Materiali per i Carmina Burana

Ludo cum Cecilia · Amor habet superos · Iove cum Mercurio

cb 88/88a

Canzone di 16 strofe (Ludo cum Cecilia) che B ricompone a partire da altre due: le prime 8 strofe usano il materiale di Amor habuit (10 strofe con refrain in F) le successive 8 strofe quello di Iove cum Mercurio (4 strofe in P senza refrain, ma con musica).
Amor e Iove sono di carattere diverso, lieve e sorridente la prima (non a caso con refrain), più concettosa l'altra. Sembra però che possano essere state concepite in uno stesso contesto letterario, vicino da Abelardo (F e P sono codici compilati nell'ambito parigino).
Lipphard 1955: 130-132 (da Spanke 1943: 42-43) aveva attribuito i CB 88a, 95, 116-121 alla cerchia di Ilario d'Orleans, allevo di Abelardo, ipotesi confermata dai confronti stilistici in Wollin 2009, disposto a riferire Iove cum Mercurio ad Abelardo stesso.

Non è improbabile che adottassero la stessa musica. Se così fosse, la presenza di alcuni melismi, estranei al carattere spigliato di Amor, potrebbero essere stati aggiunti per Iove. L'operazione di riunione delle due canzoni rende probabile l'uso di una stessa musica (non necessariamente quella di P). Il fatto che Iove trasformi i 6 versi di Amor in 3 versi con cesura (manca la rima interna) rende percorribile l'ipotesi che Iove derivi da Amor (la cesura sarebbe stata conservata per esigenze musicali).

Meyer 1911: 165 ha ritenuto che la ricombinazione dei due brani in B sia stata opera di un «copista siocco» (thörichte Abschreiber), e anche Hilka-Schumann 1941 divide il brano (88 e 88a) malgrado in B sia un testo unitario. Solo Vollmann 1987 ha riprosto il testo ricongiunto, considerandolo un atto volontario e Cardelle 2019 ne ha dato una chiave di lettura ironica.

Che la combinazione delle due canzoni sia una atto volontario si coglie dalla sostituzione nella str. 9 di "virgo nostra nascitur" (P) in "nata est Cecilia" che riprende il nome già in F. Inoltre la ricomposizione di B è estremamente coerente. Da Amor B elimina le uniche due strofe più 'tormentate', creando una prima parte ingenuamente gioiosa che si trasforma in passione e sarcasmo nella seconda. La seconda in particola prevede 4 strofe in più (11-12, 15-16) che, per cinismo del contenuto, potrebbero essere state aggiunte allo scopo (Cardelle 2019: 329)..
Anche la regolarità formale (8+8 strofe) e l'accoppiamento ogni 2 strofe di un significato coerente (v. infra), conferma che alla base ci sia un progetto consapevole.

Difficoltà di traduzione: Le nuove strofe (unica di B) sono apparse di significato oscuro e hanno subito interventi invasivi:

B Hilka-Schumann 1941 Vollmann 1987
11. Si valet zephirus ista contemplari
aurora tyndaridem uelles imitari
satis quinq3 cederent huic exemplari
Si valeret Zëuxis | istam contemplari,
pictura Tyndaridem | volens imitari
statim quinque cederent | huic exemplari.
Si valeret Zeuxis istam contemplari,
pictura Tyndaridem volens imitari,
satis quinque cederent huic exemplari.
12. Si futuram cerneret cum beor amicam
non dotata fronesis cederet lecticam
si illam querens coniugem relinquar antiqucam
Si futuram cerneret | Mulciber amicam,
non dotata Phronesis | scanderet lecticam,
sed illam querens coniugem relinqueret antiquam
Mercurius si cerneret, qua beor, amicam
numquam nata Fronesis scanderet lecticam,
sed illam querens coniugem relinqueret anticam.
Traduzione Laistner 1879 (da Schmeller)   Traduzione Cardelle 2019 (da Vollmann)
Könnte sie des Cephalus | spröder Blick erreichen,
dann, Aurora, dürftest du | Paris' Weibe gleichen –
Alle deine Herrlichkeit | müsste hier erbleichen.
  Könnte Zeuxis sie schauen, wenn er daran geht, Tyndareus’ Tocher im Bilde darzustellen, dann würden gewiss fünf Modelle diesem einen Platz machen müssen.
Könnte Gott Mercurius | meine Holde sehen,
dann, frau Philologia, | wärs um dich geschehen:
ihr zuliebe würd' er dir | flugs den Rücken drehen.
  Hätte Merkur die Freundin, die mein Glück ist, erblickt, hätte niemals die Tochter der Phronesis das Tragbett bestiegen, vielmehr hätte er sie zur Frau haben wollen und die vorige aufgegeben.

Ma modifiche così radicali portano inutilmente lontano. Non c'è motivo di negare i riferimenti a Zefiro e Aurora che simboleggiano la primavera e la nascita dell'amore. La coppia è metafora del rapporto del poeta con Cecilia: se Zefiro/poeta non fosse un vento, ma una persona solida (vale[re]t), la corrispondenza dello zodiaco (ista) verrebbe considerata. E così se Aurora/Cecilia volesse essere un po' Elena, cioè donna sensuale, anche i cinque livelli del corteggiamento (infra nota a) si adeguerebbero. È poi inutile tirare in ballo Vulcano (Mulciber) o Mercurio, la str. 12 è più probabilmente un ampiliamento del secondo verso della precedente, in cui si auspica che Cecilia voglia concedersi. RImane il fatto che l'interpretazione di queste strofe è difficoltosa e ogni possibile traduzione obbliga a interventi o concessioni graaticali.

Fonti

B. München, Bayerischen Staatsbibliothek, Clm. 4660 (Carmina Burana), f. 37r-38r | ca 1230 — info
F. Firenze, Bibl. Laurenziana, Edili 197, f. 131v | xii sec. metà — info (om. rif. ad Amor habet dopo § vi.)
P. Paris, Bibliothèque Nationale, Latin 3719, f. 28v | ante 1210 — info

Bibliografia

Legenda — Testo:   Edizione   Riferimento | Musica:   Edizione   Riferimento

    B F P
Schmeller 1847 151] ed. come Ludo cum Cecilia    
Laistner 1879 43] #15 tr. in ted. + commento (111)    
Meyer 1911 162-163] ed. + descr. dei ff. 130-131 (150)    
Lipphardt 1961 125] ed. mensurale    
Hilka-Schumann 1970 [1941] ii.78] ed. critica come Amor habet + Iovem
Vollmann 1987 ed. come Ludo cum Cecilia    
Eade 1988 sui riferimenti astrologici  
Gillingham 1993 78] ed. amensurale    
Wollin 2009 139] descr. dettagliata dei ff. 130-131    
Cardelle 2019 pdf] analisi del testo, attribuzioni e info su FP

Testo

Interventi taciti: maiuscole, apostrofi e punteggiature resi secondo l’uso moderno; sciolte le forme tachigrafiche; adeguato l’uso di h; uniformata l’oscillazione ci/ti, f/ph, i/j/y, u/v; conservati i dittonghi semplici (ae/oe > e); semplificati i nessi mediolatini (mpn > mn); corrette scempiature, geminazioni ed errori non significativi.

B F P          
1. 5.   Ludo cum Cecilia, | nichil timeatis!
Sum quasi custodia | fragilis etatis,
ne marcescant lilia | sue castitatis.
ab
ab
ab
òoòoòoo|òoòoòo
òoòoòoo|òoooòo
òoòoòoo|òoooòo
Mi diletto con Cecilia, nulla da temere!
Son quasi il custode della sua tenera età,
così non marciranno i gigli della sua castità.
Preservo la castità di Cecilia
2. 10.   Tantum volo ludere, | tantum contemplari,
presens volo tangere, | tandem osculari.
Quintum quod est agere, | nolo suspicari!
    Voglio solo giocare, solo esser considerato,
proteggendo voglio toccare, solo baciare.
Al quinto [a] ch'è da fare non voglio pensarci.
3. 6.   Non est florem tangere: | non est res secura.
Uvam sino crescere, | donec sit matura:
spes me facit vivere | letum re ventura.
    Non è un fiore che possa esser toccato: non è cosa sicura.
Lascio crescer l'uva fin che non è matura:
la speranza mi fa vivere lieto per le cose future.
Lei così delicata
4. 4.   Gratus super omnia | ludus est puelle,
et eius precordia | omni carent felle.
Sunt, que prestat, basia | dulciora melle.
    Piacere superiore è giocar con la fanciulla
e il suo sentimento manca di qualunque malignità.
I baci che mi dà son più dolci del miele.
5. 2.   Amor trahit teneros | molliori nexu,
rigidos et asperos | duro frangit flexu;
capitur rhinoceros | virginis amplexu.
    L'amore tiene i docili con giogo più lieve,
ma con durezza piega chi è rigido e selvaggio:
un rinoceronte [b] si cattura con l'abbraccio di una vergine.
Il ruolo di Amore
6. 1.   Amor habet superos: | Iovem amat Iuno
motus prebens etheris | imperat Neptuno
Pluto premens inferos | mitis est hoc uno
    Amore domina gli dei: Giunone ama Giove,
Nettuno governa dando vita alla luce,
Plutone che domina gli inferi è mite solo in quel caso.
7. 8.   Ludo cum virginibus | horreo corruptas,
et cum meretricibus | simul odi nuptas;
nam in istis talibus | turpis est voluptas.
    Mi diletto con le vergini, odio le corrotte,
e detesto con le prostitute anche le sposate:
infatti con loro il piacere è ignobile.
Amo purezza e gioventù
8. 9.   Quicquid agant alii, | ergo nos ludamus,
ut, quem decet fieri, | ludum faciamus;
ambo sumus teneri; | tenere ludamus!
    Dicano pure gli altri, comunque noi giochiamo,
poiché facciamo giochi che è onesto fare:
entrambi siamo giovani, teneramente giochiamo.
               
  3.   Virginis egregie | ignibus calesco
et eius cotidie | in amore cresco;
sol est in meridie, | nec ego tepesco.
    Molto mi scaldo coi fuochi di una vergine,
e ogni giorno alimento l'amore per lei:
il sole è a mezzogiorno, e io non mi placo.
Tormenti d'amore
  7.   [Cur in me sic seviunt | Venus e Cupido?
Cur sic mea imbuit | pectora libido?
Tam fleo quam fleverat | digna fieri Dido.] [c]
    Perché in me si accaniscono Venere e Cupido?
Perché mi si riempie il cuore di desiderio?
Piango tanto quanto piangeva Didone per aver dignità.
               
9.   1. Iove cum Mercurio | Geminos tenente
et a Libra Venere | Martem espellente
nata est Cecilia, | Tauro tunc latente.
xa
xa
xa
  Con Giove e Mercurio nella casa dei Gemelli
e con Venere che scaccia Marte dalla Bilancia,
è nata Cecilia, il Toro ancora nascosto.
Corrispondenza zodiacale
10.   2. Natus ego pariter | sub eisdem signis.
Pari par coniunctus sum | legibus benignis:
paribus est ignibus | par accensus ignis.
    Son nato anch'io sotto lo stesso segno.
Da uguale a uguale sono collegato da leggi benigne:
con simili fuochi è stato alimentato fuoco simile.
11.     Si valeret Zephirus, | ista contemplari,
Aurora Tyndaridem | vellet imitari
satis quinque cederent | huic exemplari.
    Se Zefiro avesse intenzione di considerare queste cose,
e Aurora volesse imitare la Tindaride
le cinque fasi cederebbero a questo modello. [d]
Speranze sul nuovo amore
12.     Si futuram cerneret, | cum beor amicam,
non dotata phronesis, | cederet lecticam,
si illam querens coniugem | relinquar antiquam.
    Se scegliesse di diventare, quando godo l'amica,
non dotata di prudenza, si concederebbe al letto,
e volendo lei in moglie lascerò la precedente.
13.   3. Solus solam diligo, | sic me sola solum:
non est, cui liceat | immiscere dolum.
Non in vanum variant | nostra signa polum.
    Io solo amo lei soltanto, e solo lei ama me soltanto:
a nessuno è permesso d'immischiare l'nganno.
non per nulla i nostri segni mutano il cielo.
Unico il nostro amore
14.   4. Obicit ab alio | forsitan amatur
et que semel dixerim, | ita revelatur;
sed ut dictum valeat, | sic determinatur.
    S'insinua forse che sarà amata da un altro
perché ciò che ho detto una sola volta sia smentito,
ma poiché la mia parola vale, così è stabilito.
15.     Est hoc verbum 'diligo', | verbum transitivum
nec est per quod transeat | nisi per passivum:
ergo cum nil patitur, | nil valet activum.
    E questo verbo 'amo', verbo transitivo,
non è per altro che transita, se non perché passivo:
dunque se niente si patisce, l'attivo non val nulla.
Sulla fine della castità
16.     Qui vult scire diem hanc: | hec est maio dena,
in qua virgo passa est | (o quam dulcis pena),
his ad presens pluribus | gaudeat hec cena.
    Chi vuole conoscere il giorno, questo è il 10 maggio,
in cui la verginità è morta (o quanta dolce pena),
per ora, gioisca questo convivio con tutte queste cose.
               
  x   Refl. Amoris solamine | virgino cum virgine:
aro non in semine, | pecco sine crimine.
aa
aa
oòooòoo|òoooòoo
òoooòoo|òoooòoo
Conforto dell'amore, son vergine con vergine:
non aro nel seminato, pecco senza crimine.
 

2. Tantum volo ] volo tantum F — tantum ] id est F — volo ] loqui F — 3. Non ] flos F — uvam ] unam B — tangere ] frangere F— vivere ] crescere B — 4. omni carent ] carent omni F — 5. teneros ] superos B — duro ] miro F — 6. habet ] trahit B — etheris ] efferos F — premens ] tenens F — 7. simul ] semper F — 8. ergo nos ludamus ] virgo sic agamus F
9. nata est Cecilia ] virgo nostra nascitur P — 10. pari par ] par pari B — paribus est ] par pare pari B — 11. valeret ] valet B — vellet ] velles B — 12. cederet ] cederent B — relinquar ] relinquor B 13. sic me ] quia P — non ] nec P — nostra signa ] signa nostra P — 14. alio ] aliquo P — et que «semel» ] sed ut solum P — revelatur ] refellatur P — sed ut dictum valeat ] quod ut dicto maveat P — 16. Maio dena ] maior dea B

a. Il sesso era l'ultimo dei cinque livelli («pentagramma») della relazione amorosa: sguardo, conversazione, contatto, bacio, sesso; cfr Massa 1979: 234-237.
b. In realtà il mito vuole che sia l'unicorno a essere catturato dalla vergine, ma nell'antichità i due animali potevano essere confusi (cfr Cardini).
c. Meyer 1911, in base al contenuto anomalo e soprattutto alla mancata rima interna, considera questa strofa spuria, e la esclude (tesi poi accolta dai successivi editori/commentatori).
d. Per questa strofa e la successiva v. supra il commento in Difficoltà di traduzione.

Musica

La trascrizione è incerta perché P distribuisce neumi aquitani attorno ad un rigo a secco senza precisione (da qui le differenze con la versione di Lipphardt e Gillingham). L'impianto metrico offerto da Lipphardt è però convincente.

Esecuzioni

Il brano, uno dei pochi non editato da Clemencic, gode di solo due esecuzioni, limitatamente alle 4 strofe di Iove cum Mercurio. Entrambe molto ritmate (sulla base di Lipphardt), a voce sola e accompagnamento di percussioni. Dopo il 1987 nessuno lo ha più eseguito.

1964 | Binkley | 2'40"

1987 | Pickett | 3'00"