Retorica e «teoria degli affetti»
Con "teoria degli affetti" si definisce il modo con cui la musica rappresenta i sentimenti . L'esigenza di comunicare passioni fu prerogativa di tutta la musica e in genere dell'arte successiva al Medioevo. Prima di diventare teoria e perdere la sua efficacia, trovò spontaneamente la sua strada nel recupero della cultura classica. In paricolare il Rinascimento musicale rielaborò la teoria dell'ethos dei modi musicali greci e lo strutturò sul modello dei principi della retorica classica.

Enrico Fubini, Estetica musicale. vii. La teoria degli affetti, in Dizionario enciclopedico della musica e dei musicisti: Lessico, 4 voll. a cura di Alberto Basso, Torino: Utet, 1983-84, ii, pp. 163-164.

Giulia Radicati, Retorica, ibidem, iv, pp. 79-81.

Testo chiave per la rielaborazione retorica della musica fu l'Institutio oratoria ("Istituzione oratoria", altre volte tradotto come "La formazione dell'oratore") di Quintiliano (I sec. d.C.).

Quintiliano suddivide la pratica retorica in cique momenti:
a) inventio, gli argomenti da trattare
b) dispositio, l'ordine in cui disporli
c) elocutio, lo stile
d) memoria, i modi per tenerli a mente
e) actio, i modi per presentarli

In particolare l'actio, che occupa gran parte del vasto libro XI – di cui si consiglia la lettura (non obbligatoria) – si distingue in pronuntiatio, legata all'espressività della voce, e actio vera e propria che tratta dell'espressività del gesto.

Bach applicò le regole della dispositio di Quintiliano nella sua Offerta musicale, secondo questo schema (in basso la distribuzione dei tempi della suite di Bach):

Per un approfondimento sul rapporto Bach-Quintiliano si suggerisce la lettura (facoltativa) di:

Ursula Kirkendale, La fonte dell' 'Offerta musicale' di Bach: Quintiliano: 'Insititutio oratoria', in Musica Pöetica. Johann Sebastian Bach e la tradizione europea, a cura di Maria Teresa Giannelli, Genova: Ecig, 1986, pp. 133-190.


La "teoria degli affetti" fu definita verso il XVII sec. (gli stessi anni in cui l'emblematica decodifica gesti e immagini).

§ 9 del capitolo Problemi del Seicento musicale, tratto da Lorenzo Bianconi, Il Seicento, Torino: Utet, 1982 (Storia della Musica, 4), pp. 53-59.

La relazione fra i quattro elementi e la teoria antica degli umori, su cui si modella quella degli affetti (nei termini in cui riferisce Bianconi), è sintetizzata in questo schema: