Carmina Burana: ricerche sulla musica
Veris dulcis in tempore
cb 85/159
In collaborazione con Matteo Roccheggiani
Canzone strofica a refrain. Il brano compare contemporaneamente in due sezioni del codice, una delle quali è quella con i brani in tedesco (fasc. xi-xiii): quest'anomalia ha fatto supporre a Wachinger 1984: 9 che i tre fascicoli siano una sezione aggiunta.
La versione di E sembra composta da un amanuense del monastero di Silos, ed è stata ritenuta la versione originale, poi modificata da B (Dronke 1986, 2000, Traill 2018, i: 545 e Stolz 2020). Bisanti 2019: 9 preferisce considerare E la variante. Per quello che si capisce, la musica di B appare più antica, in ragione di una struttura litanica che invece E trasforma in Barform.
Dronke 2000: 31, con insolita forzatura, ritiene però che il poeta sia Giuliana stessa che non può incontrare il suo amato, ma solo membri del monastero di Silos (gli scribi o il figlio del re, evidentemente ospitato per i suoi studi). In realtà è poco probabile che vi sia una donna presso il monastero (Dronke sposta l'azione al vicino monestero femminile di Las Huelgas), soprattutto una donna a diretto contatto con gli scribi e il figlio del re.
Dronke corrobora la sua ipotesi di 'poesia al femminile' mettendo in relazione Veris dulcis con le harğat (la sirma con componenti mozarabiche dell'ultima strofa di muwaššaha per cui si suppone un rapporto con la cantiga de amico), quando semmai la struttura a refrain, volendo trovare un precedente andaluso, fa semmai pensare allo zajal (Stolz 2020: 330).
D'altra parte il contenuto contingente di E lega i versi alla data di stesura: sarebbe stato poco sensato copiare un testo che fa riferimento a un episodio reale (vedere gli scribi e il figlio del re) ad anni di distanza. È quindi più probabile il contrario, ovvero che E sia una trasformazione di B e che, coerentemente, rechi una melodia più aggiornata.
Fonti
B1 | München, Bayerischen Staatsbibl., Clm. 4660 (CB) | ca 1230 | info | f. 36v | – | |
B2 | München, Bayerischen Staatsbibl., Clm. 4660 (CB) | ca 1230 | info | f. 64r | – | |
E | El Escorial, Bibl. del Monestir, z.ii.2 | xiii sec. [a] | info | f. 287r |
———
a. Il ms. è datato «1012» (Ewald 1881: 282), ma la canzone è aggiunta sull'ultimo foglio in una redazione del xiii sec. In realtà nessuno data il testo notato, che sembra precedente, mentre certamente duecenteschi sono i testi sovrastanti la lirica, quasi un prova di scrittura (Federprobe o probatio pennae) su una pergamena considerata inutile. Ewald ne trascrive solo alcuni: "G de Umario Vicencus canonicus amico" che Hartel 1887 corregge in "G de Umario Vicencis canonics amico" [= "A G de Umario, amico del canonico Vincenzo"]. Hartel legge anche: "Ave Maria gratia plena | Audivit Dominus | Mira divina gratie benintas [sic] a sumo celi cardo" [recte cardi].
Chissà che "G de Umario" non sia da leggere "G. de Vinario", cioè Guillaume/Gilles/Jacques le Venier.
Bibliografia
Legenda — Testo: Edizione testo/musica Riferimento
B1 | B2 | E | ||
Grimm 1843 | 213] solo prima str. | |||
Schmeller 1847 | 195] #121 (il #58 rimanda qui) | |||
Laistner 1879 | 39] #13 trad. in tedesco | |||
Pernwerth 1879 | 126] #25 trad. ted. (testo a fronte) | |||
Ewald 1881 | 283] descr. E, e diff. di strofa fra B ed E | |||
Symonds 1884 | 92] #18 trad. ingl. | |||
Hartel 1887 | i.153] datano l'aggiunta al xiii sec. | |||
Anglès 1935 | 179-182] facs. e descr. di E | 251-252] ed. | |||
Schumann 1970 [1941] | ii.44] #85 ed. critica | |||
Spanke 1943 | 35] traduce "Exilio" | |||
Lipphardt 1961 | 130] ed. mus. | |||
Clemencic 1979 | 102, 194] ed. mens. + trad. ted. e comm. | |||
Wachinger 1984 | 8-10] sulla base di Veris ipotizza un'aggiunta | |||
Dronke 1986 | (1997): 343-344] ed. + interpr. del testo | |||
Gillingham 1993 | 119] amensurale | |||
Dronke 2000 | 29-32] sviluppa Dronke 1986 | |||
Bisanti 2019 | 2-9] interpr. testo | |||
Scharler 2019 | #85] ed. mensurata (da Clemencic) | |||
Stolz in Fraklinos 2020 | 318-335] riconsidera Dronke | |||
Roccheggiani 2021 | pdf] nuove chiavi di lettura |
Testi
i. Veris dulcis in tempore |
florenti stat sub arbore Iuliana cum sorore. | Dulcis amor! |
aa ab |
òoòooòoo|oòoooòoo ooòooòoo|òoòo |
Nella dolce stagione di primavera |
sta sotto un albero fiorito Giuliana con la sorella. | Dolce amore! |
r. Qui te caret hoc tempore | fit vilior | xy | ooòooòoo|oòoo | Chi non ti segue in questa stagione | è assai misero. |
ii. Ecce florescunt arbores |
lascive canunt volucres inde tepescunt virgines. | Dulcis amor! |
Ecco che gli alberi fioriscono | gli uccelli cantano innamorati le vergini si scaldano. | Dolce amore! |
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r. Qui te caret ... | |||
iii. Ecce florescunt lilia |
et virgines dant agmina [a] summo deorum carmina | Dulcis amor! |
Ecco che i gigli fioriscono |
e schiere vergini intonano canti per il sommo fra gli dei. [b]| Dolce amore! |
||
r. Qui te caret ... | |||
iv. Si tenerem quam cupio |
in nemore sub folio oscularer cum gaudio. | Dulcis amor! |
Se teneramente lei che desidero |
nel bosco sotto le fronde baciassi con gioia. | Dolce amore! |
||
r. Qui te caret ... | |||
[strofa in E] |
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iv. Si viderem quod cupio |
pro scribis sub Exilio [c] velut [d] pro regis filio. | Dulcis amor! |
Se vedessi ciò che desidero |
invece degli scribi di Silos, o del figlio del re. | Dolce amore! |
||
r. Qui te caret ... |
i. 1. Veris ] Veri E — r. hoc] in E — iii. 1. lilia] gramina E — 3. summo] summa B12 — deorum] dolorum E
———
a. Schumann corregge immotivatamente agmina con gemina (versione conservata in molte edizioni).
b. Amore.
c. La traduzione di Exilio con "Silos" è in Spanke 1943: 39.
d. Sin da Ewald 1881: 283 la parola è trascritta vel, ma nel ms. compare una doppia linea verticale che fa propendere per velut (con vel il verso sarebbe ipometro).
Musica
i. 1. virga ] clivis (sub) — 3. virga ] virga liq. (cum) — 4. salicus ] quil. pes (-re) — iii. 2. pes ] punctum liq. (sum-) — 5. punctum liq. ] puntum (A-) — iv. 2. pes ] punctum liq. (Os-)
Benché diastematica la notazione in E è tuttavia molto approssimativa e sovrastata da una scrittura successiva (vedi immagine sotto), questo spiega la resa così diversa di Angès da cui Lipphardt (scelte ritimiche a parte), di Gillingham e di quella qui sopra proposta (Clemencic modifica Lipphardt sulla base di B).
Per la ricostruzione melodica si è eliminato digitalmente il testo sovrapposto alla notazione. La posizione delle chiavi (C e F) fa supporre che la rigatura a secco (in realtà destinata al testo) venga usata come rigo. Ma l'ipotesi non regge, perché la melodia sul secondo verso (stesso profilo del primo) sarebbe intonata una terza sotto, soluzione assai improbabile in quest'epoca e che non trova conferma nella seconda strofa ("Ecce florescun arbores") in parte notata.
Al contrario se si ammette che i neumi abbiano una disposizione puramente relativa è possibile immaginare che la ripresa di α si abbassi relativamente alla nota precedente. In tal modo si ha una tipica struttura a Barform con il refrain che riprende β variato (tratteggiata la parte in comune fra β e β').
Veris dulcis in tempore |
florenti stat sub arbore Iuliana cum sorore. | Dulcis amor! |
αα βγ |
r. Qui te caret hoc tempore | fit vilior | βγ |
B sembra adottare una melodia che si ripete più o meno uguale per quattro volte. Il melisma conclusivo dei primi due versi ha un numero di note che, unitamente al verso, corrisponde alla restante parte della strofa e al refrain (benché non vi sia corrispondenza melodica): quasi che Dulcis Amor e Fit vilior siano stati intonati sul melisma conclusivo del terzo verso e del refrain.
Al contrario E presenta una Barform più strutturata (cosa che fa pensare a una melodia più moderna di B) con refrain che riprende la sirma. In sintesi: B ed E potrebbero proporre melodie diverse o, più probabilmente, E può aver 'aggiornato' la più antica melodia di B.