Frontespizio della prima edizione |
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Figlio del farmacista Alexandre Cardine, Eugène entra nel seminario di Caen nel 1922 ed ottiene nell’anno accademico 1924-25 il baccalauréat ès lettres. Trasferitosi nel 1925 al seminario di Bayeux, diventa maestro di coro e riceve gli ordini minori. Studia canto gregoriano presso l’abbazia di Solesmes, dove entra definitivamente nel 1928, assumendo il nome religioso di Eugène: prenderà i voti monastici nel 1930 e sarà ordinato sacerdote nel 1934.
Specialista di canto liturgico e primo cantore dal 1940 al 1952, svolge anche funzione di organista accompagnatore. Dal 1952 al 1983 insegna paleografia gregoriana presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra in Roma. Nel 1966 scrive il Graduel neumé, copia personale del Graduale Romanum, sulla quale Dom Cardine, per compiere al meglio il suo ufficio di cantore, trascrive dagli antichi manoscritti in notazione neumatica grafie di particolare interesse, indica passi paralleli, segnala problemi da risolvere. Ritenuto il più autorevole paleografo e semiologo contemporaneo del repertorio gregoriano, è autore di alcuni volumi, tra cui il fondamentale Semiologia gregoriana (1968) e di numerosi saggi sull'interpretazione del canto gregoriano sulla base delle antiche grafie neumatiche. Tornato nel suo monastero nel 1984, Dom Cardine muore a Solesmes nel 1988 (Göschl 1980 e Guilmard 2004).
Così Eugène Cardine, apre la sua Introduzione alla Semiologia gregoriana e per analogia definisce la paleografia musicale «la scienza delle antiche notazioni dei sistemi usati per tradurre la musica nel campo visivo» (ibidem). Citando l’edizione Vaticana che ha per prima compiuto un lavoro paleografico basato sulle fonti esistenti più importanti ed ottenendo una restituzione melodica «abbastanza accurata e fedele del repertorio gregoriano autentico», Cardine ritiene tuttavia che essa abbia trascurato quasi del tutto il fatto che per lo stesso disegno melodico le grafie più antiche avessero segni differenti, con conseguenti significati interpretativi diversi.
Quello che sta davvero a cuore a Cardine è l’aspetto espressivo delle grafie più antiche, aspetto che man mano venne perso per il desiderio di voler rappresentare sempre più perfettamente gli intervalli melodici. Proprio su questo aspetto egli ravvisa la necessità di un nuovo studio sui manoscritti seguendo due principi:
Cardine ritiene quindi estremamente utile stabilire un contatto autentico con la musica gregoriana mediante la semiologia, una disciplina che permette di procedere allo studio scientifico dei più antichi codici per ritrovare, seppur nella consapevolezza di limiti oggettivi, il senso del neuma, del segno manoscritto (Lattanzi 1983: 127). Luigi Agustoni diceva che «Cardine non coltivava la semiologia per semplice amore di scienza, ma per offrire la prima, indispensabile base per l’interpretazione» (ibidem, 129).
Dopo aver fatto un accenno all’origine dei neumi, Cardine passa all’elencazione dei manoscritti di riferimento quali quelli di San Gallo (di cui inserisce la tavola dei neumi) e quelli di altre famiglie (Laon, Chartres, Montpellier, Benevento, Parigi).
Giulio Cattin nel suo volume La monodia nel Medioevo, riporta proprio la classificazione dei neumi di San Gallo proposta da Dom Cardine, poiché
Nel I capitolo si trattano i neumi semplici come la virga, il tractulus e il punctum. Nel II e nel III capitolo si iniziano ad esaminare i neumi costituiti da due suoni (pes e clivis) e si inserisce la nozione di tempo sillabico in rapporto ai neumi di due note.
Dal capitolo IV sino all’VIII vengono esaminati i neumi di tre o più suoni.
I capitoli IX e X introducono tutti quei segni che contribuiscono all’interpretazione dell’aspetto espressivo dei neumi relativi alle note: di notevole importanza il concetto di “stacco neumatico”:
Nei capitoli successivi si esaminano neumi composti e spesso di ambigua interpretazione. Nel XIX capitolo Cardine analizza la “liquescenza” che è:
La liquescenza è provocata dall’incontro di fonemi testuali, la cui particolare articolazione coinvolge pure – anche se non obbligatoriamente – l’esecuzione musicale mediante l’impiego di sfumature ora “aumentative” ora “diminutive”, neumaticamente espresse mediante rispettive modifiche dei segni di volta in volta necessari (Albarosa 1977: 145).
Nel capitolo XX vengono spiegati i significati delle lettere dell’alfabeto che compaiono accanto ai neumi, come una sorta di abbreviazione relativa all’intenzione espressiva da applicare all’esecuzione. A questo proposito la scuola del Cardine non ha trascurato un inizio di ricerca nel suggestivo campo delle litterae significativae ad opera del polacco Jerzy Dabrowski (1971).
La struttura della Semiologia gregoriana di Eugène Cardine è così articolata:
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Introduzione 1. Paleografia e semiologia |
I. |
Note isolate 1. Segni paleografici |
II. |
Clivis 1. Segni paleografici |
III. |
Pes 1. Segni paleografici |
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Clivis e pes e tempo sillabico |
IV. |
Porrectus 1. Segni paleografici |
V. |
Torculus 1. Segni paleografici |
VI. |
Climacus 1. Segni paleografici |
VII. |
Scandicus 1. Segni paleografici |
VIII. |
Neumi sviluppati di quattro e più note 1. Porrectus flexus |
IX. |
Lo stacco neumatico |
X. |
Strofa 1. Gruppi strofici |
XI. |
Trigon 1. Significato melodico |
XII. |
Bivirga, trivirga |
XIII. |
Pressus 1. Pressus maior |
XIV. |
Virga strata 1. Virga strata come due note all’unisono |
XV. |
Oriscus 1. Oriscus isolato |
XVI. |
Salicus 1. Segni e significato melodico |
XVII. |
Pes quassus 1. Segni e significato melodico |
XVIII. |
Quilisma 1. Segno e significato melodico |
XIX. |
Liquescenza 1. Definizione ed impiego |
XX. |
Lettere significative |
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Annotazioni |
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Indice |
La prima edizione della Semiologia gregoriana appare nel 1968 edita dal Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, dove Dom Cardine ha insegnato per circa trent’anni. Il trattato è stato redatto in collaborazione con due allievi di Cardine, Godehard Joppich e Rupert Fischer, nella traduzione di Giacomo Baroffio:
Essendo quindi un testo relativamente recente le riedizioni non sono numerose, sebbene il testo sia stato tradotto in molte lingue.
1968 | 1. ed. italiana
Eugène Cardine, Semiologia gregoriana, Roma: Pims, 1968.
1970 | ed. francese
Eugène Cardine, Sémiologie grégorienne, in «Etudes Grégoriennes» XI (1970); traduzione Francese Di Marie-Elisabeth Mosseri.
Eugène Cardine, Sémiologie grégorienne, Sablé-sur-Sarthe: Abbaye Saint-Pierre de Solesmes, 1970.
1979 | 2. ed. italiana
Eugène Cardine, Semiologia gregoriana in collaborazione con Godehard Joppich e Rupert Fischer, Roma: Pims, 1979.
1979 | ed. giapponese
Eugène Cardine, Kogaku fukigō kaidoku kaishaku, Tōkyō: Ongaku Shiyūsha, 1979.
1982 | ed. inglese
Eugène Cardine, Gregorian semiology, traduzione Robert M. Fowels, Sablé-sur-Sarthe: Solesmes, 1982.
1982 | 1. ed. spagnola
Eugène Cardine, Semiologia gregoriana, traduzione di Francisco Lara, Burgos, Centro Nacional de Difusión del Canto Gregoriano, Abadía de Silos, 1982.
1985 | 1. ed. tedesca
Eugène Cardine, Gregorianische Semiologie, s.l.: Eigenverl, 1985.
1997 | ed. catalana
Eugène Cardine, Semiologia gregoriana, Barcelona 1997.
2000 | ed. polacca
Eugène Cardine, Semiologia gregoriańska, Kraków: Tyniec - Wydawnictwo Benedyktynów, 2000.
2003 | 2. ed. tedesca
Eugène Cardine, Gregorianische Semiologie, Solesmes: La Froidfontaines, 2003.
2005 | 2. ed. spagnola
Eugène Cardine, Semiología gregoriana, Burgos, Abadía de Silos, 2005.
Particolarmente durevole l'opera didattica di Dom Cardine nel suo trentennio romano: ebbe moltissimi allievi che svilupparono ricerche paleografiche sotto la guida del maestro, pubblicate in volumi e riviste diffuse in tutto il mondo [1].
La Semiologia gregoriana di Cardine è ad oggi un testo di riferimento tra i più citati e più utilizzati dagli studiosi e da coloro che si accingono ad approcciare il canto gregoriano e le problematiche di interpretazione dei testi manoscritti e degli aspetti della grafia gregoriana (Finazzi 2013: 87).
Proprio a Dom Cardine si debbono due concetti chiave da lui dedotti in particolar modo grazie all’indagine sulle grafie dei manoscritti in notazione metense e in notazione sangallese:
Il valore sillabico trattava:
La nozione circa l’elasticità dei suoni gregoriani trova il suo fondamento nello scandaglio approfondito della notazione di Metz.
Mentre il primo concetto è riconducibile alle intuizioni di studiosi ottocenteschi come Dom Joseph Pothier [2], non più considerate nella teorizzazione novecentesca a Solesmes, il secondo concetto, quello di stacco neumatico, è una assoluta novità. A questo proposito Giacomo Baroffio scrive:
Inoltre Cardine è ritenuto colui che ha introdotto a livello scientifico la semiologia gregoriana che consiste nell’«applicazione rigorosa della comparazione formulare allo studio delle fonti adiastematiche» (Di Giovanni 2009: 67). Mentre gli studi che precedono la semiologia privilegiavano l’aspetto statico dei canti (la trascrizione su tetragramma), con la semiologia si accostano sistematicamente fonti adiastematiche e diastematiche e si consolida la consapevolezza dell’insufficienza dello studio delle une senza le altre (ibidem). E del resto anche per Baroffio:
Per concludere, ecco come Luigi Agustoni si espresse sull’opera di Cardine in occasione del Congresso che celebrava i 75 anni del monaco francese:
Dabrowski 1971 | Jerzy Dabrowski, Le signe ST dans le codex 121 d´Einsiedeln, «Études grégoriennes», 12 (1971): 65-86.
Albarosa 1974 | Nino Albarosa, La scuola gregoriana di Eugène Cardine, «Rivista Italiana di Musicologia», 9 (1974): 269-297.
Albarosa 1977 | Nino Albarosa, La scuola gregoriana di Eugène Cardine (II), «Rivista Italiana di Musicologia», 12 (1977).
Göschl 1980 | Johannes Berchmans Göschl, Ut mens concordet voci. Festschrift Eugène Cardine zum 75 Geburts-tag, St. Ottilien: Eos, 1980.
Lattanzi 1983 | Massimo Lattanzi, [recensione a Göschl 1980], «Rivista italiand i musicologia», 18/1 (1983): 127-130.
Göschl 1986 | Johannes Berchmans Göschl, Lo stato attuale della ricerca semiologica, «Studi Gregoriani», 2 (1986): 3-56.
Cattin 1991 | Giulio Cattin, La monodia nel Medioevo, Torino: Edt, 1991 (Storia della musica, 2).
Guilmard 1995 | Jacques-Marie Guilmard, Origine et sources musicales du chant grégorien, dans Lettres aux Amis de Solesmes, «Lettre aux Amis de Solesmes», 1995: 14-25; in it. Origine e fonti musicali del canto gregoriano, «Bollettino dell’Associazione studi di canto gregoriano dell’Europa latina», 1 (1996): 14-17.
Capuano 2002 | Gianluca Capuano, I segni della voce infinita, musica e scrittura, Milano: Jaca Book , 2002.
Baroffio 2003 | Giacomo Baroffio, A. Eun Ju Kim, Cantemus Domino Gloriose: Introduzione al canto gregoriano, Saronno: Edizioni Urban, 2003.
Guilmard 2004 | Jacques-Marie Guilmard, L’œuvre Semiologique de Dom Eugene Cardine (1905-1988), Presentation et Bibliographie, «Studi gregoriani» 20 (2004): 43-62.
Di Giovanni 2004 | Andrea Di Giovanni, Chiara Calvino, Origine, evoluzione, estetica del canto gregoriano, e-book, s.l.: lulu.com, 2009.
Conti 2013 | Giovanni Conti, Editoriale [su Luigi Agustoni, La Semiologia gregoriana e Eugène Cardine], «Vox Antiqua», 2 (2013).
Finazzi 2013 | Rosa Bianca Finazzi, Paola Pontani, Dal mondo antico all'universo medievale. Nuove modulazioni di lingue e di culture, Milano: Università Cattolica, 2013.