Frontespizio della prima edizione (1943) |
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Curt Sachs (Berlino, 29 Giugno 1881 – New York, 5 Febbraio 1959), musicista, compositore, docente e musicologo. Fin da giovane espresse grande interesse per la musica; mentre frequentava il Koenigliches Franzoesisches Gymnasium di Berlino, dove si diplomò nel 1900 [Brown 2001], studiò pianoforte e composizione.
Intraprese quindi gli studi di Storia dell’Arte, seppur non abbandonando i suoi interessi musicali; si laureò nel 1904 con una tesi sulle sculture del Rinascimento italiano [Hertzmann 1958]. Lavorò quindi per qualche anno presso il museo Kunstgewerbe di Berlino.
L’anno della svolta fu il 1909, quando Sachs decise di dedicarsi interamente alla musica ed iniziò a studiare musicologia con Hermann Kretzschmar. Tuttavia la Prima Guerra Mondiale lo costrinse al servizio di leva [Schneiderman 1955]. Al suo ritorno cominciò a lavorare presso il Phonogramm-Archiv di Berlino, diretto da Erich Moritz von Hornbostel, con cui collaborò anche alla stesura dell’articolo Systematik der Musikinstrumente, nel 1914. Quella pubblicazione gettava le basi per il nuovo sistema di catalogazione degli strumenti musicali, che avrebbe fatto la fortuna dei due autori; fu proprio in questi anni che Sachs scoprì la passione per gli strumenti musicali, che lo portò ad investigare a fondo sulle origini stesse della musica [Hertzmann 1958]. Già nel 1913 aveva infatti pubblicato Real-Lexikon der Musikinstrumente, vero punto di riferimento per la scienza organologica [Kunst 1959], a cui seguirono negli anni vari trattati sugli strumenti musicali, con una particolare attenzione verso il mondo antico ed orientale. Vennero pubblicati Die Musikinstrumente Indiens und Indonesiens (1915), l’articolo Die Musikinstrumente Birmas und Assams (1917), Handbuch der Musikinstrumentenkunde (1920), Die Musikinstrumente des alten Ägyptens (1921), Die modernen Musikinstrumente e Die Musikinstrumente (1922); tutte pubblicazioni volte all’indagine delle origini musicali [Baker 1940].
Dal 1919, Sachs fu curatore del Museo degli Strumenti Musicali e assistente presso l’Università di Berlino. Dal 1920 fu professore dell’Accademia Nazionale di Musica. Divenne poi docente dell’Università di Berlino dal 1928. Nel 1929 pubblicò Geist und Werden der Musikinstrumente, una profonda indagine sugli strumenti musicali, visti come simboli della cultura umana, attraverso i secoli [Kunst 1959]. In due occasioni, nel 1930 e nel 1932, fu chiamato dal governo egiziano a Il Cairo in qualità di esperto di musica orientale; oramai la sua personalità era affermata.
Nel 1933 Sachs fu sospeso da ogni incarico accademico: le leggi razziali della Germania Nazista lo costrinsero a trasferirsi a Parigi, dove lavorò presso il Museo Etnografico, ricoprendo allo stesso tempo l’incarico di consulente per la National Library di New York, dove si trasferì definitivamente nel 1937 [Collaer 1955]. Qui divenne docente presso la New York University fino al 1953, quando venne chiamato per insegnare alla Columbia University, dove rimase fino alla morte [Hertzmann 1958].
Fu negli Stati Uniti che Sachs pubblicò due libri destinati a diventare delle pietre miliari della musicologia; a conclusione di un percorso di studi durato anni, furono dati alle stampe The History of Musical Instruments, nel 1940, e The Rise of Music in the Ancient World: East and West, nel 1943 [Baker 1940]. Gli ultimi anni di vita di Sachs furono costellati di onorificenze: un dottorato Ad Honorem da parte del Hebrew Union College; fu nominato Ordinarius Emeritusdal governo della (allora) Repubblica Federale Tedesca; fu membro onorario della Deutsche Gesellschaft für Musikforschung. Dal 1950 al 1952 fu presidente della American Musicological Society; fu inoltre nominato presidente onorario della American Society for Ethnomusicology [Hertzmann 1958].
La prima edizione americana, del 1943, si distingue per il pregio editoriale. Il volume consta di 324 pagine ed è correlato da numerose tavole illustrate e da esempi musicali. Ha copertina rigida, di colore rosso, e l’intestazione è realizzata con lettere di colore oro. The Rise of Music in the Ancient World. East and West viene considerato come la naturale conclusione di un lavoro preparatorio durato anni, alla ricerca delle origini della musica.
Curt Sachs condensa in quest’opera tutte le proprie conoscenze specifiche; si dimostra esperto di ogni materia di cui tratta, senza tuttavia avanzare ipotesi azzardate. Egli stesso, nelle prime pagine del libro, avverte il lettore che ancora molte questioni sono oscure a riguardo della musica degli antichi, e che l’indagine e la ricerca delle origini musicali saranno limitate all’ascolto e all’osservazione delle più antiche forme musicali conosciute.
Il libro, oltre che da una breve prefazione dello stesso autore, è composto da 7 capitoli:
Non tutti i capitoli sono sviluppati e completi allo stesso modo; tuttavia il libro segue una struttura definita. Per ogni area geografica osservata, Sachs tenta un’analisi su scale, notazioni, melodie, forme e ritmo. Egli stesso, tuttavia, ammette l’incompletezza di alcune informazioni, fino ad asserire, forse con amarezza, che ci è negata una testimonianza attendibile sulle origini della musica (ci si riferisce in particolare alla sezione sulla musica Romana, sulle cui origini Sachs ammette di non sapere quasi niente) [Engel 1944].
Attraverso la lettura dei capitoli risulta chiaro come l’intenzione di Sachs sia quella di dimostrare l’esistenza di relazioni, ed interrelazioni, tra fenomeni musicali anche distanti geograficamente, ma solo in apparenza diversi tra loro. L’autore mostra una serie di legami e rapporti musicali tra aree geografiche distinte: sono molte le analogie riscontrate tra le musiche greca e giapponese, o tra musica greca e musica islamica [Blom 1945]. In questo libro si può apprezzare la chiarezza espositiva di Sachs, nonostante la distanza dei temi trattati dalla concezione musicale occidentale, e più in particolare Europea. A questo proposito risulta molto utile il supporto delle numerose tavole illustrate e degli esempi musicali.
Studiosi di tutto il mondo, che già avevano avuto modo di conoscere le precedenti pubblicazioni di Curt Sachs, attendevano da tempo l’uscita di The Rise of Music. Il successo fu immediato; alle due edizioni americane del 1943 seguì un’edizione inglese, quasi su richiesta del mondo accademico europeo [Engel 1944].
A partire dagli anni ’60, sotto la spinta del crescente interesse mondiale nei confronti dell’etnomusicologia, il libro iniziò a diffondersi anche al di fuori dell’area anglosassone; alla prima traduzione in lingua italiana di Anna Mondolfi (1963), ne seguirono altre negli anni. Dell’opera di Sachs sono presenti edizioni polacche, giapponesi, tedesche, serbe. Tuttavia è l’Italia il paese ad aver visto più pubblicazioni di The Rise of Music.
Curt Sachs, The rise of music in the ancient world. East and West, New York: Norton, 1943, 21953, 31970, 41978.
— London: Dent , 1944.
— New York: Dover, 2008
Curt Sachs, La musica nel mondo antico. Oriente e Occidente, trad. di Anna Mondolfi, Firenze: Sansoni, 1963, 21981.
— Milano: Rusconi, 1992, 22017.
— Milano: Ghibli, 2021.
tedesca
Curt Sachs, Die Musik der alten Welt in Ost und West. Aufstieg und Entwicklung, ed. Jurgen Elsner, Gerd Shonfelder, trad. Helga Kyritz, Berlin: Akademie-Verlag, 1968.
giapponese
Curt Sachs, 音楽の起源: 東西古代世界における音楽の生成 [Ongaku no kigen: tōzai ko-dai sekai ni okeru ongaku no seisei], ed. Tatsuo Minagawa, Goro Kakinoki, Tokyo: Ongaku no tomo sha, 1969.
serbo
Curt Sachs, Muzika starog sveta: na istoku i zapadu. Uspon i razvoj, ed. Predrag Milosevic, Beograd: Univerzitet umetnosti, 1980.
polacco
Curt Sachs, Muzyka w świecie starożytnym, trad. di Zofia Chechlinska, Warszawa: Państwowe Wydawnictwo Muzyczne, 1981, 21988.
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