Frontespizio dell'edizione del 1969 a cura di Giovanni Marzi |
l'autore | l'opera | le edizioni | la fortuna
Aurelius Augustinus (sant'Agostino) nacque a Tagaste (l'odierna
Souk-Ahras, in Algeria) il 13 novembre 354. Studiò a Madaura e
Cartagine, insegnò retorica a Roma e a Milano, dove si convertì
alla religione cattolica dopo un precedente avvicinamento al manicheismo
indottovi dalla lettura di testi neoplatonici e dall'incontro con S.
Ambrogio. Nel 387 fu battezzato e successivamente ordinato sacerdote, sino a
diventare nel 395 vescovo di Ippona, dove morì il 28 agosto
430.
L'incontro col pensiero cristiano giocò un ruolo fondamentale
nel delinearsi della sua concezione dell'esistenza umana, basata sul
raggiungimento dell'unione con Dio mediante la fede come traspare
soprattutto dalle Confessioni. Fu polemista ardente e acuto contro i
Manichei, i Palagiani e i Donatisti; il sistema teologico e filosofico di
Agostino è contenuto in centinaia di opere, tra cui le fondamentali De civitate Dei e De Trinitate.
Agostino aveva progettato di scrivere un'enciclopedia delle arti
liberali, di cui stende per intero solo la prima sezione della musica, dedicata
al rhythmus. La seconda sarebbe stata relativa alla melodia; ma
così com'è il De musica è soprattutto un trattato
di metrica.
I primi 5 libri risalgono al 387; tornato in Africa, nel 390
Agostino conclude l'opera con un sesto libro di grande valore filosofico.
Questa la struttura:
I. | Quid sit musica eiusque motus et numeri |
Nel primo libro l'autore defisce la musica scientia bene modulandi, riflettendo sull'importanza assunta da consapevolezza organizzativa e coerenza strutturale all'interno del concetto analizzato. Altre parole-chiave su cui si ragiona sono intelletto, senso, memoria, durata, numero: concetto equivoco ma necessario per unificare realtà sensibile e realtà intelligibile. | |
II. | De pedibus ratio exponitur |
Il secondo libro introduce il discorso sulla metrica, che verrà ampiamente affrontato nei libri successivi: le sillabe, riunite in piedi, devono susseguirsi secondo precise regole numeriche. | |
III. | Quaenam rhythmi et metri sit ratio |
Nel terzo libro Agostino confronta i concetti di metro e ritmo, ed esplica le regole che sottostanno alla loro formazione. | |
IV. | Quae metri sint rationes |
Protagonista del quarto libro è ancora il metro, questa volta affrontato e dettagliatamente analizzato nelle varie tipologie in cui si configura. | |
V. | Quae de versu sit ratio |
Il quinto libro tratta il verso, qui inteso come una serie di piedi caratterizzata dalla possibilità di essere divisa in due parti. | |
VI. | De numeris ratio atque sapientia |
Il sesto libro costituisce la sezione dell'opera che esprime la filosofia di Agostino sui ritmi dell'anima. Qui l'autore delinea chiaramente la sua teoria della sensazione: un oggetto sensibile esterno produce un qualcosa nel corpo che favorisce o ostacola l'azione dell'anima, la quale a sua volta risponde creando sensazioni di piacere e dolore (l'anima, quindi, non subisce dal corpo ma agisce con attenzione a ciò che il corpo stesso subisce). Questo libro ospita anche una lunga trattazione sui diversi tipi di numero/ritmo all'interno del processo di produzione-percezione-valutazione sonora, in cui si distinguono i numeri sonori (gli unici indipendenti), i numeri uditi (legati alla sensazione e dipendenti da quelli sonori), i numeri della memoria (strettamente correlati a quelli uditi o almeno pensati), e i numeri del giudizio dell'udito (i più inportanti). Il testo si conclude con l'analisi dei concetti di ragione, intesa come ciò che costituisce e valuta la musica, e piacere estetico. |
Copie manoscritte integrali o parziali del De musica sono tuttora reperibili in alcuni codici, quali:
X
sec.
Augustini libri sex de musica
cc. 94r-207r del codice
parigino
Coll.: F-Pn, ms. lat. 7200
ca 1440-1460
Augustini De musica libri VI
cc. 1r-52r del codice
laurenziano
Coll.: I-Fl, Plut. XXIX.16
— Si segnala un commento manoscritto:
1611
| Germania
[Commentario inedito al De musica]
Bamberg,
Staatsbibliothek Class. 36, ff. 50-87v.
Quanto alle edizioni a stampa in epoca rinascimentale si ricordano:
1491
| Venezia
in Opuscula plurima, Venetiis: Bertocchi, ff. K7-O3.
1542
| Venezia
in Omnium operum divi Aurelii Augustini, Venetiis
Nel XVIII sec. il testo fu edito dai Maurini (monaci benedettini della congregazione francese di San Mauro attivi fino al 1792); questa fondamentale edizione critica precisava le fonti collate:
L'edizione maurina funse da base alle edizioni ottocentesche, come risulta evidente da:
1836
| Parigi
De Musica libri sex, post recensionem monachorum Ordinis S.
Benedicti e Congragatione S. Mauri, Parisiis: Gaume fratres.
fino alla fondamentale:
1841
| Patrologia latina
in Patrologiae cursus completus sive Bibliotheca
universalis, integra, uniformis, commoda, oeconomica omnium SS. Patrum,
doctorum scriptorumque ecclesiasticorum sive latinorum sive graecorum.
Patrologia latina, a cura di Jacques-Paul Migne, Parisiis: Migne, 1841-1864
, t. XXXII, coll. 1081-1194; ed. anast. in Corpus Christianorum. Series
latina,Turnolti: Brepols, 1992.
Oltre all'edizione maurina, la Patrologia «a collationé en autre une deuxième édition d'Erasme, Paris 1541, des éditions de Lyon 1561, Venise 1584, de Louvain-Paris 1651, de Louvain-Anvers 1662, des Bénédictins Anvers 1700-02; deux mss. de la Bibliothèque Nationale A, 7200 et B, 7231 [che non compare nel RISM; compaionoe invece il 16662, SS. Augustini et Isidori musica, foll. 2-70, sec XIII e il lat. 13955, Compendium musicae Sancti Agustini, fol. 158v-165v, IX-XI sec.] et un texte édité en 1828 par le cardinal Mai».
La prima traduzione italiana è della fine dell'Ottocento:
1878
| trad. italiana
Della musica: libri sei, trad. Raffaello Cardamone,
Firenze: Barbera, 1878.
Per la sua analisi del De musica, Franco Amerio (Id., Il 'De musica' di S. Agostino, Torino: Società editrice internazionale, 1929) dice di essersi servito dell'«editio tertia veneta» della maurina; si tratta probabilmente di questa:
1884
| Venezia [solo libro VI?]
De musica, liber sex, in Opera omnia,
s.d.n. Gregorio XVI pontifici maximo dicata, Venetiis: Josephi Antonelli,
I.6, coll. 571-680.
Nel XX sec. si susseguono le edizioni e le traduzioni:
1947
| Francia
La musique. De musica libri sex, in Oeuvres de saint
Augustin, VII: Dialogues philosophiques, IV [testo dell'edizione
benedettina, trad. e curatela Guy Finaert e François-Joseph
Thonnard].
1947
| USA
De musica: Writings of saint Augustine, fathers of the Church: A new translation, ed. R. Catesby Tagliaferro, 2 vols, New York 1947.
1962
| Germania
Musik. De musica libri sex, trad. di Carl Johann Perl,
Paderborn: Schöningh (Deutche Augustinus-Ausgabe).
1969
| Italia
De musica, a cura di Giovanni Marzi, Firenze: Sansoni.
1976
| Italia
La musica, in Opere di sant'Agostino, II, trad.
Domenico Gentili, Roma: Città nuova; II ed. 1992, parte 1: Opere
filosofiche-dommatiche, vol. 3.2.
1990
| Italia
De Musica, a cura di Ubaldo Pizzani e Guido Milanese,
Palermo: Edizioni Augustinus (Lectio Augustini settimana agostiniana pavese,
5).
1997
| Italia
Musica, trad. di Maria Bettetini, Milano: Rusconi.
2002
| Svezia [solo libro VI]
De musica liber VI, Stockholm: Almqvist
& Wiksell international (Studia latina Stockholmiensia, 147).
L'opera omnia di Agostino in latino e in italiano è consultabile on-line sul sito www.augustinus.it
Essendo grande la fama di Agostino, tale è stata quella del De musica, che, pur non essendo la sua opera maggiore, rappresenta una tappa importante nella storia dell'estetica musicale. Infatti il pensiero di Agostino, che oscilla fra una concezione della musica ancora platonica (quindi astratta e idealizzante) e una concezione più edonistica, è emblematico dell'atteggiamento cristiano del suo tempo di fronte alla musica. Il pensiero di Agostino sulla musica, ricavabile anche dalle Confessioni, oscilla tra una concezione negativa (intesa come provocatrice di un piacere anti-spirituale), ed un giudizio positivo di essa (in quanto stimola un piacere che conduce l'animo alla preghiera). Spesso dei 6 libri che costituiscono il De Musica solo il VI è stato pubblicato, essendo questo il libro più originale dell'intero trattato.