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Trattati: Le roman de Fauvel
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La trattatistica duecentesca

La più importante sintesi di trattati sul mensuralismo è il Tractatus de musica (F-Pn Lat. 16663) del domenicano Hieronymus de Moravia (fl. Parigi, seconda metà del xiii sec.) che abbraccia l'intera concezione della musica medioevale: ars musica, matematica, canto liturgico, teoria mensurale. Quest'ultima parte, che comincia con il cap. xxvi, raccoglie quattro brevi trattati: a) Discantus positio vulgaris, b) De musica mensurabilis positio di Johannes de Garlandia, c) Ars cantus mensurabilis di Francone di Colonia, d) Musica mensurabilis di Petrus de Picardia.

Si tratta tuttavia di un trattato messo insieme in una data molto vicina la 1300 [video]

Fauvel

I brani di cui si ha notizia in trattati di ars nova sono:
#4 — Theodoricus de Campo, CS III, 184 — Erfurt Compendium, Ms 8° 94, f. 69v, KMJb 21 (1908), 37
#21 — Erfurt Compendium, KMJb 21, 34
#22 — Philippe de Vitry, Ars nova, CS III, 20
#35 — Hieronymus de Moravia, Tractatus de musica, CS I, 96
#120 — Philippus de Caserta, Tractatus de diversis figuris, CS III, 118
#124 — Erfurt Compendium, Ms 8° 94, f. 69v, 70r, KMJb 21,37

Trattati

[Philippe de Vitry], Ars nova musice [ca 1320]

Philippe de Vitry (1291-1361), fu segretario di vari re di Francia (Carlo iv ['22-28], Filippo vi ['28-50], e Giovanni ii ['50-64]), dal 1351 vescovo di Meaux. Fu compositore e teorico innovativo. Il più famoso trattato che gli viene attribuito, intitolato Ars nova, fu probabilemte messo insieme dai suoi allievi. I vari manoscritti che lo trasmettono sono tutti abbastanza diversi. L'edizione moderna conta 24 capitoli, i cui primi 14 (parte I) trattano di aspetti acquisiti (generi, specie, proporzioni, monocordo, solmisazione e musica falsa) e gli altri 10 (parte II) di mensura.

    CS Csm8
Fonti
V Roma, Bibl. Vat., Barb. lat. 307 (xv), ff. 17-20 [olim 25-28], ed. in Reaney 1956 iii.13-22 13-23
  D Paris, Bibl. Nat., Lat. 7378A (xiv), ff. 61v-62r (unica copia con Ars vetus + Ars nova abbreviata), ed. in Gilles 1956   55-69
  P Paris, Bibl. Nat., Lat. 14741 (xiv, olim St Victor), ff. 4v-5r (§ 17-24 abbreviati, ed. collaz. in in Reaney 1956   25-29
  L London, Br. Lib., Add. 21455 (ca 1400), ff. 3r-6r (§ 15-24 abbreviati), ed. in Reaney 1958   73-78
  Siena, Bibl. Com., L.V.30, ff. 129r-v (compendio parti I-II, molto abbreviato), ed. in Reaney 1960   80-81
  Paris, Bibl. Nat., Lat. 15128 (xiv), ff. 127r, 129r (compendio parte II) i.319 [Anon. iii], i.327 [iv]  
  Paris, Bibl. Nat., Lat. 11266 (xiii), ff. 1r-8v (compendio parte I) i.251 [Ps-Aristotele]  
  Roma, Bibl. Ap., Vat. Lat. 5352, ff. 2v-7r (compendio parte I)    
  Paris, Bibl. Nat., Lat. 18514 (xiv), ff. 87r-94r (compendio parte I)    
Ediz. — 1. Coussemaker 1876/iii (1869): viii-xiii (intr.), 13-22 (ed. dalla copia settecentesca di padre Martini esemplata su V)
Tr. ted. Bohn 1890: 141-179 (rist. di Coussemaker + trad. a fronte e note)
— 2. Reaney 1956 da V e P
Tr. fr. Gilles 1957 (da Reaney)
Tr. ingl. Plantiga 1961 (da Reaney)
   
Bibl. Gilles 1956/aFuller 1986    

Compendium totius artis motetorum [ca 1340]

Fonti
Erfurt, Bibliotheca Amploniana (Universität Erfurt), CA 8° 94, ff. 68v-70r (#8)
Ediz. Wolf 1908
Bibl. descrizione: Schum 1887: 752

Intr. in Wolf 1908 (mia trad.):

La Bibliotheca Amploniana di Erfurt, ricca di fonti musicali del Medioevo, conserva una raccolta di trattati nel poco appariscente volume pergamenaceo in 8° 94, che in molti punti può approfondire le nostre conoscenze sullo sviluppo della teoria musicale. Oltre alle opere di importanti maestri del cantus planus, come Oddone di Cluny, Guido d’Arezzo e Johannes Cotto, contiene le opere di teorici mensurali di spicco; lo Pseudo-Aristotele è un rappresentante dell’ars antiqua e il finora sconosciuto Petrus dictus Palma Ociosa, insieme a diversi maestri anonimi, è un rappresentante dell’ars nova. Successivamente presenterò il prezioso Compendium de discantu mensurabili compilatum a fratre petro dicto Palma Ociosa del 1336. Per il momento, il meno esteso Compendium totius artis motetorum merita di essere reso accessibile al grande pubblico.

Composto da poche pagine (68b-70a) dell’antologia, gravemente danneggiata dai topi, e scritto probabilmente nella prima metà del XIV secolo, ci introduce alla teoria musicale dei primi decenni dell’ars nova con parole brevi e chiare. L’autore conosce ancora la prassi di notazione dell’ultimo periodo dell’ars antiqua. Il suo pensiero è così profondamente radicato in questo periodo che egli, come Philippe de Vitry e Theodoricus de Campo [Coussemaker 1869/iii: 177, ma anonimo in Barb. lat. 307, ff. 29-35 (21-27), cfr Casimiri 1942, ed. mod. Sweeney 1971], ricorre ai monumenti dell’epoca, conservati nel Roman de Fauvel, per illustrare i suoi insegnamenti e, presumendo siano noti, si limita a citarli.

Alcune somiglianze terminologiche rivelano che l’autore è un contemporaneo di Giovanni de Muris. Più fedelmente della maggior parte dei trattati dell’epoca, il suo riflette il processo di sviluppo dall’ars antiqua all’ars nova. Possiamo vedere chiaramente come la frase di Francone di Colonia, «De semibrevibus autem idem est iudicium ac de brevibus in regulis prius datis» (Gerbert III 5b), sia stata la linea guida per lo sviluppo di semibrevis e minima.

Come per brevis recta e altera, il nostro anonimo distingue anche la semibrevis in minima, recta e altera, termini tecnici che non ricordo di aver incontrato altrove. Nuovo è anche il termine minimae additae per quattro note nel valore di 3 minimae, nuova è la designazione della semibrevis con gabo in alto e in basso detta fusella, altro termine per la dragma, che ricorda la fusiel di Theodoricus de Campo e riecheggia la più tarda fusa. Sono riuscito a trovare prove di entrambi i termini dei valore della minima addita e fusella o vosella solo in un manoscritto di Ansbach, finora sconosciuto, dello stesso periodo.

Tutti gli indizi, compresa la dottrina delle pause, portano a collocare la stesura del trattato, che è ovviamente di provenienza francese, intorno al 1340.

Il testo si è conservato chiaramente. Solo alcune modifiche, come la distinzione e/ae e c/t, sono state apportate da me.