Materiali per i Carmina Burana
Alte clamat Epicurus
cb 211 (i-v) / 211a (vi)
Cinque strofe che celebrano la crapula, chiuse dalla prima strofa di Palästinalied, lirica di Wather von der Vogelweide in cui un crociato ritrova Dio in Palestina. L’associazione dissacrante sembra trasformare la Terrasanta nel paese della cuccagna in cui incontrare il dio del piacere.
Fonti
B. München, Bayerischen Staatsbibliothek, Clm. 4660 (Carmina Burana) [info], f. 92v | ca 1230
— Dell'ultima strofa (prima di Palästinalied) si conoscono 5 testimoni, di cui solo Z con musica (cfr Lachmann 1827 [2013]: 30, apparato 575)
A. Heidelberg, Universitätsbibliothek, Pal.germ. 357 [info], f. 8r | ca 1270
C. Heidelberg, Universitätsbibliothek, Pal.germ. 848 (Codex Manesse) [info], f. 126r | xiv sec. in.
E. München, Universitätsbibliothek, 2° 731 [info], f. 180r | metà xiv sec.
S. Stuttgart, Landesbibliothek, HB xiii.1 [info], p. 143 | xiv sec. in.
Z. Münster, Staatsarchiv, VII 15 (Frammento di Münster) [info], f. 1r/v | xiv sec. in.
Legenda — Testo: Edizione Riferimento | Musica: Edizione Alte clamat Edizione Palästinalied Riferimento
B | A | C | E | S | Z | |||
Docen 1809 | 207] solo strofa tedesca | |||||||
Grimm 1843 | 232] str. 1-5 poi rif. a Docen 1809 | |||||||
Hilka-Schumann 1970 | iii.59] ed. critica | |||||||
Clemencic 1979 | 139, 198] ed. mensurale | |||||||
Scharler 2019 | #211] ed. mensurale |
Restituzione del testo
Sulla base di B
i. Alte clamat Epicurus: |
«Venter satur est securus. Venter deus meus erit: | talem deum gula querit, cuius templum est coquina, | in qua redolent divina.» |
a a b b c c |
òoòoòoòo|òoòoòoòo | Epicuro grida forte: "Pancia piena è certezza. La pancia sarà il mio dio, quel dio che la gola cerca, il cui tempio è la cucina piena di profumi divini". |
ii. Ecce deus oportunus, |
nullo tempore ieiunus: ante cibum matutinum | ebrius eructat vinum, cuius mensa et cratera | sunt beatitudo vera. |
Ecco un dio opportuno: non sta mai digiuno: prima della colazione ebbro dispensa vino, il cui tavolo e tegame sono vera beatitudine. |
||
iii. Cutis eius semper plena |
velut uter et lagena; iungit prandium cum cena, | unde pinguis rubet gena, et, si quando surgit vena, | fortior est quam catena. |
La sua pancia è sempre piena come otre o bottiglia: prosegue il pranzo con la cena, da cui le pingui e rosse gote; e, se gli cresce la vena, è più dura di una catena. |
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iv. Sic religionis cultus |
in ventre movet tumultus, rugit venter in agone, | vinum pugnat cum medone: vita felix otiosa, | circa ventrem operosa. |
ll culto di questa religione smuove rivolte nel ventre: lo stomaco ruggisce nella lotta, il vino combatte con la birra: vita felice e oziosa, operosa per la pancia. |
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v. Venter inquit: «Nichil curo |
preter me, sic me procuro, ut in pace in id ipsum | molliter gerens me ipsum super potum, et super escam | dormiam et requiescam.» |
Il ventre dice: "Non bado a nulla se non a me, così mi procuro, perché in pace per ciò stesso tratto dolcemente me stesso, e dopo aver mangiato e bevuto si dorma e si riposi". |
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vi. Nu lebe ich mir alrest werde, |
sit min sundeg ouge sihet daz schöne lant und ouch die erde, | der man vil der eren gihet. nu ist geschehen, des ich da bat, | ich bin komen an die stat, da Got meneschlichen trat. |
a b a b c c c |
oòoòoòoòo|òoòoòoò oòoòoòoòo|òoòoòoò oòoòoòoò |òoòoòoò òoòoòoò |
Solo ora inizia la mia vita, da quando il mio occhio peccatore ha visto il bel paese e la bella terra cui si tributano molti onori. Qui si è avverato quello per cui ho pregato: sono arrivato nella città dove Dio è diventato uomo. |
iii. 1. velut ] velud B — iv. 3. otiosa ] ociosa B
vi. 1. Nu lebe ich mir alrest ] Nu alrest lebe ich mir AZ Alrest lebe ich mir C Alrest lebe ich mir vil S — sihet ] ersieht Z — 2. schöne ] here A reine C rame S — und ] unde B — die ] div B — vil ] so vil CS — 3. nu ist ] nurst A es ist CS — des ] als Z — ich ] ih B — da ] ie ACS — 4. meneschlichen ] menschlichen BCZ
L'irregolarità metrica di Palästinalied e la scarsa leggibilità delle prime righe di Z ha prodotto edizioni molto diverse nella ricostruzione ritmica (cfr Kragl 2012: 356) e incerte in quella melodica. Fraintendimenti che possono essere risolti riconoscendo una regolarità di 4 accenti per verso (neumi scuri) e una struttura a Barform (aab) con la parte conclusiva di ogni sezione (vv. 2, 4, 7) sempre uguale:
L'ipometria del primo verso è compensata dal notatore attraverso un distropha su 'leb' (fa) che, poco leggibile, è stata quasi sempre interpretata come clivis (fa-mi), soluzione che però contrasta con il corrispondente v. 3. La successiva distropha su 'ouge' (v. 2) serve invece per adeguarsi all'ipermetria prodotta da 'ersieht' (invece di 'sieht'). Infine l'ipometria dell'ultimo verso (menschlichen), è stata risolta da un doppio neuma (climacus+virga) erroneamente interpretato come climacus di 4 suoni (che non può concludere con una virga, neuma usato per suoni che salgono). È quindi possibile correggere il mi conclusivo con fa, sulla scorta della melodia simile ai vv. 2 e 4.
L’adeguamento della strofa di Alte clamat (6 versi contro i 7 di Palästinalied) obbliga a ripetere l’ultimo verso e basarsi sui 4 accenti per far corrispondere la musica. Il latino poi trascura, ovviamente, il levare, essendo sempre trocaico.
Edizioni musicali di Palästinalied: Molitor 1911: 499 | Jostes 1912: 357 (facs) | Wustmann 1912: 250 | Rietsch 1913: 87 | Moser 1921, i: 201 | Gennrich 1924: 98 | Adler 1930, i: 204 | Schering 1931: 6 | Gennrich 1932: 247 | Gérold 1932: 219 | Butzler 1940: 26 (facs), 28, 29, 34 | Reese 1940 [1980]: 288 | Gennrich 1942: 32 | Gleason 1947: 20 | Apel 1947, i: 18 | Gennrich 1951: 51 | Gennrich 1954: 16 | Hughes 1954: 253 | Maurer 1956, i: 15 |
Contrafacta
Se Alte clamat è contrafactum di Palästinalied, a sua volta la lirica di Walther è al centro di una catena di contrafacta che recupera una melodia preesistente, oggi perduta, che servì pure per i versi di Lanquan li jorn di Jaufre Rudel (cfr Husmann 1953). Le melodie di Jaufre e Walther, pur simili, non possono essere di derivazione diretta per le troppe differenze. Palästinalied sarà però il modello per Tristor et cuncti, un canto inserito nel Lamento mariano di Bordesholm, dramma del 1457 (cfr Abert 1948). A oltre due secoli di distanza la melodia di Walther continuava a essere cantata.
Il canto del Lamento (K = Kiel, Universitätsbibliothek, Bord. 53/3, ff. 9v-10r) prevede una strofa latina e una tedesca (princeps Müllenhoff 1865: 299, vv. 322-335). Entrambe le strofe mostrano una struttura metrica apparentemente molto libera, ma in realtà riconducibile ai 4 accenti del verso di Palästinalied. Il brano è stato inciso nel 1992.
i. Tristor et cuncti tristantur |
de tua tristitia; tecum lacrymantur | eructant suspiria. Hic rubescit oculus | flet fidelis populus | de Christi mestitia. |
a b a b c c c |
òo o òooòo|oòooòoo ò o òoòo|oòooòoo òoòoòoo|ooòoòoo|oòooòoo |
ii. Maria moder unde maget reyne, | yk byn dyner suster kynt. Dyn grote scrygent unde dyn weynent | klagent alle de hiir synt. Hiir wert vyl mennich oge rot | umme dynes kynde dot, | dat hiir hanget ver uns blot. |
a b a b c c c |
oòoòoòoooòo|ooòoòoò oòoòoòooòo|òoòoòoò oòoòoòoò|òoòoòoò|òoòoòoò |
Benché Tristor (v. i.1) sia parossitono, fu probabilmente intonato in levare, infatti la distropha sul secondo suono del verso ricorre ai paralleli ii.1 e ii.2 (i.2 è anomalo), evidentemente con significato accentuativo per evidenziare un levare insolito.
Il legame con Jaufre giustifica il levare dei vv. 1, 3, 5 di Palästinalied poco usato dalla lirica tedesca.
Si è poi preteso che la melodia originaria fosse l'antifona Ave regina coelorum mater regis (Brunner 1977: 56, tesi poi ripresa da Van der Werf 1984: 73-75 e Kragl 2012), ma le corrispondenze sono esigue, che semmai si possono ricondurre a semplice reminiscenza/suggestione:
Il canto Ave regina coelorum [fonti | LU 1864] è stato usato come vox principalis di alcuni organa (cfr. W1 194 | Sélestat, ms.22, f. 12v [info].
Esecuzioni
Clemencic 1974 incise per primo Alte clamat e ne pubblicò l’edizione nel 1979 (qui confrontata con Z):
Malgrado l'infedeltà a Z – sia melodica (slittamento della terza d'attacco, distrophae lette clivis), sia ritmica (attacco in battere che fa perdere l'imitazione alla quinta della sez. b della Barform), nonché l'uso di B per il testo – questa sarà la versione, senza eccezioni, cantata da tutti i gruppi che l'hanno eseguita, esecuzioni che peraltro omettono spesso l'ultima strofa di Walther (la conservano Clemencic, Modo Antiquo e Les jongleurs de la Mandragore 2005).
Il testo fu inciso con il titolo di Palästinalied anche dal gruppo medieval metal tedesco Saltatio Mortis [sito] in Heptessenz (2003) e Manufactum II (2010).