Carmina Burana: ricerche sulla musica

O varium fortune

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1. O varium | Fortune lubricum,
dans dubium | tribunal iudicum,
non modicum | paras huic premium,
quem colere | tua vult gratia
et petere | rote sublimia,
dans dubia | tamen prepostere
de stercore | pauperem erigens,
de rhetore | consulem eligens.
2. Edificat | Fortuna, diruit;
nunc abdicat, | quos prius coluit;
quos noluit, | iterum vendicat
hec opera | sibi contraria,
dans munera | nimis labilia;
mobilia | sunt Sortis federa,
que debiles | ditans nobilitat
et nobiles | premens debilitat.
3. Quid Dario | regnasse profuit?
Pompeïo | quid Roma tribuit?
Succubuit | uterque gladio.
eligere | media tutius
quam petere | rote sublimius
et gravius | a summo ruere:
fit gravior | lapsus a prosperis
et durior | ab ipsis asperis.
4. Subsidio | Fortune labilis
cur prelio | Troia tunc nobilis,
nunc flebilis | ruit incendio?
quis sanguinis | Romani gratiam,
quis nominis | Greci facundiam,
quis gloriam | fregit Carthaginis?
Sors lubrica, | que dedit, abstulit;
hec unica | que fovit, perculit.
5. Nil gratius | Fortune gratia,
nil dulcius | est inter dulcia
quam gloria, | si staret longius.
sed labitur | ut olus marcidum
et sequitur | agrum nunc floridum,
quem aridum | cras cernes. igitur
improprium | non edo canticum:
o varium | Fortune lubricum.
ab
ab
ba
cd
cd
dc
ef
ef
O incerta | Fortuna lubrica
malcerta | quando ci giudica
immodica | è ogni tua offerta:
chi spingere | vuoi con favore
fai giungere | a sommo onore,
splendore | dubbio! Oh fai sorgere
da polvere | lo sventurato;
un retore | fai magistrato.
Innalza | Fortuna e schiaccia,
giù sbalza | chi primo abbraccia;
chi scaccia | ecco lo rialza:
azioni | inaffidabili.
Dà doni | ma troppo labili;
instabili | ha le intenzioni:
il debole | tosto nobilita
e il nobile | preme e debilita.
Guadagno | fu a Dario il regno?
E Magno | qual ebbe pegno?
Oh indegno | di sangue bagno!
Più certa | la via mediana
di un'erta | gloria mondana:
sconcerta | cader da cima.
Terribile | dal bene il salto:
più orribile | se avvien dall'alto.
Amata | da Sorte labile,
ché armata | Troia è sì nobile,
or flebile | cadde incendiata?
Chi a Roma | tolse potenza?
Chia a Grecia | la sua eloquenza?
Chi Gloria franse a Cartagine?
Fortuna | dette e risolse,
lei, una, | blandì e travolse.
Amabili | le sue carezze,
lodabili| più che docezze
sue gioie, | ma sono instabili.
Qual erbe | esse appassiscno
e prati | poco fa floridi
vedrai| che inaridiscono.
Ben forte | il vero io canto:
oh Sorte, | tu inganni tanto.
[trad. Edoardo Bianchini 2003]
O Fortuna, volubile e scivolosa
che giudice incostante tu sei.
Largisci premi smisurati
a chi hai deciso di prediligere con la tua grazia
e di porre sulla sommità della tua ruota.
Ma i tuoi doni sono incerti e senza preavviso:
alzi il povero dallo sterco
ed eleggi l'orator a console.
La Fortuna costruisce, la Fortuna distrugge:
in un attimo abbandona colui che finora coccolava
per favorire un altro che poc'anzi respingeva.
Com'è contraddittoria quest'opera,
come sono fugaci i doni della Fortuna.
Incerti sono i patti della sorte
che umilia i nobili opprimendoli
e nobilita gli umili arricchendoli.
Che cosa è servito a Dario essere re?
Come Roma ha ripagarto Pompeo?
Tutti e due sono stati vinti dalla spada.
È più sicuro scegliere la via di mezzo
che salire in alto sulla ruota
e poi cadere rovinosamente in basso.
Chi oggi Fortuna esalta
domani sarà ridotto in miseria.
Per quale capriccio della Fortuna
Troia un tempo gloriosa in battaglia
e ora degna di pianto, è annientata da un incendio?
Chi ha distrutto la grandezza dei Romani,
estinto l'eloquenza dei Greci,
infranto la gloria dei cartaginesi?
È la Sorte incostante che sottrae ciò che elargiva,
solo essa abbatte ciò che prima favoriva.
[trad. Modo Antiquo 1999]