Frontespizio del primo tomo
(copia conservata in F-Sn)

Frontespizio del secondo tomo
(copia conservata in F-Sn)

Gio. Battista Doni
Lyra Barberina

Firenze: Typis Caesarei, 1763

l'autore | la Lyra | le edizioni | la fortuna

l'autore

Nato nel 1594 a Firenze (fu battezzato il 13 marzo di quell'anno) Giovanni Battista Doni, come molti uomini del Rinascimento, fu animato per tutta la vita da una grande sete di conoscenza relativa al mondo antico. Questa sua passione sfociò nel tentativo di restaurare gli antichi modi musicali greci che, nel periodo della crescente crisi della polifonia, condusse Doni a ripensare al ruolo della musica nella società del suo tempo.

Personalità eclettica, studiò arte e lettere antiche a Bologna, quindi filosofia, filologia, geografia al collegio dei gesuiti a Roma. E questo solo fino ai 19 anni.

Nel 1613 suo padre lo manda in Francia a studiare legge: nel tempo libero si dedica, con sempre maggiore assiduità, alla filosofia latina e greca, e alle lingue orientali. Tornato in Italia nel 1618, avrebbe voluto dedicarsi a tempo pieno alla filologia greca, ma la sua famiglia lo obbliga a conseguire la laurea in legge a Pisa e a cominciare la pratica legale. Il titolo di studio gli permette di trovare lavoro presso gli uffici di papa Gregorio xv, che, appena assunto, lo manda a Parigi, alla corte del re di Francia (1621). Questo periodo, racconta il suo biografo card. Angelo Maria Bandini (1755), fu passato dal Doni soprattutto tra biblioteche, collezioni private e università.

La morte, nel 1622, di un suo fratello lo riporta frettolosamente in Italia, prima a Firenze (1622) poi a Roma, dove lavora per il cardinale Maffeo Barberini, futuro papa Urbano viii, e dove cominca a sviluppare il suo pensiero musicale. Eletto il Barberini al soglio di Pietro, Doni divenne segretario personale del cardinale Francesco Barberini, nipote del papa (9 ottobre 1623): andranno per missioni diplomatiche a Parigi (1625 e 1627) e a Madrid (1626). Anche in questi viaggi, Doni ha modo di confrontarsi con letterati e uomini di scienza.

Fra il 1633 e il 1635, in seguito alla morte di altri due suoi fratelli, Doni decide di ristabilirsi nella natia Firenze per non lasciare in abbandono le sue proprietà. È qui che comincia a redigere, quasi una terapia, i suoi scritti musicali elaborati durante gli anni romani. Vivrà, senza più viaggiare, fino al 1647.

Scrive così un Trattato de' genere e de' modi della musica (1635) in cui cerca di applicare gli antichi precetti della musica greca alla moderna composizione, auspicando la nascita di una nuova sensibilità musicale che possa sostituirsi alla moderna pratica contrappuntistica. L'insegnamento fu seguito da Pietro della Valle che, assieme al maestro, provò a «rinnovare il genere cromatico ed enarmonico».

Come teorico fu critico nei confronti dell'operato di Guido d'Arezzo, a suo avviso poco informato riguardo la teoria musicale greca, e arrivò a sostituire do (prima sillaba di Doni) all'ut. Progettò inoltre una serie di strumenti musicali in grado di affrontare senza difficoltà gli antichi modi e le loro trasposizioni. Il più famoso di questi è la Lyra Baberina descritta nell'opera omonima (1632-1635) che darà il nome alla raccolta dei suoi scritti pubblicati solo nel 1763.

la Lyra

La Lyra Barberina è la raccolta postuma, in 2 volumi, dei testi di argomento musicale di G. B. Doni, messa insieme da Anton Francesco Gori e pubblicata da Giovanni Battista Passeri. Il titolo è tratto da uno degli scritti di Doni che descrive un nuovo strumento musicale da lui inventato.

Fra i testi raccolti nella Lyra, solo il De prestantia musica veteris (1647) era già stato pubblicato. Per quanto riguarda gli altri studi abbiamo una testimonianza di Doni stesso nella dedicatoria del citato Compendio de' generi e de' modi (1635) in cui Doni segnala di «avere per le mani» altri cinque testi che avrebbe voluto stampare in appendice al compendio stesso se «non fusse cresciuto troppo, e la scarsità del tempo non me l'hauesse vietato». Questi titoli, con lievi modifiche, appaiono nell'edizione del 1763:

• Del sintono di Didimo, e di Tolomeo
• Del Diatonico equabile di Tolomeo
• Della disposizione e facilità delle viole diarmoniche
• Dell'accordo perfetto nelle viole
• Degl'istrumenti di tasti

TOMO I · Lyra Barberina

XII + 424 + 8 tavv.
a6 [terno = 6 cc.] pp. I-XII
A-Z4 [23 duerni (om. J U W) = 92 cc.] pp. 1-184
Aa-Zz4 [23 duerni = 92 cc.] pp. 185-368
Aaa-Ggg4 [7 duerni = 28 cc.] pp. 369-424

iFrontespizio
iiDedica
viSommario
viiPrefazione e spiegazione delle tavole

1Lyra Barberina
71De praestantia musica veteris lib. III
180Prospetto delle opere che Doni non finì o non pubblicò
203Progymnastica musica pars vetero restituita ... lib. II
265Dissertatio de musica sacra
267Due trattati sopra il genere enarmonico e sopra gli strumenti da tasti di diverse armonie
349Del sintono di Didimo e di Tolomeo, discorsi III
376Della disposizione e facilità delle viole diarmoniche
397Dell'accordo perfetto nelle viole
414Quarum autographum Romae exstat in Barberina Bibliotheca

Tavole:

Ritratto di Doni [antiporta]
Lyra Barberina [post p. 9]
I · II · III · IV · V — 5 raffigurazioni dell'antica lira [post p. 12]
Lyrae Barberinae temperatura [post p. 64]
Tastiera della violetta diarmonica [post p. 379]

TOMO II · De' trattati di musica

XII + 306 + IV + 104
a6 [terno = 6 cc.] pp. I-XII
A-Z4 [23 duerni (om. J U W) = 92 cc.] pp. 1-184
Aa-Oo4 [14 duerni = 56 cc.] pp. 185-296
Pp6 [terno = 6 cc.] pp. 297-308
+2 [bifoglio = 2 cc.] pp. I-IV
A-N4 [13 duerni = 52 cc.] pp. 1-104

iFrontespizio
vPrefazione dell'abate Giovanni Battista Passeri

1Trattato della musica scenica

145Lezione I recitata in camera del Sig. Cardinale Barberino nel 1624
153Lezione II recitata nell'istesso luogo e anno
161Discorso ... del conservare la salmodia dè greci recandola nella nostra intavolatura

163Lezione I del modo tenuto dagli antichi nel rappresentare le tragedie e le commedie
181Lezione II sopra la rapsodia recitata nell'accademia della crusca
186Lezione III sopra il mimo antico recitata nella medesima accademia
192Lezione IV sopra la musica scenica recitata nella detta accademia
198Lezione V sopra la musica scenica recitata nella istessa accademia

203Discorso della ritmopeia de' versi latini e della melodia de' cori tragici al Sig. Giacomo Buccardi
226Degli obblighi ed osservazione de' modi musicali al Sig. Pietro Eredia

233Discorso mandato da Gio. De Bardi a Giulio Caccini ... sopra la musica antica e il cantar bene
249Della musica dell'età nostra che non è punto inferiore ... discorso di Pietro della Valle

265Lettera del p. maestro Gio. Battista Martini ... all'abate Gio. Battista Passeri…
268Io. Baptistae Martini … onomasticum seu synopsis musicarum graecarum ...
276Indice generale delle materie de due tomi delle opere musiche di Gio. Battista Doni

iL'editore a chi legge
iiIntroduzione al trattato della musica scenica
1Trattato della musica scenica
98Frammento di un trattato della musica degli antichi e delle macchine sceniche di un anonimo ...

le edizioni

La volontà di mettere insieme tutti gli scritti musicali di Doni interessò l'archeologo pesarese Anton Francesco Gori (1691-1757) già dagli anni Trenta del Settecento. Interessatosi a Doni in ragione di una ponderosa silloge di epigrafi antiche e venuto quindi a conoscere i suoi studi sugli strumenti musicali e gli antichi modi greci, decisa di pubblicarne le opere. Con l'occasione della pubblicazione, riuscì a far uscire dalla Biblioteca Vaticana (fondo Barberiniano) una grandissima quantità di manoscritti del Doni che poi depositò presso la biblioteca dell'amico e concittadino Annibale Olivieri degli Abbati (1708-1789), oggi Biblioteca Oliveriana. Pur avendo fatto stampare un primo provvisorio esemplare dei due tomi della Lyra Barberina, non riuscì mai a completare il lavoro. Alla sua morte il collega archeologo Giovanni Battista Passeri, pur estraneo agli interessi musicali, dietro richiesta degli eredi di Gori decise di terminare l'opera, facendosi aiutare, per i problemi più strettamanete musicali, da padre Martini. Illuminante il passo di una lettera che Gori scrive a Olivieri il 26 settembre 1761:

Il fratello di Gori mi ha mandato un altro impiccio che mi dà da pettinare. Il fratello trent'anni fa cominciò l’edizione di tutti i trattati di musica antica del famoso Gian Battista Doni, collettore delle Iscrizioni. Ne stampò due tomi in foglio, ma l'opera restò imperfetta perchè Gori dette le mani su mille altre cose. Si vorrebbe ora terminare e pubblicare, e mi si manda a me che sinora dei scartafacci ho trovato da supplire tre lacune di stampa. Ci ho fatto un po' di Prefazione e mi restano gli Indici per i quali mi aiuterà il famoso maestro Martini, che avendo notizia di questa dottissima collezione, la esalta alle stelle. Ma non raccapezzo [=trovo] i rami di antichità che il Doni cita e vedo che Gori aveva idea di porvene degli altri. Ho scritto a Firenze [al fratello di Gori] su questi dubbi, ma se non mi appagano converrà che dai tesori che cita il Doni ricavi le tavole secondo la mente dell' autore.

Completati i due tomi con 8 incisioni e aggiuntovi alcune osservazioni e gli indici analitici di Pade Martini, l'operà vedrà la luce nel 1763. Ha goduto di un'anastatica Forni (1974).

1763

[I tomo:] Io. Baptistae Doni patrici Florentini, Lyra Barberina Amphichordos accedunt eiusdem opera, pleraque nondum edita ad veterem musicam illustrandam pertinentia ex autographis collegit et in lucem proferri curavit Antonius Franciscus Gorius, Basilic. Bapt. Flor. olim praep., distribuita in tomos II, absoluta vero studio et opera Io. Baptistae Passeri, Pisaurensis, cum praefationibus eiusdem, Florentiae, typis Caesareis, 1763.
[II tomo:] De' trattati di musica di Gio. Battista Doni, patrizio fiorentino, tomo secondo, ne' quali si esamina e dimostra la forza e l'ordine della musica antica e per qual via ridur si possa alla pristina efficacia la moderna, raccolti e pubblicati per opera di Anton Francesco Gori, già proposto della Basilica del Battistero di Firenze, e pubblico professore d'istorie. Aggiuntovi un lessico delle voci musiche e l'indice generale per opera e studio del p. maestro Gio. Batista Martini, minor conventuale, e celeberrimo professore di musica in Bologna, Nella Stamperia Imperiale, 1763.

Coll. di rif.: I-Fn

I II [F-Sn]

1974 - anastatica

Giovanni Battista Doni, Lyra Barberina, 2 voll., Bologna: Forni, 1974.

Coll. di rif.: I-Mc

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Un'edizione delle sole 70 pagine della Lyra Barberina, a cura del pesarese Francesco Vatielli, apparve fra il 1908 e il 1909 con la rivista «Cronaca Musicale», poi stampata per intero nel 1909. L'ampia prefazione descrive la storia del trattato organologico doniano, nonché la vita dell'autore. Il volume fu ripubblicato in anastatica con il commento del musicologo americano (ma nato a Fiume nel 1924) Claude Palisca che a lungo si è occupato del rapporto fra musica e umanesimo nel Rinascimento..

1908-1909

Francesco Vatielli, La Lyra Barberina di G. B. Doni, «Cronaca musicale», XII (1908), pp. 207-222, 253-262, 293-304, 335-344, 364-378; XIII (1909), pp. 11-17, 48-54.

Coll. di rif.:

1909

Francesco Vatielli, La Lyra Barberina di G. B. Doni, Pesaro: Nobili, 1909.

Coll. di rif.: I-Mu

[Internet archive: US-CA]

1981 - anastatica

Giovanni Battista Doni, G. B. Doni's Lyra Barberina: commentary and iconographical study , 2 voll. a cura di Claude V. Palisca, Bologna: Amis, 1981.

Coll. di rif.: I-Bu

la fortuna

L'attenzione rivolta allo strumento inventato da Doni, malgrado le edizione del 1763 e del 1909, coinvolge più gli studi iconografici che da quelli organologici, probabilmente a causa della sua natura di «ingenius (but useless) invention». Lo stesso Vatielli faceva notare che:

nato da un' idea paradossale e falsa, lo strumento Doniano non ebbe, né aver poteva fortuna veruna. Forse per qualche tempo fu non più che un oggetto di curiosità nelle dorate sale del Vaticano e dei palazzi Barberini.

La raccolta degli scritti ha invece goduto da subito la stima degli studiosi. Padre Martini, nella lettera a Passeri del 12 Giugno 1762 (pubblicata nell'opera), scrive:

Quale e quanta sia la profondità del sapere di questo valoroso autore non è mia intenzione dimostrarlo essendo stata descritta eruditamente la di lui vita … Non è facile esprimere la profondità con la quale il Doni penetrò la musica greca, sì teorica, che pratica, sì vocale, che strumentale … E per ciò che riguarda la teoria musicale greca, quali diligenze, quali scoperte, egli non fece per illustrarla. [ii, p. 256]

Il primo recupero del pensiero di Doni si deve ad Angelo Solerti in relazione alla nascita dell'opera. Nel suo celebre Origini del melodramma (1903) pubblicava ampi stralci (pp. 183-232) dal trattato sulla musica scenica.

Doni sarà però soprattutto considerato in merito ai suoi pionieristici studi sulla musica greca. Claude V. Palisca, probabilmente il massimo studioso di Doni e dei suoi scritti, giudica il teorico fiorentino «promoter of ancient greek tonal systems as a basis for modern musical composition», inserendolo così fra i grandi protagonisti della musica del proprio tempo insieme a Franchino Gaffurio e Girolamo Mei.

Di quegli anni è anche lo studio di Maurizio Padoan sul pensiero estetico di Doni, dove emerge una precisa descrizione della sua sensibilità artistica:

Doni proposes a form in which the classicistic principle of expression, of nature (prodesse) is combined harmoniously with artifice, with spectacle, with dramma in musica. In his attempt to reconcile tradition with modernity, theoretical requirements with references to practice, prodesse with delectare, and nature with artifice Doni has made an original contribution to early 17th-century theory.

Scheda a cura di Andrea Schiavio © 2010