soli contro il mondo intero, forse ci vorranno anni Siamo i primi, questo è vero, è il tempo che 'sto tempo cambi Perché il nostro amore vero sarà esempio anche per gli altri |
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Spero piova per tutta la sera |
La tua voce tingerà le gocce Salirà questa tua voce nera | Mentre la pioggia suona il pianoforte E ogni volta che canti ogni volta tu incanti | Ogni volta ogni sguardo è per te Qui sia neri che bianchi, sempre stesso sangue | Ogni volta ti volti e mi guardi perché Senti i battiti miei | Come passi in delay | Passi dentro di me | Mary disse di sì |
α α γ δ |
Sotto un cuore suonò |
E da quando sei qui
– Non sono più lo stesso Sai, sei tu che salvi me | Non pensare sia l'inverso |