I libri della musica
Frontespizio della prima edizione (1722)
conservata in CDN-Ou |
Jean-Philippe Rameau
Traitè de l’harmonie
Paris: Jean-Baptiste-Christophe Ballard, 1722
l'autore | l'opera | le edizioni | la fortuna
l'autore
Busto
in terracotta di Rameau realizzato nel 1765
da Jean-Jacques Caffieri
(1725-1792),
ora al Museo di Belle Arti di Digione. |
Jean-Philippe Rameau rimase nell'anonimato per i suoi primi
cinquant'anni di vita trascorsi tra Digione e la provincia francese. La sua
fortuna come musicista e teorico cominciò al momento dell'arrivo a
Parigi.
Rameau, battezzato il 25 settembre 1683 [1], apparteneva ad una delle numerose dinastie musicali del xvii secolo. Il padre, organista, per la formazione elementare lo
mandò nel collegio gesuita di Godrans.
Nel 1701 fece un viaggio in Italia. Per i successivi vent'anni il
musicista si spostò soprattutto in Francia senza mai soggiornare a
Parigi. Le uniche fonti attendibili che testimoniano i diversi pellegrinaggi di
Rameau sono gli elogi funebri pubblicati nel 1764-66 [2].
Nel 1709, ventiseienne, torna a Digione per sostituire il padre come
organista, da qui nel 1715 si sposterà a Clermont-Ferrand dove
rimarrà fino al 1722. Grazie ad una collezione di note e schizzi
manoscritti, di questo periodo passato a Clermont, sembra possibile avere
qualche informazione in merito al suo interesse per la teoria musicale;
purtroppo i manoscritti originali sono andati perduti, seppur raccolti in una
monografia del 1960 [3].
Il Traité fu verosimilmente scritto durante il soggiorno
a Clermont e successivamente stampato a Parigi, tra 1722 e il 1723, dove Rameau
si trasferì proprio per sovraintenderne la stampa. Il musicista si
trovò così in una città in pieno fermento intellettuale
dovuto alla diffusione del movimento cartesiano, che si era imposto nella
cultura istituzionale e nei salotti aristocratici dalla querelle des anciens
et des modernes [4].
Rameau si impose come uno dei rappresentanti più importanti del
movimento cartesiano, si propose come artiste e philosophe. La
definizione, usata da Rameau stesso nei suoi trattati, fu poi ripresa da
d'Alembert nel Discours préliminaire des Éditeurs che
fungeva da premessa al I volume dell'Encyclopédie: «Io colgo con
sollecitudine l'occasione di celebrare questo artista filosofo in un discorso
destinato principalmente all'elogio dei grandi uomini». In sintonia con
la concezione dell'arte propria dei modernes fondò la propria
arte sul sapere specialistico, e basò il Traité de l'harmonie
réduite à ses principes naturels e i successivi sulla lezione
metodologica di Descartes, fondata sul concetto di evidenza razionale e sul
processo di deduzione.
——————
1. L'atto di battesimo è conservato nel registro della parrocchia
Saint-Médard presso l'Archivio Municipale di Digione (cfr. Seminara
2001, p. 21).
3. Testo ormai introvabile redatto da un professore di musica dell'Ecole
Nationale de Musique a Clermont-Ferrand (Saudeau 1960); cfr. Christensen 1993, pp. 24.
4. La querelle si scatenò nel 1687 in seguito alla lettura preso
l'Académie Française del poema di Charles Perrault Le
Siècle de Luis le Grand; v. Seminara
2001, p. 11 e segg.
l'opera
Rameau, in sintonia con la concezione dell'arte dei modernes, ha
concepito il suo trattato basandosi sulla tradizione pitagorica della
misurazione sul monocordo, che va dai Greci fino a Zarlino, e sulla lezione
metodologica di Descartes fondata sul concetto di evidenza razionale e sul
principio di deduzione.
Alla base della teoria di Rameau c'è un altro principio
cartesiano: il concetto di «suono generatore», detto anche centro
armonico o il suono fondamentale, che ha portato alla creazione del moderno
sistema tonale classico. Secondo questo principio, dal suono generatore
scaturiscono tutti i suoni componenti un dato accordo o un rivolto di
questo.
Nell'affrontare gli argomenti di armonia musicale Rameau si allontana da
un lato dalla tradizione antica, che vedeva la ragione come unica guida,
dall'altro dalla concezione a lui contemporanea, che basava tutto sull'empirismo. La sua visione della musica
riequilibria la tradizione speculativa con l'esperienza che un musicista fa
della musica stessa:
L'experiénce nous offre un grand
nombre d'accords susceptibles d'une diversité à l'infini,
où nous nous égarerons toujours, si nous n'en cherchons le
principe dans une autre cause; elle sème partout des doutes; et chacun
s'imaginant que son oreille ne peut le tromper, ne veut s'en rapporter qu'a
lui-même. La raison au contraire ne nous met sous les yeux qu'un seul
accord [l'accord parfait majeur], dont il lui est facile de déterminer
toutes les propiétés, pour peu qu'elle soit aidée de
l'expérience. Ainsi dès que cette expérience ne
dément point ce que la raison autorise, celle-ci doit prendre le dessus.
[Rameau 1722, i, p. 156] |
L'esperienza ci offre un gran numero di
accordi, la cui varietà è quasi infinita, dentro essa noi ci
perderemmo sempre, se non cercassimo il principio in un'altra causa; ella
sarebbe circondata dai dubbi, e ciascuno immaginando che le sue orecchie non
possono sbagliare, vuole confrontarsi solo con se stesso. La ragione invece non
ci mette sugli occhi che un solo accordo [l'accordo perfetto maggiore], di cui
è facile determinare tutte le proprietà, per quanto poco essa sia
assistita dall'esperienza. Cosi, sin dal momento in cui l'esperienza non
smentisce quello che la ragione autorizza, quella deve prendere il soppravento. |
Il Traité è diviso in due coppie di libri che
mostrano rispettivamente la concezione teorica ramista e la sua applicazione
pratica, questi i titoli dei quattro tomi:
I. Du rapport des raisons & proportions harmoniques
II. De la nature & de la proprieté des accords [p. 49]
III. Principes de composition [p. 169]
IV. Principes
d'accompagnement[p. 363]
Il primo volume si occupa della struttura degli accordi, base della sua
teoria armonica; nel secondo introduce il concetto di basse fondamentale per spiegare le diverse progressioni degli accordi; il terzo e il quarto
volume, rispettivamente sulla composizione e l'accompagnamento, contengono un
metodo pratico che applica i concetti espressi nel secondo volume.
Struttura:
[4 cc.n.n.] + XXIV pp. + 432 pp. + 18 pp.
[
]4 [duerno =
4 cc.] n.n.
a-e-i4 [3 duerni =
12 cc.] pp. I-XXIV
A-Z4 [23 duerni
(om. J U W) = 92 cc.] pp. 1-184
Aa-Zz4 [23 duerni =
92 cc.] pp. 185-368
Aaa-Hhh4 [8 duerni =
64 cc.] pp. 185-432
(A)-(B)4 (C)2 [2 duerni + 1
c. = 9 cc.] pp. 1-18
– Préface [cc.n.n. 2r-4v]
–Table des matieres contenuës dans ce traité [pp. i-viii]
–Table cointenant une explication des termes dont
l'intelligence est necessaire (pp. ix-xxiv)
– [Trattato in 4 libri, pp. 1+432]
– Supplément qui contient des changemens ... et quelques
corrections [pp. 1-17]
– Catalogue des autres livres de musique
théorique [p. 18]
Ogni livre è suddiviso in capitoli e articoli i quali
possono essere considerati un'appendice del capitolo che li precede.
Indice:
Livre
Premiere: Du rapport des raisons & proportions harmoniques
I: De la musique e du son.
II: Des différentes manières
dont le rapport des sons peut nous être connu.
III: De l'origine des
Consonances & de leur rapport.
I: Du
principe de l'harmonie ou du son fondamental.
II: De l'unisson.
III: De
l'octave.
IV: De la quinte & de la quarte.
V: Des tierces & des
sixtes.
VI: Abrégé du contenu de ce chapitre, où les
proprietez de la demonstration précédente se trouvent
renfermées dans une seule corda.
IV: Remarques sur la proprieté des proportions harmoniques &
aritmetiques.
V: De l'origine des dissonances & de leur rapport.
VI:
Des intervales doublez, & sur tout, de la nouviéme et de la
onziéme.
VII: De la divisione harmonique ou de l'origine des accords.
VIII: Du renversement des accords.
I: De
l'accord parfait majeur, & de ses dérivez.
II: De l'accord
parfait mineur, & de ses dérivez.
III: De l'Accord de la
Septième, composé d'une tierce mineure ajoûtée
à l'Accord parfait majeur, & de ses dérivez.
IV: De
l'Accord de la Septième, composé de l'addition d'une tierce
mineure ajoûtée à l'Accord parfait mineur, & de ses
dérivez.
V: De l'Accord de la Septième, composé de
l'addition d'une tierce majeure à l'Accord parfait majeur, & de ses
dérivez.
VI: De l'Accord de la Septième, composé de
l'addition d'une tierce mineure au-dessous de l'Accord parfait mineur, & de
ses dérivez.
VII: De l'Accord de la Septième-diminuée,
composé de l'addition d'une Tierce mineure à la fausse Quinte
divisée harmoniquement, & de ses dérivez.
IX: Remarques sur tous les accords précédents.
X:
Remarques sur les differents raisons que l'on peut donner à un
même accord.
XI: La maniere de pouvoir rapporter aux vibrations &
aux moltiplication des longueurs, les raison données sur les
divisions.
Livre
Second: De la nature & de la proprieté? des accords
I: Du son fondamental de l'harmonie, & de la progression.
II: Des
Accords affectez aux sons fondamentaux, & de leur progression.
III: De
la nature & de la proprieté? de l'octave.
IV: De la nature &
de la proprieté? de quinte & de la quarte.
V: De la cadence
parfaite, où la nature & la proprieté de tous les intervales
se recontrent.
VI: De la cadence rompuë.
VII: De la cadence
irrergulier.
VIII: De l'imitiations des cadences per reversement.
IX: De
la maniere d'éviter les cadences, en les imitant.
X: Des accords par
supposition, avec lesquels on peut éviter les cadences parfaites, en les
imitant.
XI: De la quarte & de l'onziéme.
XII: Des accords par
emprunt avec lesquels on peut éviter les cadences parfaites, en les
imitant.
XIII: Regle puor la progression des dissonances, tirée de
celle des accords fondamentaux.
XIV: Remarques sur la progression des
tierces & des Sixtes.
XV: Des occasions où la septiéme
doit être retranchée de l'accord de la neuviéme.
XVI:
Des consonances dißonantes, où il est parlé de la quarte,
& de la fausse idée qu'on y a attachée par des regles hors
d'auvres.
I: Du
principe de la dissonance; lequel des deux Sons d'un intcrvale doit être
pris pour dissonant & pour lequel de ces deux sons la règle de
préparer, & de fauver la dissonance, a été
établié.
II: Queleft l'Accord original de tous les Accords
dissonans; la quantité des dissonances, & des sons qu'il contient;
et quelles en sont les bornes.
III: Que si l'on traité la quarte de
dissonance, lorseque la basse syncope, l'on détruit la regle la plus
belle, & la plus général qu'il y air dans la musique.
IV:
Des Defaut des auteurs dans l'établissement des regles de l'harmonie:
des differents principes de ces regles, & des erteurs qu'elles
fément.
XVII: De la licence.
I: De
l'Origine de la Licence.
II: Des Licences tirées
Cadence-rompuë.
III: Comment la dissonance peut être
fauvée d'une autre dissonance.
IV: Que la septiéme peut
être encore fauvée de l'octave.
V: Que la septiéme peut
être accompagnée de la sixte.
VI: Des occasions où il
semble que la dissonance foit preparée d'una autre dissonance.
XVIII: Observations sur l'établissement des regles, où
l'on enseigne la maniere de composer une basse-fondamentale.
I: De
l'établissement des regles.
II: De la maniere de composer une
basse-fondamentale au-dessous de toute sorte de musique.
XIX: Suite de chapitre précédente, où il
paroît que la melodie provient de l'harmonie.
XX: De la
proprieté? des accords.
XXI: Des modes.
XXII: D'on provient la
liberté que l'on a passer d'un mode, ou d'un ton à un
autre.
XXIII: De la mesure.
XXIV: De la proprieté? des modes &
des tons.
XXV: De l'utilité que l'on peut tirée de cette
nouvelle maniere de marquer differents mesures.
XXVI: De la quantité
des mesures dont chaque air doit être composé, & de leur
mouvement particulier.
XXVII: Quel sortes de vers il faut employer poue
chacun de ces airs, & ce qu'il faut observer pour mettre des paroles en
chant.
XXVIII: Du dessein, de l'imitiations, de la fugue, & de leurs
proprietez.
XXIX: Des intervales qui doivent être distinguez en
majeurs & en mineurs, en justes ou parf,aits; en superfluë & en
diminuez.
Livre
troisieme: Principes de composition
I: Introduction à la musique-pratique.
II: De la
basse-fondamentale.
III: De l'accord où parfait, par où
commence la composition à quatre parties.
IV: De la suite des
accords.
V: De quelques regles qu'il faut observer.
VI: De l'accord de la
septiéme.
VII: Remarques sur la dissonance.
VIII: Du ton & du mode.
IX:
De la maniere de moduler harmoniquement, lorsqu'on donne à la basse une
progression diatonique.
X: De la basse-continue.
XI: De la progression de
la basse, qui détermine en même tems celle des Accords; et comment
on peut rapporter un accord dérivé, a son fondament.
XII:
Suite des regles tirées de l'example précédente.
XIII:
De la cadence parfait.
XIV: De la note sensible, & de la maniere dont se
sauvent toutes les dissonances.
XV: De la onziéme dite
quarte.
XVI: De la cadence irrergulier.
XVII: Des differents progression
d'une basse, qui ont rapport ensemble, & dont l'harmonie ne change point
dans le parties superieures.
XVIII: De la maniere de preparer les
dissonances.
XIX: Des occasions où l'on ne peut preparer les
dissonances.
XX: Dénombrement exact des differents progression de la
basse, selon les differents dissonances qu'on y employe.
XXI: De l'accord de
la seconde.
XXII: Des tons & des modes en general.
I: Des tons
majeurs
II: Des tons mineurs.
XXIII: De la maniere de passer d'un ton à un autre, ce qui
s'appelle encore moduler.
XXIV: Suite des regles contenuës dans le
chapitre précédente.
XXV: Comment on peut connoître les
accords qu'il faut donner aux nottes d'une basse, dans une progression
quelconque.
I: Des
cadences, & de tout ce qui a rapport à une conclusion de
chant.
II: Des cadences imparfaites.
III: Comment on peut distinguer le
ton dan lequel les progressions de cadences imparfaites ont lieu.
IV:
Comment on peut distinguer dans une progression diatonique, si le chant va se
reposer sur la note tonique, ou sur la dominante.
XXVI: De la maniere de pratiquer la semptiéme sur toute le nottes
d'un ton, en progression diatonique.
XXVII: Comment la même dissonance
peut avoir lieu dans plusieurs accords consecutifs sur des nottes differents;
et comment elle peut être fauvée sur des nottes qui nous
paroissent étrangeres.
XXVIII: De toutes les licences; &
premierement de la cadence rompuë.
XXIX: De l'accord de la
quinte-superfluë.
XXX: De l'accord de la neuviéme.
XXXI: De
l'accord de la onziéme, dite quarte.
XXXII: De l'accord de la
semptiéme-superfluë.
XXXIII: De l'accord de la
seconde-superfluë, & de ses dérivez.
XXXIV: Du
chromatique.
I: Du
chromatique on descendant.
II: Du chromatique en montant.
XXXV: De la maniere de pratiquer tout ce qui a éte dit
jusqu'à présent.
I: De la
progression de la basse.
II: De l'usage des accords consonans &
dissonans.
III: Des dissonances majeures causée par la nottes
sensible, & des nottes sur lesquelles elles se font.
IV: Des dissonances
mineures.
V: Des dissonances qui doivent être preferèes
lorsqu'il s'agit de les doubler.
VI: De la mesure & du temps.
VII: De
la syncope.
XXXVI: De la composition a deux parties.
XXXVII: Des fausses
relations.
XXXVIII: De la maniere de faire un chant au-dessus d'une
basse.
XXXIX: Du chant figurè ou de la soupposition.
I: Du chant
figurè par des intervales consonans.
II: Du chant figurè par
des intervales diatoniques.
XXXL: De la maniere de faire une basse-fondamentale sous un
dessus.
XLI: La maniere de composer une basse-continuë sous un
dessus.
XLII: Remarques utiles sur le chapitre
précédente.
XLIII: Ce que l'on doit observer dans une
composition à deux, à trois & à quatre
perties.
XLIV: Du dessein, de l'imitiation, & de la fugue.
A la suite de tous ces chapitres, on trouvera
plusieurs exemples avec un quinque, & differents canon.
Livre Quatrieme: Principes d'accompagnement
I: Comment on distingue les intervales par la disposition du
clavier.
II: De la difference des intervales majeurs, aux mineurs; & de
ceux qui sont justes, aux superflus & diminuez.
III: De la positions de
la maine, & de l'arrangement des doigts.
IV: De la maniere de trouver
les accords sur le clavier.
V: Remarques utiles sur tous les accords.
VI:
Des tons & des modes.
VII: De l'ordre qu'il faut se preferire pour la
suite des accords qui se rencontrent dans l'étenduë de l'octave du
chaque ton.
VIII: Regles generales.
IX: Des differens accords qui doivent
suivre celui del a semptiéme sur une notte en même
degré.
X: De l'accord de la seconde.
XI: Des accords de sixte.
XII: De
l'accords de la seconde-superfluë, & de ses dérivez
XIII Des
accords par supposition
I: De la
neuvième
II: De l'accords de la quinte-superfluë
III: De
l'accords de la septiéme-superfluë
IV: De l'accords de
laonziéme, dite quarte
XIV: Observations sur le rapport de tous les accords
précédens.
XV: De la maniere de préparer & de
sauver toutes les dissonances, d'où l'on dire la connoissance du ton
dans lequel on est; & des accords que doit porter chaque notte de ce
ton.
I: De la
dissonance majeure.
II: De la dissonance mineure.
XVI: Du chromatique.
XVII: Rècapitulation des differentes
suites d'accords.
XVIII: Regles necessaires pour bien accompagner.
XIX:
De la maniere de chiffrer una basse-continuë, & de connoître les
accords que chaque chiffre dénotte.
XX: Comment on peut distinguer
dans une basse les nottes qui doivent porter un accord.
le edizioni
1722
Jean-Philippe
Rameau, Traité de l'harmonie réduite à ses principes
naturels divise en quatre livres, Paris: Jean-Baptiste-Christophe Ballard,
1722.
Internet
Archive: CA-Tu
1967 | anastatica della copia annotata di Rameau
Jean-Philippe Rameau, Traité de l'harmonie reduite a ses principes naturels: facsimile of
Rameau's personal copy with autograph annotations, Rome: American Institute
of Musicology, 1967 (Complete theoretical writings, 1).
1984
| anastatica
Jean-Philippe Rameau, Traité de l'harmonie
réduite à ses principes naturels, Madrid: Arte Tripharia,
1984.
1986
| anastatica
Jean-Philippe Rameau, Traité de l'harmonie
réduite à ses principes naturels, Geneve: Slatkine reprints,
1986.
2009
| anastatica
Jean-Philippe Rameau, Traité de l'harmonie
réduite à ses principes naturels, Bourg-la-Reine: Zuhrfluh,
2009.
Traduzioni
1752
| inglese
Jean-Philippe Rameau, A treatise of musick containing the
principles of composition, London: Walsh, 1752.
1759 | italiano
Jean-Philippe
Rameau, Trattato dell'armonia ridotta ai suoi principi naturali, ms.
compilato nel 1759 a cura di padre Martini e della sua scuola [I-Bc]
1971
| inglese
Jean-Philippe Rameau, Treatise on Harmony, a cura di Philip
Gossett, New York: Dover, 1971.
1989
| olandese
Jean-Philippe Rameau, Het Traite de l'Harmonie (1722) van
Jean-Philippe Rameau en de ontwikkeling van het muzietktheoretische denken in
Frankrijk, a cura di Jan Caeyers, Brussel: AWLSK, 1989 (Verhandelingen van
de Koninklijke academie voor wetenshappen, 46).
la fortuna
Il Traité ha avuto un enorme successo dal xviii sec. fino ai giorni nostri, i traguardi raggiunti nella teoria e nella pratica
musicale furono considerati soprendenti dai suoi contemporanei, avversari
compresi, e i posteri non hanno cambiato opinione sul testo.
Questo suo primo lavoro diede a Rameau fama internazionale, che fino a
quel momento non aveva ottenuto come musicista e compositore, non solo
all'interno del mondo musicale basti citare lo scambio di opinioni con
alcuni componenti della famiglia Bernoulli o con Leonhard Euler [5] fino alla sua morte. In Francia,
prima della querelle des bouffons, la notorietà di Rameau fu in
continua ascesa fino al culmine del 1749 quando D'Alembert nel suo Discours
Préliminaire al primo volume dell'Encyclopédie lo
definì «un génie mâle, hardi et
fécond» [6], e
l'Académie scrisse in questi termini del suo lavoro:
noi crediamo di poter
concludere che il basso fondamentale trovato dall'autore e attinto dalla natura
stessa sia il principio dell'armonia e della melodia.
Successivamente la querelle des bouffons lo portò a
scontrarsi con lo stesso D'Alembert e Rousseau i quali criticarono, anche
duramente, le idee da lui espresse [7].
La notorietà del trattato superò i confini francesi, ne
è testimonianza la traduzione inglese (1752) mentre Rameau era ancora in
vita. Ebbe notevole riscontro anche in Italia grazie sopratutto all'opera di
padre Martini col quale Rameau ebbe una corrispondenza letteraria
che dal 1759, insieme ad un gruppo di studiosi sotto la sua direzione, si
occupò di tradurre tutti i testi del teorico francese.
Nonostante la notevole diffusione non mancarono studiosi che espressero
riserve sul Traité. La posizione di Martini nei confronti di
Rameau non fu certo positiva, nella sua traduzione del Nouveau
système de musique théorique, scritto da Rameau nel 1726, si
esprime così sulla concezione ramista:
Tutto ciò che qui
espone Mons. Rameau è fondato nel supposto che i greci cantassero in
consonanza, il che egl'è difficile di provare, come mi lusingo d'aver
dimostrato nella seconda dissertazione. O sono veri, e come tali praticamente
usati dai greci; o sono puramente ideali, e non mai posti in pratica [8].
Charles Burney dedica alcune pagine del quarto volume della sua History of music alle teorie di Rameau e afferma:
Dopo attente ricerche e
consultazioni dei lavori teorici di Rameau, e una lunga conoscenza ottenuta con
gli scritti del suo colto commentatore D'Alembert, e i suoi sostenitori, l'
Abbé Roussier, M. de la Borde etc., se qualcuno mi chiedesse di dire
quale sia stata la scoperta o l'invenzione sopra la quale il sistema [tonale di
Rameau] sia fondato, lo troverei un compito difficile [9].
Ai giorni nostri sono stati fatti numerosi studi ad opera di musicologi
contemporanei sul Traité, sulla figura di Rameau e sulla sua
concezione della musica. Erwin R. Jacobi si è interessato, tra le altre
cose, a come cambiò la teoria musicale nel mondo inglese dopo l'uscita
del trattato; François Escal si è occupato del rapporto che
Rameau ha avuto con D'Alembert e con i philosophes; Catherine Kintzler
ha trattato della collaborazione tra Rameau e Voltaire; Charles B. Paul ha
analizzato la figura del francese come filosofo; Cuthbert Girdlestone ha
prodotto la biografia più completa sul teorico francese [10].
——————
5. Daniel Bernoulli (1700-1782) è stato un importante matematico svizzero
attivo nel campo della probabilità, della statistica e della fisica,
è noto al mondo per la sua equazione nel campo della fluidodinamica. Una
biografia e una spiegazione del suo lavoro si possono trovare in Guillen 1997. Bernoulli polemizzò con Rameau, affermando che il corps
sonore teorizzato dal musicista era falso, da qui ne nacque una polemica
che coinvolse tra gli altri anche D'Alembert ed Eulero; cfr. Christensen 1987. Un altro Bernoulli con cui Rameau ebbe dei rapporti fu
Johann ii Bernoulli, anch'egli matematico attivo nel campo del
magnetismo e della propagazione della luce, a cui Rameau scrisse per avere un
parere sul suo lavoro.
6. [traduzione] Cit. in Doolittle 1959, p. 237.
7. «Nous croyons pouvoir en conclure que la Basse fondamentale trouvee par
l'Auteur, & puisee dans la nature même, est le principe de l'harmonie
& de la melodie»; cit. in Doolittle 1959, p. 236.
9. «After frequent perusals and consultations of Rameau's theoretical works,
and a long acquaintance with the writings of his learned commentator
D'Alembert, and panegyrists, the Abbé Roussier, M. de la Borde, etc. if
any one were to ask to me to point out what was the discovery or invention upon
which his system was founded, I should find it a difficult task», Burney, History of music, 1789, iv, pp. 612 e segg. (cit.
in Jacobi 1957, p. 127).
Scheda a cura di Lorenzo Rubino © 2010
Bibliografia
Chabanon 1764 | Michel-Paul-Gui de Chabanon, Éloge de
M. Rameau, Paris, Lambert, 1764.
Maret 1766 | Hughes Maret, Éloge historique de M.
Rameau, Dijon, Causse, 1766.
Jacobi 1957 | Erwin R. Jacobi, Harmonic Theory in England
after the Time of Rameau, in «Journal of Music Theory», i/2 (Nov. 1957), pp. 126-146.
Girdlestone 1957 | Cuthbert Girdlestone, Jean Philippe Rameau:
His life and work, London: Cassell & Co., 1957; New York, Dover
Publications, 1969.
Doolittle 1959 | James Doolittle, A Would-Be Philosophe: Jean
Philippe Rameau, in «Publications of Modern Language
Association», 74/3 (Jun. 1959), pp. 233-248.
Suaudeau 1960 | René Suaudeau, Introduction a
l'harmonie de Rameau, Clermont-Ferrand, Ecole Nationale de Musique,
1960.
Jacobi-Weiss 1964 | Erwin R. Jacobi, Piero Weiss, Rameau and
Padre Martini: new letters and documents, «The Musical
Quarterly», 50/4 (Oct. 1964), pp. 452-475.
Paul 1970 | Charles B. Paul, Jean-Philippe Rameau
(1683-1764), the Musician as Philosophe, in «Proceedings of the
American Philosophical Society», 114/2 (Apr. 13, 1970), pp. 140-154.
Kintzler 1981 | Catherine Kintzler, Rameau et Voltaire: les
enjeux theoriques d'une collaboration orageuse, in «Revue de
Musicologie», 67/2 (1981), pp. 139-168.
Christensen 1987 | Thomas Christensen, Eighteenth-Century
Science and the «Corps Sonore»: The Scientific Background to
Rameau's «Principle of Harmony», in «Journal of Music
Theory», 31/1 (Spring 1987), pp. 23-50.
Christensen 1993 | Thomas Christensen, Rameau and musical
thought in the Enlightenment, Cambridge University Press, 1993.
Escal 1994 | Francoise Escal, Musique et science:
D'Alembert contre Rameau, in «International Review of the Aesthetics
and Sociology of Music», 25/1-2 (Jun.-Dec. 1994), pp. 271-293.
Guillen 1995 | Michael Guillen, Five equations that changed
the world : the power and poetry of mathematics, New York: Hyperion, 1995;
trad. it. Le cinque equazioni che hanno cambiato il mondo, Milano:
Longanesi, 1998.
Seminara 2001 | Graziella Seminara, Jean-Philippe Rameau,
Palermo: L'Epos, 2001 (Constellatio musica 5).