Come mostra la presenza di un
indice delle opere di
Banchieri alle pp. 149-150, il progetto iniziale
di questa iii
ed. doveva prevedere 160 pp. (5 otterni a-e), ovvero il doppio della
i edizione:
Già questo primo progetto di iii ed. era pensato come 'prolungamento' della i ed. (e non ripensamento). L'impianto Arringo|Documenti|Duo si ripropone a partire da p. 63 (Documenti|Arringo|Duo) dove si tratta del contrappunto. La giustapposizione di quella che viene concepita come una nuova opera (tanto da essere detta «xxxvii»), preceduta da una ristampa dei Canoni a 4 (pubblicati a Milano in data imprecisata), è spiegata nella Scusa che appare sulla prima pagina dell'otterno a:
Scusa
dell'autore sopra la presente opera a molti virtuosi e suoi amici
particolari
Vero è che la presente opera, mo fu l'anno, si
principiò a stampare; e perché molti virtuosi ne videro i primi
fogli è bene scusarne la tardanza che sinora sia stata contra l'uso
delle stampe. Sappiano adunque gli virtuosi professori che instantemente [= con
insistenza] fui pregato dallo stampatore scrivere qualche cosa in
materia del moderno componere in particolare; e se bene a me pareva si potesse
dir poco, tuttavia mi mossi a scrivere la seconda parte qui annessa con le
autorità ed esempi di moderni e illustri compositori dei tempi nostri;
dove [= pertanto], da quanto ho detto e a che [= per quali] occupazioni,
l'opera è soprasseduta sin al presente.
L'aggiornamento in corso d'opera della Cartella è segno dei tempi: l'idea di 'moderno' non è più solo un'urgenza del compositore ma è ormai acquisita dal mercato editoriale. La presa di distanza di Banchieri («a me pareva si potesse dir poco») segna forse più il disagio di dover accogliere la pratica coeva in un manuale per giovani musicisti (solitamente basato su i saldi principi della tradizione) che il reale disinteresse per l'innovazione (i compositori moderni sono infatti detti «illustri»).
È probabile che l'aggiunta della seconda parta abbia reso insufficienti le 8 pp. dell'otterno a per le pagine prefatorie, da qui l'aggiunta del quaterno (16 pp. non numerate). La carta inserita fra quaterno e otterno permette di implementare gli errata (che infatti ricominciano la numerazione sulla nuova pagina): ulteriore indizio della carta aggiunta è la chiamata in fine quaterno che rimanda a 3 pp. dopo.